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Immagine di Heroes of the Borderlands rivoluziona lo Starter Set di D&D
Giochi da Tavolo

Heroes of the Borderlands rivoluziona lo Starter Set di D&D

Il nuovo Starter Set Heroes of the Borderlands porta Dungeons & Dragons nel 2025 con un approccio ibrido tra GdR e boardgame, ricco di materiali.

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Avatar di Mauro Monti

a cura di Mauro Monti

Managing Editor Cultura POP

Pubblicato il 29/09/2025 alle 10:15
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In sintesi

Heroes of the Borderlands è lo Starter Set più ambizioso mai realizzato per Dungeons & Dragons. Con la sua impostazione “boardgame”, i materiali di qualità e un sistema semplificato di onboarding, rappresenta un eccellente strumento per chi vuole muovere i primi passi nel gioco di ruolo più famoso del mondo. Rimane però un prodotto pensato soprattutto per i neofiti e per chi vuole introdurre nuovi giocatori: i veterani, pur apprezzando la cura estetica e i componenti, troveranno presto i limiti delle classi e delle avventure. In definitiva, è un set riuscito e utile, capace di centrare l’obiettivo principale: trasformare la curiosità in esperienza di gioco, accompagnando i nuovi arrivati oltre la soglia delle Terre di Confine. 
  • Pro
    • Componenti numerosi e di qualità (carte, token, mappe, handouts)
    • Immersione visiva e atmosfera grazie a oggetti fisici da consegnare ai giocatori
    • Grande rigiocabilità, con 30–50 ore di contenuti modulabili
  • Contro
    • Solo quattro classi disponibili, non duplicabili
    • Avventure più didattiche che narrative, poco coese per un DM alle prime armi
    • Prezzo elevato rispetto agli Starter Set precedenti (49,99 $)

Il Verdetto di Cultura POP

9
Heroes of the Borderlands è uno Starter Set pensato come porta d’ingresso ideale al mondo di D&D. Ricco di materiali e studiato per facilitare l’onboarding, funziona al meglio con gruppi di neofiti guidati da un DM con un minimo di esperienza. Nonostante i limiti su classi, livelli e costo, resta il prodotto introduttivo più ambizioso e curato mai realizzato da Wizards of the Coast. 

Con l’arrivo delle regole aggiornate di Dungeons & Dragons nel 2024, era inevitabile che Wizards of the Coast accompagnasse la nuova edizione con uno Starter Set inedito. Nel settembre 2025 è arrivato Heroes of the Borderlands, una scatola che fin dal primo annuncio ha attirato l’attenzione degli appassionati. Non solo per l’ispirazione dichiarata al leggendario modulo Keep on the Borderlands del 1979, ma anche per l’ambizione di ripensare completamente il concetto stesso di “set introduttivo”.

Prodotto in caricamento

Se nei precedenti box – da Lost Mine of Phandelver all’Essentials Kit, fino a Dragons of Stormwreck Isle – il cuore era un’avventura con regole ridotte all’osso, questa volta Wizards ha scelto una strada diversa: confezionare un prodotto ibrido, a metà strada tra gioco da tavolo e gioco di ruolo, colmo di materiali fisici da manipolare al tavolo. L’intenzione è chiara: abbattere le barriere d’ingresso per chi non ha mai aperto un manuale di D&D, offrendo un’esperienza più tangibile, quasi “boardgame”, per imparare i concetti di base senza sentirsi sopraffatti.

Un contenuto mai visto prima

Aprendo la scatola si ha l’impressione di avere davanti un kit quasi eccessivamente ricco. Ci sono libretti, mappe, carte, token e perfino handouts cartacei da consegnare ai giocatori. Wizards non si è limitata a un’avventura e a un set di dadi, ma ha deciso di riempire il box con tutto ciò che può rendere immediata l’esperienza al tavolo.

