Immagine di Crymachina | Recensione - L'estinzione a volte non è la scelta peggiore
Recensione

Crymachina | Recensione - L'estinzione a volte non è la scelta peggiore

Scopriamo insieme l'ultima fatica di FuRyu Corporation, che ci racconta una storia dark sci-fi in cui l'umanità è ormai estinta.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Un action RPG che parte da delle buone idee, ma che non riesce a realizzarle
  • Il contesto narrativo ha spunti interessanti, ma si perde un po' lungo la strada

Informazioni sul prodotto

Immagine di Crymachina
Crymachina
  • Sviluppatore: FURYU
  • Produttore: NIS America
  • Distributore: Plaion
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , PS4 , SWITCH
  • Generi: Azione , Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 24 ottobre 2023

FuRyu Corporation è uno studio che, nel corso degli anni, è riuscito a ritagliarsi un buon seguito di culto, grazie a numerosi titoli di valore che hanno arricchito il suo portfolio. Si tratta magari di titoli di nicchia, certo, ma giochi come The Caligula Effect sono riusciti a convincere gli appassionati di questa particolare interpretazione di RPG di stampo orientale.

Oggi siamo qui per parlarvi dell’ultima fatica dello studio, pubblicata da NIS America.

Ci riferiamo a Crymachina, disponibile dal 24 ottobre su PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch e PC. Scopriamo se il team di FuRyu è riuscito a fare un altro centro nella nostra recensione.

La fine dell’umanità

La storia di Crymachina si apre con la morte della protagonista, Lebel Distel, una giovane ragazza che, come molti altri umani, soccombe ad una misteriosa malattia chiamata Centryfugal Syndrome. Gli ultimi pensieri di Lebel mescolano un profondo odio per l’umanità ad una disperata voglia di vivere in questo mondo, che pure la ragazza detesta.

Quella che potrebbe sembrare la fine per Lebel, è in realtà solo l’inizio. Lebel si risveglia infatti 2000 anni dopo, in un oscuro mondo post-apocalittico. A svegliarla è l’androide Enoa, che nel corso del prologo le spiega che cosa è successo dopo la sua morte.
A causa della pandemia da Centryfugal Syndrome, le risorse sulla Terra hanno cominciato a scarseggiare, e questo ha portato ad una sequenza di conflitti armati, che a loro volta hanno condotto l’umanità sull’orlo dell’estinzione.

Prima della loro fine, gli uomini hanno creato una struttura, Eden, controllata da otto forme di vita artificiali in grado di evolversi da sole, chiamate Dei Ex Machina, ed Enoa è una di loro. Il loro obiettivo è quello di far risorgere l’umanità, e per farlo hanno creato le E.V.E, vale a dire anime di umani morti, riportati in vita.

Lebel è una delle tre E.V.E. attualmente esistenti, dunque la ragazza si trova adesso sulle spalle il compito di riportare in vita quella specie che tanto ha detestato fino alla sua morte.

C’è un piccolo problema, però. Il primo Deus Ex Machina è scomparso qualche tempo addietro, e da allora gli altri Dei non riconoscono le E.V.E. come forme umane.

L’obiettivo è quindi quello di recuperare abbastanza umanità da farsi riconoscere come umani, in modo da costringere gli altri Dei Ex Machina ad obbedirci e a non farci del male, seguendo la terza legge della robotica.

La storia può non sembrare il massimo dell’originalità sulla carta, ma presenta comunque degli spunti interessanti, e all’inizio eravamo davvero curiosi di scoprire dove sarebbero andati a parare gli sviluppatori. Purtroppo, dobbiamo dire che la scrittura, per quanto godibile, non ha particolare originalità né nei contenuti, né nello svolgimento, confezionando una storia che si farà facilmente dimenticare una volta finito il gioco.

La narrativa offre alcuni spunti interessanti, anche se non risulta originale né nei contenuti, né nello svolgimento.
Il problema principale, però, sta nella scrittura dei personaggi. In questo mondo post-apocalittico, ci troviamo ad avere a che fare con un cast che sembra preso da un teen drama.

L’esempio più lampante è la stessa Lebel: le sue uscite sono spesso così edgy da essere involontariamente comiche, ed il fatto che la storia prenda completamente sul serio questi momenti rende l’esperienza quasi dissonante.

Da una parte è vero che le protagoniste sono giovani, e quindi ha senso aspettarsi una caratterizzazione adolescenziale; dall’altra però non ci saremmo aspettati di vederla così esagerata. Ed è un peccato perché una buona parte del gioco va passata proprio sentendo le ragazze disquisire tra loro, motivo per cui la caratterizzazione incide molto sul godimento dell’avventura.

Tecnicamente parlando, Crymachina è un gioco indietro di qualche generazione. La nostra prova si è svolta su PlayStation 5 (la trovate su Amazon) e, per quanto abbiamo apprezzato l’assenza di problemi tecnici, dobbiamo comunque dire che Crymachina non sfrutta minimamente l’hardware – e anzi il gioco sembrerebbe vecchio anche su PlayStation 4.

Se però su questo possiamo chiudere un occhio, anche in ragione del budget allocato su questo tipo di produzioni, è più difficile farlo parlando della direzione artistica. Le location presentate in Crymachina sono tremendamente scialbe e generiche, come se una IA (per rimanere in tema) avesse cercato di rappresentare gli stilemi del genere dark fantasy futuristico, senza però dotarli di personalità. Diverso il discorso per il character design, una delle cose che più abbiamo apprezzato del gioco.

Le cose continuano a risollevarsi con il comparto sonoro: non ci sono tantissime tracce nel gioco, e svariate probabilmente si ripetono anche troppo spesso, ma alcune sono davvero piacevoli da ascoltare, anche al di fuori del contesto ludico.

