Immagine di Halo Infinite | Recensione – Master Chief è ancora il simbolo di Xbox
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Halo Infinite | Recensione – Master Chief è ancora il simbolo di Xbox

L'ultimo capitolo di 343 Industries punta direttamente al cuore di tutti gli appassionati. Siete pronti a combattere ancora?

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Halo: Infinite
Halo: Infinite
  • Sviluppatore: 343 Industries
  • Produttore: Microsoft
  • Distributore: Microsoft
  • Piattaforme: PC , XONE , XSX
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: Natale 2021

Se dovessimo utilizzare una semplice metafora per descrivere l’intero processo che ha portato alla realizzazione di Halo Infinite non potremmo che scegliere la più classica delle fiabe a lieto fine. Dopo il primo e speranzoso annuncio all’E3 del 2018, l’ultimo capitolo nelle mani di 343 Industries ha dovuto superare una gestazione colma di insidie.

Parliamo di difficoltà di varia natura tipiche di chi cerca con ambizione di portare avanti un brand storico, puntando al giusto equilibrio tra tradizione e innovazione, puntando a un gioco estremamente riconoscibile per i fan di più vecchia data, ma che tenga la mano anche ai novizi assuefatti da Xbox Game Pass.

Mentiremmo se non ammettessimo di aver avuto fino a qualche mese addietro molta paura sulla qualità del prodotto finale, soprattutto perché la scelta di gettarsi su un approccio open world rischiava di mettere in secondo piano una narrazione che invece doveva essere il vero focus dell’intera esperienza.

Fortunatamente il test in anteprima delle prime ore di gioco era già riuscito a toglierci diversi dubbi, permettendoci di affrontare la recensione completa con molta più serenità e una genuina curiosità, figlia della più spasmodica voglia di scoprire dove ci avrebbero portato le peripezie di Master Chief.

Tra antichi misteri e nuovi alleati ci siamo gettati a capofitto su Halo Infinite per carpirne ogni sfaccettatura, tra una campagna che riporta al centro del palcoscenico il leggendario Spartan e il suo rapporto con la storica IA Cortana, così come un comparto multigiocatore tanto solido quanto divertente.

Anticipiamo tranquillamente di essere rimasti positivamente colpiti dal risultato finale, con la più famosa e storica esclusiva di casa Microsoft che si candida con prepotenza per un posto nel cuore degli appassionati di sparatutto.

Un faro di speranza per l’umanità

Cominciando dall’analisi della campagna per giocatore singolo di Halo Infinite, ribadiamo come essere davanti a un’esperienza completa sotto quasi ogni punto di vista; adrenalinica e ricca di pathos fin dai primi istanti, per poi proseguire in un turbinio di emozioni dove dialoghi e scene d’intermezzo si alternano con maestria fino all’epilogo, ovviamente senza gettare ombra su un gameplay frenetico ed estremamente familiare.

Lo Spartan John-117, alias Master Chief, si ritrova in modo abbastanza rocambolesco su Zeta Halo, misterioso pianeta artificiale dalla forma ad anello che ricalca il background del brand, come unica speranza per le truppe UNSC disperse e ferite dai continui attacchi delle legioni degli Esiliati, forti del completo controllo della superficie. La storia riprende le tematiche esposte in Halo 5: Guardians, inserendosi a tutti gli effetti come suo naturale successore, con alcuni riferimenti anche allo strategico Halo Wars 2.

Halo Infinite si conferma come un capitolo molto più maturo di quanto avessimo ipotizzato, che permette di far luce su alcuni personaggi iconici legati indissolubilmente al nostro eroe, e ne introduce di nuovi come il Pilota e l’intelligenza artificiale denominata Arma. Proprio questi due personaggi diventano le spalle di Master Chief, andando a creare un trio ben amalgamato che durante tutta l’avventura ci permette di conoscere un lato nuovo e molto più umano del protagonista.

La campagna ha il merito di tenere incollato allo schermo dall’inizio alla fine il videogiocatore, dando il giusto spazio anche ai nemici come il capo degli Esiliati Escharum e la misteriosa Messaggera, espandendo la storia verso interessanti diramazioni. Un risultato convincente che dopo il mezzo passo falso della campagna di Halo 5: Guardians – per ritmo e tematiche trattate – sottolinea gli sforzi profusi da 343 Industries per proporre una storia all’altezza delle elevate aspettative.

