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Ghost of Tsushima: Il Fantasma del Trailer - Anteprima

Analizziamo il trailer di presentazione ai The Game Awards di Ghost of Tsushima, l’atteso videogioco di Sucker Punch in arrivo la prossima estate.

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ghost of Tsushima
Ghost of Tsushima
  • Sviluppatore: Sucker Punch
  • Produttore: PlayStation Studios
  • Distributore: Sony Interactive Entertainment
  • Piattaforme: PS4 , PS5 , PC
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 17 luglio 2020 - 20 agosto 2021 (Director's Cut) - 16 maggio 2024 (PC)

Ghost of Tsushima è un videogioco rimasto nell’ombra, esattamente come la storia che racconta e il protagonista che lo muove. Annunciato alla Paris Games Week nel 2017, si è dovuto aspettare l’E3 dell’anno successivo per poterne di nuovo sentir parlare. E pure dopo questo importante palcoscenico, il gioco esclusiva PS4 dei Sucker Punch è tornato nel buio per un altro anno, tanto che qualcuno cominciò a chiedersi se il progetto fosse effettivamente ancora in sviluppo. Dopo un primo teaser allo State of Play, ai Game Awards di quest’anno (stanotte ora italiana) finalmente abbiamo avuto un trailer un po’ più sostanzioso. Analizziamolo e proviamo a immaginare un po’ quali potrebbero essere gli sviluppi e la contestualizzazione.

Ghost of Tsushima, sole basso

Il trailer di Ghost of Tsushima si è aperto con l’inquadratura di una foresta ingiallita e ventosa, con la scritta “Tsushima, Japan”. La ripresa relativamente tranquilla è stata subito contrastata da una pira di corpi in cui alcuni soldati stavano gettando gli ultimi caduti. Da subito si capisce che i vincitori di quella schermaglia non sono giapponesi, essendo la foggia di armature e armi molto diversa da quella ormai divenuta iconica del Medioevo giapponese. Il loro comandante, disegnato con dei lineamenti più asiatici che giapponesi, con una lunga barba che ricorda appunto l’estetica dell’Asia continentale, si è poi diretto nella foresta, mentre gli altri tre suoi subalterni spingevano dietro di lui un carretto pieno, presumibilmente un bottino conquistato a seguito dei combattimenti appena conclusi. Sul terreno fangoso e con il sole ormai basso che sfregia la visione, la luce si è per un momento deformata, facendo apparire all’orizzonte la sagoma di un uomo.

Il leader del drappello comunque lo riconosce subito come un autoctono, tanto che subito lo ha apostrofato con un “Samurai”. Quando non ha ricevuto risposta ha guardato i suoi e poi ha estratto la spada, dimostratasi curva come una scimitarra ma la cui forma ricorda anche la Dao, lama ricurva molto comune della tradizione bellica cinese (tanto che l’ideogramma che la rappresenta è 刀, poi adottato anche dal giapponese con il significato più generico di “spada”). I suoi uomini hanno fatto lo stesso, mentre lui ordinava qualcosa in una lingua che palesemente non era giapponese, ma anche l’uomo all’orizzonte, che invece ha esibito una katana. Solo all’ora inquadratura si è autenticamente avvicinata, mostrando un guerriero vestito di nero e giallo, con una mantella e una maschera da spirito maligno sul volto. Oltre alla katana era chiaramente riconoscibile il fodero della wakizashi, la lama corta che in teoria ogni samurai porta abbinata alla spada. Tuttavia, mentre i suoi avversari partivano alla carica, l’uomo corazzato di nero ha estratto una piccola bomba con la miccia accesa e l’ha gettata a terra, svanendo in uno sbuffo di fumo che ha rappresentato l’occasione perfetta per un taglio di scena.