Tra un tè e l’altro, qualche dungeon

Il gameplay di Crymachina (che potete recuperare tramite Amazon) è nettamente diviso in due sezioni, una da visual novel e l’altra RPG – con la prima che, a conti fatti, è quella che potrebbe occuparvi più tempo nel complesso.

Una volta terminato il prologo, sbloccherete l’accesso all’Imitation Garden, dove le ragazze possono prepararsi per la missione successiva, ma anche parlare tra di loro nei cosiddetti “tea party”. Questi momenti servono ad approfondire i background delle protagoniste, ma anche a fare avanzare la storia corrente, dunque non potrete in alcun modo evitare queste sezioni (per quanto certe volte il fattore cringe dei dialoghi vi potrebbe dare la tentazione di farlo).

Il gameplay si divide in due parti: quelle da visual novel e quelle da action RPG piuttosto classico.
Le missioni nei dungeon, invece, si giocano come un action RPG abbastanza classico. Avrete a disposizione un attacco principale ed un altro attacco in grado di lanciare i nemici in aria. Oltre a questo, avrete anche diversi poteri speciali, da utilizzare per infliggere danni devastanti ai nemici.

Ciascuna delle tre ragazze impugna un’arma differente, e questo dà delle sfumature diverse al gameplay di ognuna di loro, sebbene alla fine le differenze non siano poi così tante.

I problemi cominciano già qui, nel gameplay di base. Le diverse mosse a disposizione delle ragazze non possono essere utilizzate per realizzare combo complesse; questo significa che spenderete la maggior parte del tempo in battaglia ad inanellare le stesse mosse, lanciando gli attacchi speciali quando possibile per accumulare vantaggio.

Non vogliamo dire che il gameplay non funzioni, tutt’altro: semplicemente manca quel guizzo necessario a renderlo DAVVERO interessante. E lo stesso si può dire per le fasi di esplorazione, che – complici una direzione artistica scialba ed un level design poco intrigante – risultano anch’esse piuttosto anonime.

Ci sono poi alcune meccaniche solo apparentemente secondarie che vanno ad impattare negativamente sull’esperienza. Innanzitutto, nei dungeon potrete sbloccare talvolta delle arene opzionali, con nemici molto più forti del normale. Sarebbe un buon incentivo per esplorare, peccato solo che una sconfitta in questa arene costringa a rigiocare il livello, rendendo di fatto ben poco appetibile prendere questa deviazione nel corso di una missione.

Un’altra problematica da segnalare riguarda la gestione dell’esperienza: in alcune missioni potrete scegliere liberamente quale protagonista utilizzare, ma in altre sarà il gioco a scegliere per voi. Alla fine di ogni missione sarete comunque in grado di assegnare liberamente l’esperienza accumulata tra i tre personaggi, ma proprio per via di questa struttura dovrete assicurarvi di non lasciare nessuna protagonista indietro.

Il rischio, infatti, è quello di trovarsi di fronte ad una missione giocabile con un singolo personaggio che magari è rimasto indietro di qualche livello rispetto a quanto raccomandato dal gioco per la missione.

Non è impossibile finire una missione pur essendo di qualche livello sotto quello raccomandato, ma il game over diventa molto più facile – e spesso sarete costretti a tornare indietro e passare qualche tempo a fare grinding per il personaggio che vi serve.

E questo non sarebbe così problematico se non fosse che il gameplay di base, come vi abbiamo detto, funziona ma non è particolarmente interessante, così come i dungeon, dunque visitare una seconda o una terza volta la stessa missione diventa molto più frustrante e noioso di quanto dovrebbe essere.

Insomma, Crymachina è un esperimento riuscito meno che a metà, che quasi fatica ad arrivare alla sufficienza. Da una parte abbiamo un concept già visto ma potenzialmente interessante, con una storia che riesce a farsi seguire con piacere seppure pur senza essere particolarmente originale.

Dall’altra, però, ci troviamo di fronte ad un cast di personaggi scritti in maniera fin troppo approssimativa, un gameplay che si accontenta di coprire le basi del genere e che è contornato da una serie di scelte e meccaniche incomprensibili, che vanno a pregiudicare il godimento dell’esperienza.

Un vero peccato, perché dal team ci saremmo aspettati davvero di più. In Crymachina il talento degli autori è solamente intuibile, ma viene offuscato da una produzione che, nel complesso, non è affatto all’altezza dei precedenti lavori.

Voto Recensione di Crymachina | Recensione


6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Storia già sentita ma interessante

  • Gameplay funzionale...

Contro

  • ... ma, in assenza di guizzi, diventa ripetitivo troppo presto

  • Cast di personaggi esageratamente stereotipato

  • Dungeon poco ispirati

Commento

Crymachina non rappresenta il trionfale ritorno che in molti speravano per FuRyu Corporation. Il gioco ha una storia che, sebbene sia potenzialmente interessante, dà la sensazione di sprecare il suo potenziale, in parte a causa di un cast di personaggi eccessivamente stereotipato, che potrebbe stare bene in un teen drama. Anche da un punto di vista del puro gameplay, le cose non si fanno molto migliori. Il gioco è certamente fruibile e funziona, offrendo anche un po' di divertimento iniziale, ma la sua mancanza di profondità lo rende ripetitivo dopo poche ore. Quando a questo sommi alcune scelte inspiegabili relative ad alcune delle meccaniche, diviene chiaro come Crymachina manchi di quella spinta in più che gli avrebbe permesso di imporsi e spiccare su altri esponenti del genere.
***

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