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Immagine di Dry Drowning anteprima | Il fascino Made in Italy dell'investigazione
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Dry Drowning anteprima | Il fascino Made in Italy dell'investigazione

Alla ricerca della verità tra macabri omicidi e affascinanti investigazioni per le strade di Nova Polemos.

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Avatar di Marino Puntorieri

a cura di Marino Puntorieri

Editor

Pubblicato il 01/07/2019 alle 12:12
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Il Verdetto di SpazioGames

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Dry Drowning è una graphic-novel dalle forti influenze noir, dove investigare e far luce sulla verità dietro brutali omicidi tra loro collegati è la parola d’ordine. Il lavoro del team italiano sotto il profilo del comparto narrativo è decisamente positivo, così come del gameplay vero e proprio, capace di difendersi discretamente ed a modo suo da paragonare a produzioni ben più blasonate. Stilisticamente accattivante, il thriller di Studio V frena solo in alcuni frangenti legati all’interfaccia ed il layout dei comandi. In attesa della versione finale e completa, non possiamo nascondere una certa speranza nel veder definitivamente pubblicato un lavoro tutto nostrano con questa qualità: una potenziale piccola perla, tra i migliori indie da tener d’occhio per il 2019.

Microsoft ha ribadito più e più volte l’interesse e il pieno supporto agli sviluppatori minori, il tutto investendo sempre maggiormente nella crescita della divisione ID@Xbox, capace solo nel 2018 di rilasciare centinaia di produzioni estremamente variegate. Tra i numerosi lavori presenti alla Microsoft House durante lo showcase dedicato, proprio per presentare lo stato dei lavori delle software house indipendenti, spiccava un certo Dry Drowning realizzato dal team tutto nostrano di Studio V. Un titolo dalle forti meccaniche investigative e dall’ispirato comparto stilistico volto ad attirare l’attenzione di tutti i più curiosi. Dopo alcuni giorni di prova con la versione preliminare, in attesa del rilascio definitivo previsto per Agosto 2019, siamo pronti a comunicarvi le nostre prime considerazioni sul gioco.

Dry Drowning

La strada per la redenzione è tutta in salita

Nova Polemos, città immaginaria del Nord Europa del 2066 è l’ambientazione tanto distopica quanto affascinante di Dry Drowning. Qui impersoniamo Mordred Foley, un geniale detective privato tormentato dal passato doloroso, che non trova pace dopo aver dichiarato colpevoli e condannato a morte due poveri innocenti, accusati per un omicidio architettato con pittoreschi e scenografici rimandi alla cultura greca.

Evitata la sedia elettrica per l’assenza di prove schiaccianti, e dopo aver passato alcuni anni tra lo sconforto legato al fallimento professionale citato, ha l’occasione di redimersi agli occhi della società e dei media, aiutando una misteriosa donna a risolvere un nuovo caso di omicidio particolarmente complesso, e che per modalità e dettagli richiama il fatale avvenimento del passato. Un intrigo che man mano si dipana coinvolgendo politici e persone altolocate dell’intera società, corrotta fino al midollo, cercando di far luce sui crimini passati e presenti che tormentano il protagonista, toccando con naturalezza tutti temi delicati e attuali come l’immigrazione e la lotta al classismo sociale; un clima continuamente teso tra menzogne, false accuse e sorrisi di circostanza dei vari personaggi che si incontrano durante l’avventura.

Dry Drowning

La narrazione legata proprio all’investigazione rappresenta la colonna portante dell’intera offerta. In Dry Drowning, questa si sviluppa percorrendo numerose ramificazioni che si concretizzano nelle numerose scelte possibili durante il gioco: gli sviluppatori hanno promesso finali multipli proprio a seconda dello svolgersi della propria avventura. Soprattutto l’ultimo capitolo, ancora non disponibile, dovrebbe cambiare completamente in base alle scelte intraprese.

Dopo i primi minuti poco brillanti e lineari, vengono fortunatamente aggiunti numerosi tasselli ed espedienti che progressivamente aumentano  l’attenzione e il coinvolgimento del videogiocatore. Ogni personaggio, compreso il protagonista sopracitato, presenta numerose sfaccettature da dover approfondire con il tempo; gli stessi legami tra i personaggi cambiano a seconda dei bivi intrapresi nel corso di tutta l’avventura. Il tutto a favore di una rigiocabilità apparentemente elevata, nonostante le risorse del progetto non siano quelle di un AAA.

