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Pro
- Premessa originale e brillante: l’apocalisse zombie… a base di gatti
- Umorismo ben dosato con omaggi ai classici horror
- Regia ispirata (Miike e Kamitani) e ottimo ritmo narrativo
- Atmosfera unica tra adorabilità e parodia horror
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Contro
- Alternanza tra animazione tradizionale e CGI poco armoniosa
- Il tono leggero rischia di renderlo effimero e poco memorabile nel tempo
- Alcuni elementi risultano volutamente camp, ma non sempre convincenti
Il Verdetto di Cultura POP
In un'era in cui il genere zombie sta vivendo una rinascita, spinto da produzioni come 28 Anni Dopo, emerge ora una parodia anime che è tanto adorabile quanto esilarante: Nyaight of the Living Cat. Questa serie non è solo divertente, ma è chiaramente frutto di menti che amano non solo il genere zombie, ma l'horror in generale, con numerosi riferimenti a classici come La Cosa e Alien, il tutto reinterpretato con.... i gatti come protagonisti.
Un'apocalisse "Miao-steriosa"
La premessa di Nyaight of the Living Cat è tanto assurda quanto geniale: un'apocalisse innescata da una piaga felina, trasmessa dai gatti, che trasforma chiunque entri in contatto con loro in... altri gatti. Non si tratta semplicemente di evitare le creature che li braccano, ma di resistere alla tentazione di soccombere alla loro irresistibile tenerezza e accarezzare un gatto di nuovo. È una svolta brillantemente inventiva per una storia di zombie, poiché ogni personaggio si trova di fronte alla straziante prospettiva di dover fuggire dall'animale che ama di più.
La serie segue le disavventure dei nostri protagonisti, Kunagi, Kaoru, Tsutsumi, Tanishi e Gaku, in un mondo in rovina, sempre più invaso da felini. Insomma, sono finiti i giorni in cui gli umani potevano coccolarsi con i loro amici a quattro zampe a causa del virus N.N., che trasforma gli umani in gatti attraverso il contatto fisico. Data la prevalenza dei gatti, come potete ben immaginare non ci vuole molto perché la società degeneri in una distopia alla Fist of the North Star.
Il team creativo ha sapientemente utilizzato la conoscenza dei gatti e degli amanti dei gatti per creare un nuovo set di "regole zombie": l'uso dell'acqua per eludere gli animali infetti, l'erba gatta per distrarli, o persino un'allergia come modo per rilevare i felini vicini. Questo non è solo un espediente comico, ma una vera e propria logica interna che la serie costruisce con sorprendente cura, rendendo genuinamente divertente osservare il gruppo mentre cerca di navigare in questo incubo fatto di fusa e artigli.
Tra commedia e mistero
Come ogni buona storia di zombie che si rispetti, anche Nyaight of the Living Cat offre un mix equilibrato di brividi ed emozioni. C'è una sana dose di sentimento che rende facile provare empatia per i personaggi prima che affrontino il loro destino; si avverte un senso di pericolo ambientale, i sopravvissuti si raggruppano prima di essere eliminati uno per uno, c'è la persona che fa una stupidaggine e muore, militari incompetenti e quasi ogni altro cliché del genere che si possa nominare. Eppure, vederli tutti interpretati con i gatti al posto di cadaveri in decomposizione è una novità efficace che non perde mordente, almeno nei primi due episodi.
Oltre alla commedia, c'è anche un elemento di mistero nella storia, con alcune scelte narrative che rendono questa apocalisse più di un semplice espediente divertente. In particolare, il personaggio di Kunagi e la sua amnesia rappresentano l'inizio di una trama affascinante: Kunagi è un appassionato di felini, tanto che la sua area di competenza non è il combattimento, bensì la "gattosofia" e tutto ciò che riguarda le furbizie feline.
