Immagine di Horizon Call of the Mountain | Provato – la prima grande esclusiva per PS VR2?
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Horizon Call of the Mountain | Provato – la prima grande esclusiva per PS VR2?

Abbiamo provato con mano Horizon Call of the Mountain, il primo e importante passo in avanti per la realtà virtuale di PS5 con PS VR2.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Informazioni sul prodotto

Immagine di Horizon Call of the Mountain
Horizon Call of the Mountain
  • Sviluppatore: Guerrilla, Firesprite
  • Produttore: PlayStation Studios
  • Distributore: PlayStation
  • Piattaforme: PS5
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 22 febbraio 2023

ROMA - Sony è ormai pronta all'arrivo di PlayStation VR2 (o PS VR2, che dir si voglia), il visore di ultima generazione per PS5 davvero molto atteso dai giocatori di tutto il mondo, specie per le potenzialità che la realtà virtuale di PlayStation potrebbe tirare fuori dal cilindro.

Il successore del primo PS VR (potete recuperarlo in bundle su Amazon) è infatti previsto sugli scaffali a partire dal 22 febbraio, data in cui la VR di PlayStation 5 farà ufficialmente il suo debutto ufficiale, anche in Italia. Cosa ancora più importante, però, è che Sony ha deciso di fare uscire il suo visore di nuova generazione con un titolo che promette di essere la prima, vera killer application per il nuovo hardware, un gioco appartenente a una saga di base già molto amata, ma che in VR potrebbe sprigionare ancora di più il suo fascino e le sue potenzialità: parliamo ovviamente di Horizon Call of the Mountain.

Gli sviluppatori di Guerrilla Games assieme alla collaborazione attiva del team Firesprite (già autori di titoli VR come The Playroom e The Persistence), hanno infatti deciso di fare le cose per bene per questa prima, grande esclusiva PlayStation VR2, un'esclusiva che dovrebbe mettere d'accordo tutti circa le potenzialità del visore VR di casa PlayStation. Del resto, dopo il lancio Horizon Forbidden West è stato chiaro quanto questo franchise sia diventato estremamente importante, tanto che Call of the Mountain ha il delicato compito di essere di fatto la prima esclusiva di peso per il nuovo visore next-gen PS5.

Dopo averlo provato per un paio di ore durante un evento stampa dedicato, siamo pronti a testimoniare in prima persona quanto l'avventura di Ryas sia un primo e importante passo in avanti per la realtà virtuale targata PlayStation.

Le vette del Dominio Carja ci aspettano

Come noto già dall'annuncio ufficiale, Horizon Call of the Mountain è uno spin-off della serie regolare con protagonista Aloy, prendendone quindi le distanze sia dal punto di vista della storia che – poco sorprendentemente – per quanto riguarda le meccaniche di gioco, qui giocoforza basate sull'utilizzo delle nostre mani in tandem con il visore PS VR2. Nei panni di Ryas, un ex soldato caduto in disgrazia, saremo infatti chiamati a fare luce su un mistero che circonda le Macchine, allo scopo di riscattare il nostro onore perduto e salvare allo stesso tempo la nostra gente da una nuova minaccia.

La narrazione appare da subito un elemento decisamente meno incisivo ai fini dell'esperienza generale, visto e considerato che Call of the Mountain ha come obiettivo principale quello di farci "vivere" in prima persona le avventure di Ryas, senza troppi complimenti per quanto concerne le sequenze non interattive. Il test da noi effettuato ci ha permesso infatti di goderci quello che può essere considerato il prologo del gioco, utile a fare nostre le meccaniche di base, il tutto visore in testa e coi pratici e maneggevoli PlayStation VR2 Sense alla mano.

I primi minuti ci vedranno infatti impegnati nella piacevole traversata di un fiume a bordo di una piccola imbarcazione, assieme a due compagni di caccia. Il senso della sequenza in questione è quello di farci prendere confidenza con il visore: girando la testa potremo infatti ammirare – da seduti – le meraviglie di un'ambientazione lussureggiante e maestosa che prima di allora abbiamo vissuto ed esplorato solo in terza persona, grazie ad Aloy.

Sia gli arbusti che le piante, incluse le alte vette innevate apparentemente irraggiungibili, rendono da subito tremendamente immersivo il panorama naturalistico in cui ci muoveremo poi, senza contare che di tanto in tanto noteremo anche Macchine muoversi attorno a noi, come farebbero dei veri animali selvatici.

Ma è nel momento in cui vedremo il primo e gigantesco Collolungo passare sopra la nostra piccola imbarcazione, che abbiamo intuito come Horizon Call of the Mountain sia in primis un gioco pensato per stupire e sorprendere grazie alle potenzialità di PS VR2. Una volta scesi a terra, però, è il momento di impratichirsi con il sistema di controllo, che metterà in prima fila il colpo d'occhio e l'utilizzo della nostre mani.

Ovviamente, trattandosi di un gioco in prima persona, dimenticatevi le ambientazioni vaste e liberamente esplorabili della serie principale: l'avventura di Ryas è infatti impostata maggiormente su binari, non regalando quindi alcuna velleità esplorativa.

Se di primo acchito questo potrebbe sembrare un difetto in senso stretto, vi assicuriamo che è perlopiù una necessità: il modo in cui il protagonista può avanzare nello scenario, tenendo premuti semplicemente due tasti dei PlayStation VR2 Sense e oscillando avanti e indietro le mani come a simulare un movimento da fermi, è assolutamente funzionale e intuitivo. Con lo stick analogico destro sarà possibile voltarsi a destra e a sinistra, mentre con il visore avremo un campo visivo a 360 gradi di tutto ciò che ci circonda. L'effetto finale, a parere di chi scrive, è quanto di più simile al risultato ottenuto con Half-Life Alyx, uno dei pochi giochi in grado di mostrare come dovrebbe funzionare la realtà virtuale.

