Da qualche parte in casa ho ancora le mie cinque copie di Rescue Shot, vendute con orgoglio, a suo tempo, dal mio spacciatore di giochi pezzotti di PlayStation di fiducia. Fiducia ovviamente non ripagata, perché quei CD Verbatim malamente rappezzati venivano venduti come un misterioso gioco dei Pokémon per la console Sony. Lo so, eravamo tremendamente ingenui, ma sul finire del vecchio millennio, chi era sprovvisto di un Game Boy viveva una sorta di crisi esistenziale pre-pre-adolescenziale, escluso dal mercato nero fatto di cavi e scambi illegali di quei mostriciattoli creati da Game Freak, con leggende di camion spostati e glitch che diventavano zone misteriose da esplorare. Finalmente, a oltre venti anni di distanza, questa lacuna viene colmata grazie a Temtem, Pokémon-like creato da CremaGames e pubblicato per PC – per ora solo in accesso anticipato – dopo una faraonica campagna Kickstarter.
Novità…
Temtem è esattamente come dovrebbe essere un gioco dei Pokémon nel 2020. Il lancio è stato abbastanza complicato, vista la natura MMO del titolo, fra server che crollavano dopo un minuto e code senza fine, ma l’attesa è stata pienamente ripagata e presto si scopre che quegli esseri dai nomi impronunciabili – e spesso goffi – non sono una mera copia carbone dei loro illustri parenti.
Forse, il vero punto di forza di Temtem sta proprio nel non dover rendere conto a un passato che semplicemente non c’è: nessun cartone animato da affiancare, nessun merchandising da piazzare sul mercato e soprattutto nessun azionista a cui dover render conto. Il gioco può così scegliere senza alcun rimpianto il suo target di riferimento, va benissimo per chi ha dieci anni e chi alla soglia di un figlio vorrebbe ancora avere quell’età, è moderno ed è inclusivo. La creazione dell’avatar non ha quei paletti binari uomo-donna, ma lascia scegliere a piacere cosa essere, che abiti indossare e come il gioco deve rivolgersi a noi: lui, lei o loro. Ovviamente in lingua inglese, vista l’assenza di una traduzione in italiano – almeno per ora.
Sulla stessa frequenza sono tarati anche i dialoghi. Le solite tre frasi di circostanza dette da allenatori sparsi lungo le strade sono state rimpiazzate con battute decisamente più interessanti, mature – entro un certo limite – e che non risparmiano inside joke che solo i giocatori più attempati potrebbero capire. Al terzo duello nel giro di quattro minuti l’unico desiderio è sempre quello di saltare in fretta i testi, ma almeno i primi due vengono letti con un briciolo di interesse.
… E tradizione…
Dal punto di vista del gameplay, Temtem ricicla molti degli schemi già visti nelle varie incarnazioni a tema Pokémon, ne riprende i cliché e spesso è semplicemente un elenco di sinonimi. Ad attendere Gnogno – questo il nome del nostro Tamer, impeccabile nei suoi pantaloncini a metà coscia e camicia hawaiana – nel laboratorio non c’è più il Prof. Oak, ma il suo alter ego Konstantinos. Dopo aver scelto uno fra i tre Temtem di base, segue l’immancabile scontro con il rivale di sempre, un bulletto dai capelli azzurri chiamato Max.
L’elenco delle similitudini potrebbe andare avanti a lungo: la Tempedia non è altro che il pokédex, le palestre sono rimpiazzate dai dojo, l’erba alta è il luogo dove ogni venti secondi – sul serio, la cadenza è davvero esagerata – ci si imbatte in un Temtem selvatico, al posto delle pozioni si usa il balsamo per curare le ferite, ci sono gli iconici centri per scambiare, gestire e guarire il party e i negozi dove comprare le carte, emuli in 2D delle Pokéball. Anche l’avventura segue un canovaccio già visto, con il protagonista alla rincorsa del titolo di miglior allenatore dell’Arcipelago Airborne, luogo fittizio in cui è ambientato il titolo. Accanto alle classiche attività da master-Temtem-wannabe, la scalata viene inframezzata da una serie di quest in stile RPG: si tratta di semplici fetch quest, ma sono comunque dei momenti in cui tirare il fiato per spezzare l’incessante susseguirsi delle battaglie.