Dialoghi nel buio, frecce e silenzio

La ripresa di questo Ghost of Tsushima è stata costruita su un contrasto, in quanto passa a una serie di ambientazioni buie e notturne. Un uomo in mezzo ai cadaveri di un campo di battaglia fumante, già trafitto da una freccia, vede davanti a sé una spada piantata, ma appena si trascina per cercare di raccoglierla viene colpito da un’altra freccia alla schiena e pare morire. Un’altra inquadratura vede invece l’uomo vestito di nero correre a cavallo lungo un campo rigoglioso, illuminato dall’argento della luna piena e dal nero di un albero contorto. Tradotta dall’inglese, la voce narrante recita: “Il fantasma… alcuni sostengono che sia morto sulla spiaggia. Altri dicono che sia la tempesta che ha preso forma. E quando il vento squarcia loro i tendini e le ossa… Sanno che egli sta arrivando.

Il trailer ha quindi mostrato una serie di sequenze d’azione, la maggior parte delle quali in un accampamento militare. Il protagonista si è lanciato in volo contro una guardia trafiggendola, distraendone successivamente un’altra con una bomba fumogena, il tutto alternato da una serie di inquadrature di un tiro con l’arco e di un duello in mezzo a un campo sotto la luna, dove i particolari del sangue non hanno mancato di evidenziarsi contro il bianco dell’astro. In effetti questa sequenza è interessante sia da un punto di vista contestuale che di gioco vero e proprio. I movimenti del protagonista e la telecamera infatti non avevano una regia chiaramente preimpostata, lasciando intendere che appunto stessimo vedendo l’autentico gioco in movimento. Del resto il trailer stesso, all’inizio, non ha mancato di esibire una didascalia in cui esplicitava di essere composto sia da filmati che da sequenze autentiche del videogioco, queste ultime catturate da una PS4 Pro.

ghost of tsushima

Ghost of Tsushima, il fantasma

Dopo le sequenze notturne, il trailer di Ghost of Tsushima è tornato repentinamente al combattimento nella foresta, legandolo come un flashback grazie ai versi, rumori e tagli dovuti alla lotta. L’uomo vestito di nero ha infatti debellato i soldati con pochi colpi di spada, lasciando vivo il solo comandante che adesso indietreggia timoroso. L’uomo si avvicina, gli punta la katana ancora sporca di sangue ma non affonda – anzi, punta via la lama intimandogli, calmo e freddissimo: “Digli che sto arrivando”. Mentre il comandante mongolo si rialza e corre via, egli rinfodera la spada e si toglie la maschera, osservandola con tristezza, quasi disprezzandosi per quello che sta facendo. Il vento nella foresta si intensifica e finalmente una scritta a schermo ci rivela il suo nome: semplicemente, “il Fantasma”.

La proiezione di Ghost of Tsushima si è poi contaminata con la cerimonia dei Game Awards, in quanto il sipario del palco si è sollevato mostrando l’orchestra che riprendeva il tema del gioco e che ha accompagnato l’ultimissima parte del filmato, con il Fantasma che veniva mostrato a cavallo, mentre si arrampica e in alcune ambientazioni crepuscolari. L’ultima ripresa lo vedeva nel cortile di un castello, mentre chiamava a gran voce qualcuno, e non uno qualunque: si riesce a sentire chiaramente il termine “Khan”, riferito appunto all’invasore del Giappone proveniente dall’Asia e dalla Corea.

ps5

Il Fantasma della realtà, a lezione dal Serpente e dal Lupo

Pure se nei fatti di durata molto limitata, il trailer di Ghost of Tsushima ha fornito molti spunti affascinanti, non ultimo quello storico. Dove la Ashina dei FromSoftware ripiegava presto sul non-luogo, i Sucker Punch puntano invece su un territorio e un periodo storico ben precisi: l’isola di Tsushima e il 1274. Quest’ultima non è una data a caso, in quanto nel novembre di quell’anno avvenne l’invasione del Giappone da parte di Khublai Khan (nipote del ben più famoso Genghis).