Cambia l’accusa con un clic

Gameplay alla mano, Dry Drownin è un’avventura poliziesca punta e clicca che strizza l’occhio più e più volte alle atmosfere di L.A. Noire e Blade Runner: a metà tra il videogame e la pellicola più classica, facendo proprio della cura dei dialoghi un evidente e punto di forza. In ogni ambientazione è possibile interagire con i personaggi presenti attraverso linee di dialogo più semplici volte alla conoscenza più generica della situazione, senza tralasciare la possibilità di incappare in veri e propri momenti decisivi dove selezionare la frase o l’azione da compiere e cambiare per sempre le fasi successive della storia. La scoperta di nuovi personaggi comporta l’accesso a una biografia dove annotare ogni frase o elemento caratteriale per comprendere a 360° l’identikit di chi ci troviamo di fronte.

Investigare ed esplorare una scena del crimine, quindi, comporta la raccolta degli indizi fondamentali per risolvere il mistero, per poi interrogare gli eventuali sospettati e capire chi mente e chi dice la verità. Ricordare il vissuto dei soggetti coinvolti e le loro reazioni è fondamentale per individuare la giusta soluzione, attraverso una ricostruzione diretta e mirata dove viene elencato ogni particolare per smascherare il colpevole.

In Dry Drowing, i tormenti del passato del detective si manifestano cupamente anche nel presente e Mordred vede nella sua mente tramutarsi in bestia il viso di qualunque personaggio che, per un motivo o per un altro, omette la verità. Una scelta stilistica interessante che si traduce in un climax assolutamente coinvolgente di accuse e ribattute dove far carico di tutti gli indizi raccolti ed organizzati per (letteralmente) far sparire la macabra maschera della menzogna dal volto dell’oppositore di turno. Il susseguirsi di dialoghi dove far sfoggio anche di frasi ad effetto per mettere in difficoltà l’indiziato, rappresenta il culmine del lavoro ideato dai ragazzi di Studio V. Non mancano anche fasi più tranquille per interagire e stratificare il rapporto con determinati personaggi, come l’assistente del protagonista Hera, ma non possiamo minimamente paragonarle al senso di soddisfazione raggiunto nella risoluzione di un caso particolarmente complesso durante il proseguimento della storia principale.

Come già accennato, Dry Drowning convince fin da subito sotto l’aspetto tecnico e stilistico grazie a disegni ricchi di dettagli, mettendo in contrasto i modelli dei personaggi e delle ambientazioni con una palette cromatica estremamente sfumata e variegata, fondamentale per mettere proprio gli scenari in primo piano durante le fasi investigative e da ottimo contorno durante i dialoghi e gli scambi di accuse incessanti, enfatizzandone solo i contorni. Un po’ di incertezza si manifesta solo in alcune scene e nel layout dei pannelli legati all’inventario e gli indizi; poco conto comunque rispetto a tutto il resto. Ultima, ma non per importanza, la colonna sonora piacevole. Essa è piacevole e accompagna l’intera avventura con tracce semplici, ma comunque incalzanti e che variano a seconda della situazione, senza mai pretendere di catturare eccessivamente l’attenzione durante la lettura dei dialoghi e la ricostruzione degli eventi.

Dry Drowning è una graphic-novel dalle forti influenze noir, dove investigare e far luce sulla verità dietro brutali omicidi tra loro collegati è la parola d’ordine. Il lavoro del team italiano sotto il profilo del comparto narrativo è decisamente positivo, così come del gameplay vero e proprio, capace di difendersi discretamente ed a modo suo da paragonare a produzioni ben più blasonate. Stilisticamente accattivante, il thriller di Studio V frena solo in alcuni frangenti legati all’interfaccia ed il layout dei comandi. In attesa della versione finale e completa, non possiamo nascondere una certa speranza nel veder definitivamente pubblicato un lavoro tutto nostrano con questa qualità: una potenziale piccola perla, tra i migliori indie da tener d’occhio per il 2019.

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