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Alla scoperta di Ouya

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Avatar di Naares

a cura di Naares

Pubblicato il 13/07/2012 alle 00:00

Da qualche anno a questa parte, il mercato videoludico sta subendo dei profondi cambiamenti.Da una parte ci sono infatti gli esorbitanti costi di sviluppo per i giochi console, dall’altro le nuove prospettive offerte dal mondo portatile e dalla distribuzione digitale. Alcuni dei più grandi designer al mondo sembrano cominciare ad essere stanchi delle grosse produzioni, prendendo a interessarsi alla freschezza di nuovi tipi di gameplay. Casi come Hironobu Sakaguchi (papà di Final Fantasy) o Peter Molyneux (Fable, Black & White) che decidono di passare al software per smartphone sono ormai all’ordine del giorno, e lo sviluppo tecnologico sta velocemente avvicinando questi apparecchi alle prestazioni delle console da salotto. In un simile panorama, un gruppo semisconosciuto di sviluppatori se ne esce fuori con un’idea semplice quanto geniale, e presenta al mondo Ouya.Il concetto è molto semplice: unire la comodità della TV ad una piattaforma open source come Android 4.0. Ma andiamo a vedere in dettaglio di cosa si tratta.

L’hardwareOuya è una classica console da salotto, la forma del prototipo è simile ad un GameCube hi-tech, ma ovviamente non sarà quella definitiva. Gli utenti console troveranno tutto ciò che hanno già visto in passato, ovvero cavetteria assortita, alimentatore, un bel gamepad wireless e via dicendo. Il cuore della console ospita il SOC Tegra 3, una soluzione di Nvidia ben nota a chi mastica un po’ di hardware. Si tratta di un superprocessore da 4+1 core a basso consumo, dove ogni core si attiva o disattiva autonomamente in base al carico di lavoro e può arrivare alla frequenza massima di 1.4Ghz per Core, sempre dipendenti dalle richieste del software. Ouya possiede inoltre 1Gb di memoria RAM, una porta USB 2.0 e il sistema Bluetooth LE 4.0 con sistema operativo Android 4.0 IceCream Sandwich. Il controller somiglia vagamente all’ottimo pad di Xbox 360, con due stick anologici, una croce direzionale a 8 direzioni, 4 pulsanti frontali, 2 laterali e 2 grilletti analogici, oltre al tasto Home. Il pad è wireless, ed è dotato nella parte centrale di un touchpad per garantire la compatibilità con tutti i software già sviluppati per smartphone touch. Il case della console è chiuso con semplici viti, non presenta alcun tipo di protezione, aprirla non invalida la garanzia, e l’hacking è incoraggiato dagli stessi sviluppatori. Ciascuna console fungerà inoltre anche da dev kit per chiunque volesse cimentarsi nello sviluppo di un videogame, agevolando notevolmente gli sviluppatori indipendenti. In generale abbiamo quindi caratteristiche tecniche in linea con un tablet di fascia medio/alta piuttosto che con quelle di uno smartphone. In particolare la presenza di Tegra 3 garantisce un’ottima capacità di calcolo in ambito grafico. L’architettura di Nvidia ha più volte dato prova della propria potenza, riuscendo a far girare senza troppi compromessi le versioni più recenti dell’Unreal Engine 3. Ciò garantirebbe una qualità visiva più o meno alla pari con la corrente generazione di console ma, come vedremo, forse non è davvero questo l’obiettivo degli sviluppatori.