Set introduttivo di Dungeons and Dragons Heroes of the Borderlands

I giocatori trovano un Play Guide con le regole essenziali e un Quick Start Guide che spiega passo passo come aprire e ordinare il contenuto, con tanto di QR code per un video introduttivo (al lancio però non ancora disponibile). Al posto delle classiche schede, ci sono quattro Class Boards – Guerriero, Ladro, Mago e Chierico – già predisposti con le statistiche di base. A questi si aggiungono carte per background, specie (umani, elfi, nani, halfling), incantesimi ed equipaggiamenti, oltre a segnalini per punti ferita, condizioni, poteri e monete d’oro. Non mancano gli ormai canonici dadi poliedrici, qui in resina rossa.

Il Dungeon Master ha a disposizione tre libretti d’avventura – Wilderness, Caves of Chaos e Keep on the Borderlands – che possono essere giocati in qualsiasi ordine e che insieme coprono i tre pilastri del gioco: esplorazione, combattimento e interazione sociale. Ci sono poi oltre duecento token di mostri e terreno, mappe illustrate (cinque grandi e quattro medie), carte dedicate a mostri, PNG e oggetti magici, un pad di combat tracker usa e getta e una serie di handouts: lettere, menu di taverna, liste di equipaggiamento con immagini e prezzi. Piccoli dettagli che danno subito un tono concreto e “immersivo” alla partita.

Filosofia di design: tra RPG e boardgame

La vera novità sta nell’approccio: Wizards ha scelto di etichettare Heroes of the Borderlands come “board game” nei materiali promozionali. In realtà non lo è, resta un gioco di ruolo a tutti gli effetti. Ma la definizione segnala l’intenzione: proporre un’esperienza accessibile a chi conosce i giochi in scatola ma non ha mai affrontato un regolamento complesso come D&D.

Set introduttivo di Dungeons and Dragons Heroes of the Borderlands

Il Quick Start, per esempio, non si limita a elencare le regole: insegna a scartare i materiali, a distinguerli tra quelli destinati al DM e quelli per i giocatori, a capire chi deve sedersi dietro lo schermo. I Class Boards semplificano la creazione del personaggio, evitando al neofita di doversi misurare subito con un foglio pieno di numeri e tabelle. Si compone il proprio eroe aggiungendo carte, si gestiscono le risorse con token da spostare sul tabellone personale, si hanno a disposizione “On Your Turn cards” per sapere esattamente cosa si può fare in combattimento.

Il risultato è un onboarding molto più fluido. Il sistema riduce le distrazioni al tavolo tipiche di chi si approccia per la prima volta ad una avventura di gioco di ruolo: con così tanti elementi fisici da maneggiare, i giocatori restano concentrati sull’azione. Al tempo stesso, questa impostazione comporta dei limiti: le classi sono solo quattro, non duplicabili, e il livello massimo raggiungibile è il 3°. Per continuare bisogna necessariamente passare al Player’s Handbook.

Le avventure: libertà contro narrazione

I tre libretti di avventura presenti nella scatola non costituiscono una campagna unica ma un mosaico di scenari, ciascuno dedicato a un aspetto del gioco. Nel Wilderness si sperimenta l’esplorazione, nelle Caves of Chaos si affrontano dungeon e combattimenti, mentre nella Keep si vivono soprattutto interazioni sociali. In totale si parla di 30–50 ore di gioco, con decine di quest ed esplorazioni.

Tuttavia, proprio questa struttura modulare mostra il rovescio della medaglia. Non c’è un vero filo narrativo: le avventure sono più tutorial che storia. Per un DM alle prime armi la libertà estrema può risultare disorientante, costringendo a inventare collegamenti o motivazioni che non sono fornite nel materiale. Alcuni recensori avrebbero preferito almeno un’opzione narrativa più solida da seguire, lasciando la possibilità di ignorarla ai gruppi più esperti.

