Recensione

Illusion: A Tale of the Mind

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Nel mare di uscite che ogni settimana invade gli store delle nostre console, è possibile che qualche titolo interessante passi in sordina, oscurato magari da altri titoli che si sono potuti permettere una campagna pubblicitaria più incisiva. E’ questo il caso di Illusion: A Tale of the Mind, un’avventura che ci ha conquistati fin dal primo trailer grazie alle sue peculiari atmosfere ombrose e surreali, e che adesso possiamo finalmente recensire per voi, conducendovi per mano in uno strano viaggio nella mente umana.
Viaggio nella mente altrui
La nostra storia si apre con una bambina di nome Emma che si ritrova in un posto oscuro ed inquietante, senza avere alcuna memoria del suo passato o di come sia finita lì. Nel buio, però, si accorge di non essere sola: una voce la chiama, implorandola di liberarla. Scopriamo che si tratta di un coniglietto di pezza, che Emma battezzerà Topsy: questo grottesco peluche sarà il nostro unico compagno di avventura in questo viaggio che, scopriremo presto, avviene all’interno della mente di una persona di nome Euclide, afflitto da un’ineffabile tristezza dopo la separazione dall’amata Marion. Non vogliamo dirvi altro sulla trama: sebbene alcuni dettagli siano presto intuibili, la storia di Illusion, per essere goduta appieno, necessita di essere assaporata con il pad alla mano, vivendo in prima persona ogni scoperta e ogni sorpresa inaspettata che questa storia nasconde per noi. Non possiamo non parlare, però, della squisita direzione artistica: Illusion è ambientato negli anni ’20 del XX secolo, ed in particolare riprende le atmosfere del cabaret francese, riuscendo in pieno a trasmettere quel misto di dolore, tristezza e flebile speranza che doveva caratterizzare quelle persone che, come il nostro Euclide, si univano agli spettacoli a causa della disperazione di non avere altra scelta per prendere in mano la propria sorte. L’ispirata direzione artistica viene supportata da un comparto tecnico di tutto rispetto, soprattutto se consideriamo che il titolo non porta il nome di un grande publisher: le inquietanti location del gioco prenderanno vita di fronte ai nostri occhi in modo più che convincente, senza mostrare incertezze di sorta nelle animazioni. Un plauso va anche al comparto audio: tracce suonate con pianoforte e violino si insinueranno lentamente nelle nostre menti, toccando le corde giuste per sottolineare i momenti più emotivi della storia. 
Quando cambiare prospettiva è fondamentale
Durante l’avventura, controlleremo Emma all’interno di livelli fatti di schermate dalla visuale isometrica, all’interno dei quali la nostra protagonista può muoversi liberamente alla ricerca di oggetti e strade che le permettano di proseguire. Per sbloccare il passaggio al livello successivo, infatti, dovremo trovare i grammofoni che narrano la storia di Euclide oppure risolvere i numerosi rompicapo sparsi nei livelli. Essi richiedono perlopiù l’allineamento di figure, che può avvenire in modalità diverse: in una tipologia di puzzle, ad esempio, saremo noi a doverci muovere affinché gli elementi dello sfondo vadano a formare una figura; in altri, invece, potremo interagire direttamente con gli oggetti da allineare. La difficoltà va crescendo, e possiamo assicurarvi che alcuni enigmi vi impegneranno la mente per un buon lasso di tempo, complice il fatto che il gioco richiede una certa precisione nell’allineamento di alcune figure. Va purtroppo notata la ripetitività degli enigmi: come abbiamo detto, l’enigma delle figure viene utilizzato più e più volte, e viene da chiedersi perché gli sviluppatori non abbiano pensato di inserire diverse tipologie di rompicapo, piuttosto che puntare sempre sulle stesse. Questo va ad incidere pesantemente sull’esperienza di gioco, che già di per sé è caratterizzata da una certa lentezza nello sviluppo dell’intreccio: una lentezza che diventa negativa nel momento in cui ci si trova ad affrontare più e più volte le stesse situazioni. Illusion, però, non si compone di soli puzzle: ci sono anche delle sezioni di fuga dove il gioco assume dei connotati platform. In queste fasi, saremo inseguiti dal misterioso ed inquietante nemico che si aggira nella mente di Euclide, e dovremo evitare tutte le sue manifestazioni (delle mani fatte di tenebra) per raggiungere un posto sicuro ed evitare la schermata di game over. Purtroppo, queste sezioni rivelano una certa mancanza di rifinitura dei controlli: muovere Emma risulta troppo macchinoso, e spesso ci ritroveremo ad essere catturati più e più volte fino a che non avremo imparato a menadito il percorso da seguire, dato che un minimo errore è fatale a causa della lentezza della protagonista. Se non bastasse, il fallimento comporta dover ricominciare la sezione dall’inizio: un processo che, piuttosto che aggiungere un certo livello di sfida al gioco, rende semplicemente tediose queste fasi. Ed è un peccato perché, tirando le somme, Illusion: A Tale of the Mind racconta una storia emozionante e coinvolgente, ma la sua componente puramente ludica non riesce a fornire un’esperienza altrettanto interessante. 

– Direzione artistica ispirata

– Storia coinvolgente e toccante

– Ottimo comparto sonoro

– Puzzle che si ripetono troppo spesso

– Fasi platform poco convincenti

7.5

Se dovessimo valutare solamente la componente narrativa del titolo, unita agli aspetti estetici e sonori, probabilmente Illusion: A Tale of the Mind avrebbe una valutazione molto più alta di quella che potete vedere. Purtroppo, però, il gameplay viene afflitto da un’eccessiva ripetizione degli enigmi proposti e da fasi platform decisamente poco convincenti. Nonostante ciò, consigliamo Illusion: A Tale of the Mind a chiunque stia cercando una buona storia, che sappia emozionare e coinvolgere.

Voto Recensione di Illusion: A Tale of the Mind - Recensione


7.5