I giochiOuya non è pensata per far girare giochi su supporto fisico, ma offre invece un hard disk interno da 8Gb, accompagnato da un impianto Wi-fi 802.11 b/g/n. Ciò significa che potrete connettere la console al vostro modem, visitare lo store online e scaricare i titoli che vi interessano. Sì, scaricare, e non “acquistare”, perché alla base di Ouya c’è prima di tutto un modello di distribuzione gratuita ed open source: tutti i giochi disponibili per la console dovranno fornire una versione di prova gratuita, sia essa a tempo, a numero di utilizzi, a livelli o quant’altro. Compito degli sviluppatori sarà poi inventarsi un modo per monetizzare il tutto, magari permettendo il passaggio da una versione trial ad una full, oppure tramite microtransazioni, o ancora tramite DLC a pagamento. Ouya sarà costruita intorno al giocatore, offrendo un’alternativa a chi non desidera acquistare un gioco a 70 euro senza sapere realmente di cosa si tratti. Potrete quindi provare con mano ogni singolo titolo, valutarlo, e infine decidere se acquistare o meno la versione completa, con buona pace delle major del settore. Quindi niente Assassin’s Creed e Final Fantasy? “Ni”, perché anche se in linea teorica sarebbe possibile, Ouya impone un modello di distribuzione gratuito, quindi gli sviluppatori dovrebbero adeguarsi con demo corpose o rifacimenti pensati per la nuova console. Ovviamente è ancora troppo presto per considerazioni di questo genere, e molto dipenderà dal successo della macchina. In linea di massima la console è molto più interessante per il circuito indie, ovvero quei gruppi che riescono, in genere con budget ridotti, a creare prodotti poco costosi ma di qualità. Negli ultimi anni si è assistito al lancio di prodotti indipendenti quantomeno interessanti, arrivando a volte a divenire veri e propri capolavori. Si tratta di giochi pensati per il pubblico casual così come per quello hardcore, per i neofiti dei videogame così come per i veterani alla ricerca di sfide ormai impensabili nel mercato mainstream. Ecco quindi arrivare titoli casual dall’innegabile appeal, come Angry Birds, Wizorb, World of Goo, ma ecco soprattutto i veri giochi hardcore come non se ne fanno più, come i vari The Binding of Isaac, Braid, Super Meat Boy o giochi che non hanno paura di osare, come lo splendido Limbo, il sublime Dear Esther, o lo stesso Minecraft, per non dimenticarsi poi i concentrati di stile e amore per il videogame, come il mai troppo elogiato Bastion, o il dipinto vivente che risponde al nome di Trine 2. Il panorama Indie sta affiancando quello mainstream, e i numeri parlano chiaro: le 800,000 copie di Dear Esther (gioco realizzato da uno studente come supporto alla propria tesi di laurea nel giro di tre mesi) la dicono lunga sul rapporto investimento/guadagno. Essenzialmente non ci sono rischi, non servono grossi team, la piattaforma è ormai conosciuta, la potenza di calcolo non manca. Diventa solo un discorso di fantasia, e quella sembra essere presente in abbondanza. Di certo più presente che nelle solite minestre riciclate delle multinazionali del videogaming. Sviluppare un titolo sulla corrente generazione di console ha un costo che oscilla dai 20 agli oltre 100 milioni di dollari. Un gioco indie di solito si realizza con poche migliaia di dollari, sempre che a svilupparlo sia un team, e non un appassionato che lavori nel tempo libero. I titoli console devono poi avere a che fare con marketing, stampa, distribuzione e royalties mentre quelli indie tagliano quasi tutti i costi, eccezione fatta per le royalties, che su Android così come su iOS consistono nel 30% del prezzo di vendita da versare rispettivamente a Google o ad Apple. Con ogni probabilità Ouya chiederà una percentuale minore per incentivare lo sviluppo, ma al momento si tratta solo di rumor.

Il softwarePoco si sa riguardo il software della console, a parte il sistema operativo. Gli sviluppatori stanno prestando molta attenzione alle richieste dei fan, e considerato l’ottimo andamento della campagna Kickstarter, è più che probabile che software o hardware vengano migliorati prima del lancio. Ciò che al momento ci preme sottolineare, è però il carattere open source della console, e l’invito degli sviluppatori a “giocare” con essa. Ouya andrà certamente a nozze con la scena homebrew, permettendo a chiunque di scrivere e modificare il software, per poi distribuirlo gratuitamente o a pagamento. La presenza degli 8Gb di memoria ed il supporto a pen drive garantiscono una buona capacità di storage, che potrà potenzialmente trasformare la console in un vero e proprio multimedia center da salotto. Teoricamente quindi potrete avere tutte le funzioni di uno smartphone su tv, controllabili tramite il touch screen del controller o direttamente tramite gamepad, a seconda del design dell’applicazione. Immaginate di avere un sistema che si collega in wi-fi al vostro PC, o in bluetooth al vostro smartphone Android, portandone i contenuti sulla vostra TV in salotto e sfruttandone l’impianto Home Theater . Immaginate di disporre di software quali emulatori di vecchie console, così amati dagli utenti PC, ma mai approdati sulle console per ovvi motivi. Immaginate di connettervi tramite Ouya a Twitch.tv, e guardare le partite degli altri giocatori live e in streaming sul vostro televisore. Le possibilità sono realmente infinite. Al momento gli sviluppatori stanno inoltre valutando di inserire alcune componenti sociali nell’OS della console, tra cui la friend list ed un sistema di messaggistica, ma è tutto ancora in forse, e dipenderà strettamente dalle voci dei sostenitori.

Ouya è una console promettente, concettualmente rivoluzionaria. Non fa della forza bruta il proprio cavallo di battaglia, né entra in diretta competizione con i tre giganti del videogaming casalingo. Si propone piuttosto come un’alternativa intelligente, un complemento economico, con la stessa saggezza che fu di Nintendo nel proporre Wii. Se l’esperimento avrà successo potremmo assistere ad una nuova giovinezza per i videogames, un inno alla creatività e alla vena artistica che molti tra i grandi sviluppatori hanno ormai perduto.

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