Peccato per l’assenza al lancio della campagna cooperativa, da sempre una componente apprezzata dagli appassionati, soprattutto per gestire le difficoltà maggiori e per la quale si dovrà attendere almeno la seconda metà del 2022. Un piccolo sacrificio sotto alcuni aspetti difficile da giustificare, anche se necessario per concentrarsi in primis nella realizzazione di un’esperienza per giocatore singolo completa e soddisfacente a 360°.

Esperienza sulla quale ritroviamo la splendida e coinvolgente colonna sonora che ci ha accompagnato fin dalla prima Xbox, arricchita di alcune rivisitazioni e arrangiamenti che enfatizzano l’epicità della nuova odissea di Master Chief.

Esplorando Zeta Halo, quante cose che impariamo

Dal punto di vista del mero gunplay di Halo Infinite ritroviamo quel feedback tipico dello sparatutto frenetico e familiare per tutti i fan di vecchia data, con alcune implementazioni che lo modernizzano senza mai dare la spiacevole sensazione di tradire la sua stessa anima.

Le armi sono ben distribuite e bilanciate tra le molteplici bocche da fuoco dei capitoli passati più alcune curiose new entry, tutte suddivise in specifiche categorie in base al tipo di munizioni per evitare di ritrovarsi senza proiettili tra uno scontro e l’altro.

Proprio le sparatorie rimangono il centro dell’esperienza, con nemici numerosi e tenaci fin dalla difficoltà intermedia, così come diverse boss fight – con tanto di barra della salute visibile – che sapranno dare filo da torcere se sottovalutate. In questo contesto ben si inseriscono, per variegare l’approccio, le abilità di Master Chief – con il rampino su tutti, perché permette manovre evasive e spostamenti in verticale più rapidi.

Nella campagna ritroviamo ovviamente tutta una serie di missioni principali più tradizionali – attraverso i tipici corridoi e spazi chiusi – inserite in una rinnovata struttura aperta che concede una coraggiosa quanto piacevole sensazione di scoperta durante l’esplorazione dell’Installazione. Segnaliamo di aver impiegato circa dieci ore per raggiungere i titoli di coda, completando circa un terzo delle attività secondarie, mentre per i completisti il numero può tranquillamente raddoppiare.

La libertà concessa dal poter girovagare per lo Zeta Halo non distoglie l’attenzione dall’evoluzione degli eventi, e la sensazione fin dalle prime ore di gioco è quella che il team sia riuscito a trovare il giusto compromesso tra ampiezza della mappa e densità delle attività secondarie presenti, aggirando con maestria ogni rischio legato alla dispersività.

La mappa di gioco di Halo Infinite è disseminata di basi in mano agli Esiliati da poter conquistare e sfruttare per i rifornimenti di Master Chief e i suoi alleati, che possono fungere da comodi teletrasporto; questo, senza dimenticare le numerose richieste di soccorso da parte delle forze UNSC, le taglie di alcuni nemici molto più pericolosi della media o delle fortezze ben difese in alcuni punti specifici.

Completare queste attività conferisce dei Punti Valore, utili per richiedere armi, veicoli e marines sempre più forti come supporto nelle varie basi in ogni momento. Si tratta di meccaniche piacevoli che rendono bene l’idea del trovarsi su un pianeta completamente ostile, dove rappresentiamo l’ultima possibilità per riorganizzare le forze della razza umana in un unico fronte per ribaltare le sorti del conflitto.

Non mancano nemmeno diversi collezionabili, come registrazioni che svelano interessanti retroscena su entrambi gli schieramenti, così come dei nuclei Spartan utilizzabili in un’apposita schermata per lo sviluppo e il potenziamento delle abilità di Master Chief.

Oltre al già citato rampino – migliorabile con una maggior velocità di utilizzo o una carica che stordisce i nemici – possiamo incrementare la resistenza dell’armatura, equipaggiare uno scudo portatile, dei propulsori che concedono scatti improvvisi o un sensore che individua i nemici nelle vicinanze.