… Ma soprattutto novità
A un primo sguardo, anche gli scontri presentano molte similitudini, con gli attacchi e l’uso degli oggetti che si alternano un turno dopo l’altro. La prima vera differenza è però il passaggio da duelli 1vs1 a match 2vs2. La presenza di quattro Temtem scombussola le strategie e apre a nuove sinergie tutte da scoprire, aumentando in tal modo il ventaglio di combinazioni messe a disposizione. Un secondo fattore di differenziazione è la barra della stamina, posta accanto agli immancabili punti vita. Ogni attacco costa un certo quantitativo di energia, con le mosse più potenti che richiedono più risorse. È un bel modo per evitare lo spam incontrollato di attacchi letali, strategia che comunque non viene preclusa. Quando la stamina raggiunge lo zero, il Temtem esausto può ancora compiere tutte le mosse, che però auto-infliggeranno dei danni. Un perfetto esempio di rischio e ricompensa.
Bastano poche battaglie per accorgersi di quanto i duelli siano più profondi rispetto a quelli del padre spirituale, una complessità che è stata raggiunta tramite l’ampliamento del classico sistema carta-sasso-forbice. Oltre ai Temtem d’acqua, fuoco o natura, ci sono ad esempio quelli digitali, tossici o ibridi – ad esempio metà acqua e metà natura – per un totale di ben dodici classi. Almeno in queste fasi iniziali, vuoi per l’anonimato dei nuovi volti o per un’interfaccia da perfezionare, non è sempre stato facile imbastire una strategia coerente e il miglior alleato è stata la pagina wiki di Temtem. Poco male, come tutti gli MMO è un progetto a lungo termine e di certo, palestra dopo palestra, ci sarà tempo e modo per apprendere tutte le raffinate meccaniche di gioco, aumentando in tal modo il piacere per la scoperta.
Un allenatore alle prime armi
La vita di un Tamer è tutt’altro che facile e Gnogno lo ha provato sulla sua pelle quando è stato espulso per l’ennesima volta dal server ed ha dovuto attendere che una coda di circa seimila aspiranti allenatori si svuotasse. Il lancio di Temtem è stato abbastanza complesso e, anche se ora l’accesso è molto più snello, tutte le componenti da MMO sono ancora traballanti ed è difficile riuscire a comunicare con gli altri giocatori. Almeno sulla carta, il progetto è però molto interessante e include la possibilità di affrontare l’avventura in co-op, di sfidarsi in duelli classificati (e non) e di scambiarsi i Temtem in pochi click.
Se il comparto online ha bisogno di rodaggio, la solidità delle prestazioni va ben oltre le aspettative legate a un Early Access. Per quel che riguarda il design e la direzione artistica, i Temtem sono originali e la loro estetica è funzionale nel mostrare a prima vista la classe di appartenenza. Diciamo che non tutti sono perfettamente riusciti: finora il nostro preferito è Pewki, una sorta di sogliola blu travolta da un camion, schiacciata, con il morso inverso e gli occhi agli estremi della testa. Stesso discorso per il mondo di gioco, un mix che fatica a trovare una coerenza in quel tripudio di colori accesi e tratti da cartone animato.
+ Scontri tattici e con più profondità
+ Le funzioni multiplayer sono una vera novità…
– Molto dipenderà dal supporto
– Direzione artistica fra alti e bassi
Con Temtem, CremaGames potrebbe aver fatto centro. Siamo ancora in accesso anticipato e qualche cosa va ancora sistemata – soprattutto la stabilità dell’online – ma il team spagnolo è stato bravo a restare in equilibrio sul sottile confine che divide una copia senza anima da un progetto innovativo. Le rodate meccaniche dei giochi Pokémon sono così state integrate con tante piccole differenze dall’impatto non trascurabile, migliorie soprattutto in ambito tattico che rendono Temtem un titolo appetibile anche per i giocatori più navigati.