Nel corso dei primi due episodi, la mano del leggendario regista Takashi Miike, in veste di produttore esecutivo, si sente distintamente: il suo stile si manifesta nell'impiego del camp e dell'animazione caricaturale per accentuare la stranezza o la fantasia della storia. Funziona piuttosto bene in questa serie, con i primi piani delle orde di gatti ripresi come se fossero sia mostri assoluti che la più grande opera d'arte, aggiungendo un ulteriore strato di umorismo. Il regista Tomohiro Kamitani (noto per One Punch Man e A Certain Scientific Railgun) insieme a Miike, rendono giustizia al manga di sei volumi di Hawkman e Mecha-Roots.
Sullo sfondo di questa follia, si inserisce l'animazione di Studio OLM che, pur fedele alle illustrazioni originali, presenta alcune imperfezioni. L'uso della computer grafica per mostrare gruppi di gatti talvolta sminuisce l'impatto delle loro orde, e il fatto che i gatti siano a volte disegnati a mano quando sono in numero minore rende il passaggio tra gli stili piuttosto stridente e immersivo. Nonostante ciò, l'impegno nel portare avanti il "pezzo" supera queste discrepanze.
Nyaight of the Living Cat capovolge il genere zombie giustapponendo un nichilistico orrore corporeo con adorabili felini. C'è una vera e propria novità nelle orde di gatti che compiono comportamenti innocenti e innocui – come graffiare una porta per farsi aprire – che si trasformano improvvisamente in un terrificante presagio di morte. I visual stessi non sono terrificanti; sono i personaggi sfiancati che sono spaventati, non il pubblico, con molti set che si concentrano sulla comicità intrinseca di questa premessa ridicola. Per farvi capire, nei primi due episodi una delle sequenze più riuscite dell'anime evoca l'energia tesa di uno slasher mentre un gatto randagio si muove in un edificio con l'intensità di un velociraptor di Jurassic Park o di uno Xenomorfo di Alien.
Oltre a ciò, c'è una peculiarità affascinante in questo anime, giacché la "lore felina" viene presentata come se il pubblico non avesse mai sperimentato queste creature prima: vengono fornite spiegazioni dettagliate e ornate per azioni ordinarie come il modo in cui i cetrioli e l'acqua spruzzata scoraggiano i gatti, come se fossero simili ai proiettili d'argento di un lupo mannaro o al paletto di un vampiro. Le parabole sui gatti sono poi costantemente esposte da sconosciuti come se le abitudini di questi felini fossero la chiave della felicità e della sopravvivenza del genere umano - e in definitiva lo sono in quest'anime -.
In mezzo a queste "cat-astrofi", Nyaight of the Living Cat intrattiene anche l'idea che, forse, questa "nyandemia" non sia affatto una cosa negativa e che la vita potrebbe essere più facile se tutti fossero solo dei gatti. Questa opinione controversa rimbalza tra alcuni individui in un modo che sembra autentico e credibile, e che tale ideologia sarebbe sostenuta da persone in una situazione così impossibile.
Tirando le somme su Nyaight of the Living Cat
I primi due episodi di Nyaight of the Living Cat si presentano come una visione fresca e divertente del genere zombie, offrendo pochi spaventi ma molte risate e momenti adorabili che coinvolgono i felini infetti. Anche se l'alternanza tra animazione tradizionale e computer grafica può essere un po' distraente, l'umorismo derivante dalla volontà delle persone di trasformarsi in zombie per il loro amore per i gatti non annoia e sembra avere ancora molto spazio per crescere nel resto della stagione. La serie scorre bene nei primi due episodi e non fa perdere tempo al pubblico.
Nonostante ciò, l'anime a volte appare molto frivolo e, a prescindere dal suo successo, un po' usa e getta. È facile immaginare che Nyaight of the Living Cat sia, quindi, un anime popolare ora, per poi essere dimenticato tra qualche anno. Siamo curiosi, dunque, di scoprire la sua longevità sul lungo periodo.