Heroes of the Borderlands – Punti di forza e debolezze

La prima cosa che colpisce aprendo la scatola è la qualità dei materiali. Non parlo solo della quantità, che è davvero impressionante, ma proprio della cura: le carte sono spesse e leggibili, i token resistenti, le mappe hanno un tratto chiaro e dettagliato che dà subito la sensazione di trovarsi davanti a un prodotto pensato per durare. Già questo, da solo, basta a distinguere Heroes of the Borderlands dai precedenti Starter Set, dove troppo spesso le componenti sembravano più un’aggiunta “di servizio” che un vero punto di forza.

Set introduttivo di Dungeons and Dragons Heroes of the Borderlands

Il sistema a Class Boards e carte ci ha poi convinto. È un’idea che semplifica davvero la vita a chi si siede per la prima volta al tavolo e rende tangibile la creazione del personaggio. Non c’è il rischio di perdersi tra numeri e caselle di una scheda, perché ogni scelta si concretizza in una carta da aggiungere, un token da piazzare. Lo stesso vale per le carte “On Your Turn”: piccoli promemoria che permettono a un neofita di capire subito cosa può fare e di non restare bloccato al proprio turno. Per chi ha provato a insegnare D&D a un gruppo di curiosi, questo significa ridurre sensibilmente tempi morti e confusione.

Naturalmente non è tutto oro. Il fatto che ci siano solo quattro classi disponibili – e che non possano essere duplicate – limita parecchio la libertà del gruppo. Aggiungiamo che l’avventura si ferma al 3° livello, quindi chiunque voglia continuare dovrà subito passare al Player’s Handbook. È una scelta comprensibile, visto che si tratta pur sempre di un introduttivo, ma resta un limite evidente.

Infine, il prezzo. A 49,99 dollari, Heroes of the Borderlands costa più del doppio rispetto ai vecchi Starter Set. È vero che qui dentro c’è molto di più e il valore complessivo si sente, ma resta un ostacolo per chi magari vorrebbe regalare il set a un neofita senza spendere troppo.

In sintesi, ci sono aspetti che brillano – materiali, accessibilità, supporto per i DM – e altri che fanno storcere un po’ il naso, come il tetto basso ai livelli o l’assenza di equipaggiamenti di base. Ma è chiaro che Wizards abbia puntato tutto su un obiettivo: creare il miglior punto di ingresso possibile per nuovi giocatori. E sotto questo profilo, bisogna ammettere che il colpo è andato a segno.

Confronto con il passato

Rispetto agli Starter Set precedenti, Heroes of the Borderlands è di un altro livello. Lost Mine of Phandelver resta amato per la sua avventura solida, ma offriva poco a livello di materiali. Essentials Kit aggiungeva qualche carta e opzioni digitali, mentre Stormwreck Isle proponeva un’introduzione rapida ma senza grande sostanza. Il nuovo set invece è un vero laboratorio didattico, pensato non solo per giocare ma per insegnare a giocare.

Considerazioni finali

Heroes of the Borderlands è probabilmente lo Starter Set più ambizioso che Wizards abbia mai realizzato. È un prodotto che non mira ai veterani, ma a chi si avvicina per la prima volta al gioco – famiglie, scuole, gruppi di amici incuriositi dalle serie actual play. La sua forza è nel rendere immediato ciò che per decenni ha spaventato: creare un personaggio, capire cosa fare al proprio turno, gestire un combattimento.

Set introduttivo di Dungeons and Dragons Heroes of the Borderlands

Il prezzo è alto, e le limitazioni in termini di classi e livelli si fanno sentire. Inoltre, chi cerca un’avventura con una trama coinvolgente dovrà guardare altrove. Ma come strumento di onboarding, come esperienza introduttiva capace di trasmettere l’essenza di D&D, è un successo pieno.

Un set ricco, curato e funzionale, che centra il suo obiettivo primario: trasformare i curiosi in giocatori di Dungeons & Dragons, abbassando finalmente il gradino d’ingresso senza sacrificare l’identità del gioco.

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