Dove Call of the Mountain gioca la sua carta migliore, è nel sistema di arrampicata, vero leitmotiv dell'intera esperienza: nella demo da noi provata l'obiettivo era quello di raggiungere la sommità di una montagna, sfruttando appigli di vario genere.

Scalando letteralmente le pareti rocciose con le nostre mani, la sensazione è stata quella di esplorare per davvero un'ambiente abbandonato nei secoli, complici rovine di una civiltà antica a sottolineare come quei luoghi siano dimenticati nel tempo. In maniera simile alla serie madre di Horizon, ogni appiglio utile è contraddistinto da una colorazione più chiara, come fosse segnata con il gesso, così come basta la pressione del tasto triangolo del pad per capire subito dove andare, in caso fossimo indecisi sul da farsi.

Potevano in Call of the Mountain mancare i combattimenti contro le Macchine? Niente affatto, anche se in questo caso il gameplay diventa ancora più "rigido" rispetto alle varie fasi esplorative: nel prologo, abbiamo avuto modo di tenere testa a un singolo avversario (più una seconda boss fight contro un nemico decisamente più gigantesco, ma slegato dal contesto narrativo), in un combattimento impostato all'interno di una piccola arena.

Afferrando il nostro arco armato di freccia – il tutto, simulando esattamente le movenze che effettueremmo nella realtà – il corpo dovrà essere perpendicolare al bersaglio e alla linea di tiro, come se tracciassimo una linea immaginaria dal nemico scelto.

L'arco può essere afferrato con la sinistra (ovviamente, nel caso dei destrimani), mentre la mano destra aggancia la corda tirandola e scagliando poi la freccia in direzione del bersaglio. Il tutto diventa discretamente intuitivo nel giro di pochi minuti: si incocca la freccia, si tende l'arco, si mira e infine la si scocca. Niente di più semplice.

A livello difensivo potremo spostarci lateralmente a destra e sinistra con dei piccoli movimenti del PS VR2 sense, oltre a poter letteralmente inclinare la testa nel caso fossimo chiamati a evitare colpi di coda o frustate da parte di una Macchina. Insomma, il combat system di Horizon Call of the Mountain è seriamente differente rispetto a quello – decisamente più dinamico – della saga principale, apparendo quindi talvolta un po' troppo rigido e punitivo, anche se in ottica VR il tutto funziona discretamente bene, sperando che una buona varietà di nemici faccia il resto.

Com'è graficamente Horizon con il PS VR2?

Fortunatamente, dopo aver provato PS VR2 con mano (e occhi), la sensazione è stata quella di indossare un visore per la realtà virtuale tra i migliori in circolazione – se non il migliore in assoluto  – in grado di coadiuvare leggerezza e modalità di personalizzazione a un risultato semplicemente sbalorditivo dal punto di vista puramente grafico.

Come saprete i due schermi OLED offrono una grafica 4K HDR a 2000x2040, ossia una una risoluzione quattro volte superiore al primo PlayStation VR. Horizon Call of the Mountain ci ha permesso di effettuare anche il cosiddetto Eye Tracking, ossia il tracciamento oculare intelligente, in grado di simulare con maggiore precisione la risposta visiva del giocatore e donando al tutto un maggiore senso di realismo.

Un campo visivo di 110 gradi e a una lente Fresnel regolabile ci hanno consentito di personalizzare la distanza tra le lenti e di farla combaciare con i nostri occhi. Ciò permette di base di creare un'immagine a schermo ottimale e personalizzata, variabile da giocatore e giocatore. Inoltre, ereditando in toto il feedback aptico di DualSense, i due Sense offrono medesime sensazioni, con grilletti adattivi, rilevamento di precisione e rilevamento tattile delle dita.

Va anche sottolineato che il singolo motore incorporato nel visore è in grado di restituire un ulteriore elemento tattile nel gioco, che in Horizon può essere vissuto in decine di modi differenti, dai colpi ricevuti a quelli inferti, passando per vari elementi esterni come l'acqua.

Dulcis in fundo, anche l'audio del gioco si adatta in modo dinamico alla posizione e ai movimenti della testa grazie al Tempest 3D AudioTech. Ciò vuol dire che, nel caso decidessimo di giocare Call of the Mountain con un paio di cuffie a modo – come ad esempio quelle wireless ufficiali per PlayStation 5, ossia le PULSE 3D – l'immersività sarà pressoché totale. Insomma, se tutte queste piacevoli sensazioni verranno confermate in fase di analisi finale, con PS VR2 e Horizon Call of the Mountain Sony potrebbe avere tra le mani la prima, vera killer app per il suo visore VR di nuova generazione.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Il mondo di Horizon, in prima persona, è da mascella a terra.

  • PS VR2, tra visore e Sense, funziona molto bene.

  • Sistema di gioco facile e intuitivo.

Contro

  • Combat system un po' troppo rigido.

Commento

Dopo un paio di ore nei panni - e negli occhi - di Ryas, possiamo iniziare a dire con maggiore certezza che Horizon Call of the Mountain rischia di essere la prima, grande esclusiva PlayStation di cui PS VR2 ha bisogno. Immersivo, intuitivo e dotato di tocchi di classe che i fan della saga di Aloy riconosceranno da subito, il primo viaggio verso le vette del Dominio Carja può dirsi assolutamente soddisfacente, con la speranza che tutte queste buone vibrazioni vengano confermate il 22 febbraio prossimo, giorno di lancio del nuovo visore per la realtà virtuale di Sony.
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