Tutte abilità potenziabili per variegare l’approccio agli scontri, ma selezionabili singolarmente da un'apposita interfaccia legata alla croce direzionale del pad; nella maggior parte delle situazioni, lo ammettiamo, è stato però difficile sacrificare il rampino così estremamente duttile, per lasciar spazio alle altre citate.

A ogni giocatore il suo Spartan

Il comparto multigiocatore di Halo Infinite rappresenta, ovviamente, l’altra faccia della medaglia da considerare importante tanto quanto la campagna. Uno dei principali meriti della serie Halo - a rigore di logica - è sempre stato quello di aver confezionato capitoli completi e strutturati sia per il giocatore singolo sia per l'online.

Parliamo di una componente uscita per la prima volta in modo totalmente gratuito, con una natura da free-to-play che non sembra minimamente intaccare la qualità delle varie modalità online proposte, se non per un sistema di progressione che rappresenta l’unico vero dubbio.

Abbiamo, per il lancio del multiplayer di Halo Infinite, un buon mix di mappe, circa una decina, delle quali una maggior parte catalogate come vere e proprie arene adatte agli scontri 4v4, più un paio per le battaglie tra due grandi squadre da 12 giocatori ciascuna e una più marcata presenza dei veicoli.

Le modalità spaziano dal classico massacro, alla conquista di zone o bandiera come da tradizione per la serie, senza dimenticare la tanto amata modalità teschio per la raccolta di punti che si intensifica con il passare dei secondi. Ovviamente ci sarà un maggior utilizzo di modalità sempre nuove con il passare dei mesi e il team ha promesso rotazioni mirate per variare l’approccio alle partite online, portando sempre qualcosa di nuovo.

Non manca nemmeno una sezione adibita a tutorial, utile per prendere confidenza con le varie armi e giocare in team contro i bot per avvicinare i novizi, e considerando il time to kill tendenzialmente più alto bisognerò rimboccarsi le maniche per entrare nel giusto mood. Le sparatorie sono più dilatate, premiano i giocatori capaci di combinare manovre evasive e precisione – sfruttando lo studio mnemonico di ripari o dislivelli – così come la prontezza dei riflessi.

Il sistema di progressione, invece, introduce i battle pass stagionali con una miriade di oggetti e skin estetiche per armature o armi, emblemi e svariati pezzi di corazza che non possono non fare venire l’acquolina, soprattutto per una natura di base gratuita che promette un supporto attento e costante. Peccato per una suddivisione dei livelli legata all’ottenimento di punti esperienza esclusivamente con il raggiungimento di specifiche e limitate sfide - giornaliere o settimanali - che disincentivano alla spesa della moneta in game nel negozio, o per il semplice pass.

Siamo consapevoli come sulla carta si tratti di una scelta volta a favorire il gioco di squadra piuttosto che l’abilità dei singoli come in altri sparatutto online, ma il risultato riesce a convincerci solo in parte, con una progressione lenta e che non riesce a premiare quasi mai le giocate migliori. Un sistema che inoltre rischia di penalizzare eccessivamente chi non ha molte ore giornaliere da poter dedicare ad Halo Infinite.

343 Industries, comunque, dimostra anche in questo caso di saper ascoltare i feedback della propria community e già nei giorni antecedenti al lancio ufficiale sono stati pubblicati alcuni aggiornamenti che hanno arginato il problema, aumentano il quantitativo di punti ottenibili dalle singole partite.

Per una risoluzione completa del problema, ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma al momento rimaniamo estremamente fiduciosi, consci del fatto che al netto di questo limite evidenziato le partite divertono e divorano il tempo libero dei giocatori con facilità inaudita.

Segnaliamo anche l'assenza della Fucina che si aggiunge alle feature non presenti al lancio, lasciando spazio a un minuto editor per il multigiocatore con una discreta varietà di opzioni. Una soluzione piuttosto standard che funge da mero palliativo, anche se rispetto all'assenza della coop per la campagna risulta più giustificabile.

Bello da vedere e da giocare

Tecnicamente parlando, il lavoro effettuato dai ragazzi di 343 Industries sottolinea in positivo gli sforzi profusi per la realizzazione di un titolo all’altezza della next gen e con pochissimi compromessi. Specifichiamo di aver testato la campagna di Halo Infinite esclusivamente su Xbox Series X, dove la maggior potenza dell’hardware viene sfruttata per una risoluzione 4K mantenendo i 60 fps, al netto di rari singhiozzi durante gli scontri più caotici.

Sappiamo che sarà presente anche una modalità performance, al lancio, in grado di toccare i 120 fps con una risoluzione minore, ma al netto di tutti i buoni propositi e i video diffusi dal team stesso non abbiamo avuto modo di effettuare una verifica approfondita su questa opzione.

Il livello raggiunto dai vari dettagli, complice la direzione artistica ispirata, non poteva che lasciarci positivamente colpiti, invogliando all’esplorazione di Zeta Halo semplicemente per la ricerca di qualche ottimo scorcio dove prendere fiato. L’anello, dal punto di vista prettamente estetico, è una continua sorpresa grazie a sfondi pittoreschi ed evocativi – e come non menzionare poi la presenza di un dinamico ciclo giorno-notte che sottolinea gli sforzi effettuati sui giochi di luce.

Il tutto viene poi enfatizzato da un massiccio utilizzo di strutture e navi da guerra degli Esiliati che irrompono nel paesaggio a più riprese, ancora una volta pronte a ricordare chi detiene il controllo della superficie.

Ottimo livello delle texture per quanto riguarda armature, armi e fisionomia degli eterogenei nemici – tra tanti volti noti della saga e alcune chicche – senza dimenticare gli interni delle varie strutture esplorabili durante le missioni principali. Qualche piccola incertezza per la vegetazione, soprattutto zoomando, resta, ma il risultato nel complesso rimane più che soddisfacente.

Basandoci sul comparto multigiocatore, invece, abbiamo potuto sfruttare anche un PC dotato di scheda grafica di ultima generazione per una maggior nitidezza e stabilità, raggiungendo un frame rate ancorato sui 150 fps giocando un minimo tra i vari settaggi ultra e alti. Soluzione che valorizza la fluidità delle partite online, così come la resa generale delle ambientazioni, al netto dell’assenza al lancio del Ray Tracing.

Menzione di elogio anche per il doppiaggio in italiano, che conferma quanto di buono apprezzato durante l’anteprima per la varietà di timbri e un sincrono labiale di pregevole fattura. Il tutto, supportato dalla presenza dei sottotitoli con varie opzioni come dimensione caratteri ed opacità dello sfondo tra le quali scegliere, con l’obiettivo rendere l’esperienza estremamente accessibile.

Versione recensita: Xbox Series X (campagna), PC (multiplayer)

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Voto Recensione di Halo: Infinite - Recensione


9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Storia coinvolgente che lascia spazio a nuove interessanti diramazioni

  • L’approccio open world con le attività secondarie è tarato per non intaccare la narrazione principale

  • Il rampino è un must sia per gli scontri sia per l’esplorazione

  • Comparto multigiocatore adatto sia ai giocatori navigati sia ai novizi…

  • Tecnicamente all’altezza delle aspettative

Contro

  • … Ma il sistema di progressione online necessita di sostanziali modifiche

  • L’assenza della coop per la campagna al lancio rimane il boccone più amaro da mandare giù

Commento

In un contesto dove le software house faticano ad uscire dalla comfort zone e preferiscono quasi esclusivamente puntare su un effetto nostalgia, 343 Industries dimostra coraggio e perseveranza nel cercare nuove soluzioni da integrare ai capisaldi che hanno reso grande la serie. Halo Infinite presenta un mondo open world che funziona e convince nella sua unicità, ma non dimentica di dare il giusto spazio alla narrazione e ai vari personaggi principali, evitando in modo intelligente il rischio diluizione. Il gameplay frenetico rimane una certezza sia in singolo sia nel multigiocatore, e al netto di alcuni piccoli limiti non potevamo chiedere di meglio per tornare a indossare l’armatura di Master Chief.
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