Bandai Namco: il 50% delle nostre produzioni devono essere nuove IP

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Bandai Namco ha le idee estremamente chiare sul suo futuro: a riferirlo è Hervé Hoerdt
, vice presidente per il marketing e il mercato digitale del publisher, che nel corso dell’E3 2018 ha concesso alcune interessanti dichiarazioni a Games Industry.Secondo il dirigente, infatti, è importante che Bandai Namco garantisca che il 50% delle sue produzioni sia rappresentato da nuove IP, in modo che possano essere esplorate a 360° e che possano garantire un futuro sostenibile alla compagnia.«Vogliamo che il 50% del nostro business sia rappresentato da nuove proprietà intellettuali. Perché lo vogliamo? Prima di tutto, per costruire un modello di business sostenibile, perché la maggior parte delle nostre proprietà intellettuali sono costituite da franchise e licenze. Per avere un modello di business sostenibile, è importante avere delle IP proprie. Ogni publisher sta costruendo le sue proprietà intellettuali» ha spiegato il dirigente.«L’altro elemento importante è che le IP che abbiamo fanno riferimento sempre allo stesso segmento, come ad esempio i giochi di combattimento e i giochi a tema anime. Nel mondo dei videogiochi, però, ci sono molti più generi, c’è tantissimo altro di cui occuparsi.» Hoerdt aggiunge: «infine, siamo una compagnia dedicata all’intrattenimento, non solo al gaming. Siamo intenzionati a esplorare quelle proprietà intellettuali a 360°. Non si tratta di una cosa che possiamo davvero fare, quando lavoriamo con franchise su licenza come Naruto. Abbiamo ad esempio Naruto, One Piece, Dragon Ball Z, che sono tutte licenze che abbiamo. Vogliamo creare delle proprietà intellettuali che possiamo esplorare pienamente, come ad esempio stiamo facendo con Little Nightmares. Ci sono tantissime novità nel futuro di questa IP e non è un segreto che stiamo parlando con persone di questo ambiente per poterne fare anche un film. A un certo punto, magari, potrebbero esserci anche ulteriori opportunità, come escape room e altre cose di questo genere legate alla proprietà intellettuale.»
Nei piani futuri della compagnia c’è anche l’intenzione di sviluppare almeno il 50% dei suoi giochi all’infuori del Giappone, proprio per favorire una maggior apertura ad un tipo di pubblico differente e a generi più vari. Il cambiamento, comunque, non avverrà nei prossimi 3-5 anni, ma è qualcosa che dovrebbe realizzarsi «entro la prossima decade.»Come vi sembra la prospettiva di Bandai Namco? Pensate sia necessario che il publisher differenzi maggiormente la sua offerta, producendo più prodotti completamente originali?Fonte: GamesIndustry.biz