L’impatto fu traumatico per la popolazione giapponese, non solo per l’invasione ma perché le forze del Khan si macchiarono di terribili crudeltà nei confronti dei civili, delle donne e dei bambini. Ecco quindi da dove prende forma la storia del Fantasma (il cui nome autentico era Jin Sakai), come un percorso di liberazione e vendetta. Da un punto di vista storico la costruzione del trailer ribadisce ribadita l’etnia mongola dei nemici, in quanto le tende dell’accampamento erano palesemente delle iurte (o yurte), tende circolari dallo scheletro di legno che sono tipiche delle popolazioni nomadi dell’Asia centrale come appunto i mongoli.

Ancora più interessante il fatto che il gameplay mostrato palesi contaminazioni sia cinematografiche (i Sucker Punch hanno eletto Akira Kurosawa tra le loro ispirazioni) che videoludiche, in quanto l’idea dell’ambientazione aperta da percorrere a cavallo può solo farà sorgere non pochi parallelismi con Venom Snake e The Phantom Pain. E infine, l’apparizione delle uccisioni silenziose e l’impiego di “trucchi” come le bombe fumogene non può che riallacciarsi mentalmente a Sekiro: Shadows Die Twice e al suo protagonista, lo shinobi Lupo. Pure se per adesso Ghost of Tsushima continua a riferirsi alle tattiche di guerriglia non convenzionali semplicemente come la “via del Fantasma”, è evidente come i Sucker Punch cerchino piuttosto di impostare una sorta di “origine mitologica dello shinobi”, nato da un samurai che si ritrova suo malgrado ad accantonare il combattimento a viso aperto per il bene della propria gente.

Infine, neanche i riferimenti alla meteorologia presenti nei pochi dialoghi hanno un fondamento: il vento sempre più insistente e l’idea del Fantasma come accompagnato da esso e come “tempesta fatta uomo” si rifanno alla realtà storica, in quanto ciò che dissuase del tutto la Mongolia dall’invadere il Giappone fu che la loro immensa flotta venne travolta per ben due volte dal mare, che la spazzò letteralmente via. La seconda volta (c’è chi parla che in quell’occasione fossero 4400 navi) fu vittima di un vero e proprio uragano, subito interpretato come un miracolo dai giapponesi, che lo ritennero un vento divino: kami-kaze.

+ Estetica di altissimo livello

+ La prospettiva del free-roaming

+ Periodo storico “inedito” per la videoludica

- Troppi titoli “concorrenti”?

Dopo essersi a lungo impegnati con gli InFamous, i Sucker Punch adottano una via del tutto diversa, scegliendo un periodo che, per quanto tecnicamente sia comunque feudalesimo giapponese, si colloca ben trecento anni prima delle date “tradizionali” (1545-1615) che di quest’epoca sono sfruttate dal mondo dell’intrattenimento. Allo stesso modo il gameplay ibrido e dall’ambientazione aperta lascia intendere una concezione di action complesso e affascinante, in cui letteralmente veder “nascere” quelle convenzioni, tecniche e tattiche che poi sarebbero passate nell’immaginario collettivo dello shinobi. I The Game Awards hanno chiarito che il titolo vedrà la luce nell’estate 2020, rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti!

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Voto Recensione di Ghost of Tsushima - Recensione


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Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Estetica di altissimo livello

  • La prospettiva del free

  • roaming

  • Periodo storico “inedito” per la videoludica

Contro

  • Troppi titoli “concorrenti”?

Commento

Dopo essersi a lungo impegnati con gli InFamous, i Sucker Punch adottano una via del tutto diversa, scegliendo un periodo che, per quanto tecnicamente sia comunque feudalesimo giapponese, si colloca ben trecento anni prima delle date “tradizionali” (1545-1615) che di quest’epoca sono sfruttate dal mondo dell’intrattenimento. Allo stesso modo il gameplay ibrido e dall’ambientazione aperta lascia intendere una concezione di action complesso e affascinante, in cui letteralmente veder “nascere” quelle convenzioni, tecniche e tattiche che poi sarebbero passate nell’immaginario collettivo dello shinobi. I The Game Awards hanno chiarito che il titolo vedrà la luce nell’estate 2020, rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti!