Immagine di Apple dovrebbe comprare Netflix, i 15 anni di Facebook | SpazioTech
Tech

Apple dovrebbe comprare Netflix, i 15 anni di Facebook | SpazioTech

Tra le notizie tech della settimana, anche l'accessibilità secondo Google

Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di Spazio Tech
Spazio Tech
  • Piattaforme: TECH
  • Data di uscita:

Anche questo martedì, ci ritroviamo con SpazioTech, la nostra rubrica che chiacchiera con voi delle ultime curiosità in tema di tecnologia e social network. Tra gli argomenti di questa uscita, non mancano i dati dei bilanci di Apple che vedono ufficializzata la flessione di iPhone, oltre ai possibili investimenti della Mela, al compleanno di Facebook e alle rivoluzionarie invenzioni firmate Google per l’accessibilità. Vediamo tutto, una cosa per volta.

I primi quindici anni di Facebook

In settimana, il social network per eccellenza, Facebook, ha celebrato il suo quindicesimo compleanno. Nato dalla mente di Mark Zuckerberg come mezzo di contatto per gli studenti dell’Università di Harvard, il social come sappiamo ha cambiato il modo di comunicare e di socializzare per le persone di tutto il mondo, al punto che nel giugno 2018 ha fatto registrare la quota di 2,23 miliardi di utenti mensili attivi.

facebook spazio tech

Quando il social network aprì le sue porte, era il 4 febbraio 2004 e difficilmente i suoi padri fondatori avrebbero potuto prevedere che, dal 2008 al 2018, gli utenti sarebbero passati da 100 milioni a 2,3 miliardi. Non si tratta nemmeno dei numeri più impressionanti, se consideriamo che nel solo 2017 il social ha fatto incassare a Facebook Inc. entrate per $40,653 miliardi, con un reddito netto di $15,934 miliardi.

Con la sua crescita, Facebook Inc. ha anche messo le mani sul gigante della messaggistica WhatsApp e sul social network Instagram. La compagnia guidata da Mark Zuckerberg dà oggi lavoro a oltre 30.000 persone, ma proprio nel 2018 ha vissuto momenti di grande difficoltà, in seguito al caso Cambridge Analytica e, di recente, anche in seguito alle controversie legate alle microtransazioni mirate verso i minorenni in alcuni videogiochi gratuiti presenti sulla piattaforma.

Instagram al lavoro per arginare i post che incitano all’autolesionismo

Per restare in tema di social network, purtroppo sappiamo che è spesso difficile limitare l’accesso ai minorenni (anche giovanissimi), che corrono il rischio di trovarsi a contatto con sconosciuti che potrebbero rappresentare una potenziale minaccia, o esporli a contenuti non adatti.

instagram down logo

Nel caso specifico di Instagram, il social network ha dichiarato di essere al lavoro per riuscire ad arginare, mediante appositi algoritmi e tecnologie, i post sulla piattaforma che incitano all’autolesionismo, come quelli che fanno anche riferimento al suicidio. La questione ha colpito il social particolarmente dopo che, nel 2017, la quattordicenne Molly Russell ha deciso di togliersi la vita. Sul suo account Instagram, la ragazza seguiva purtroppo molti profili che incitavano a pratiche autolesioniste e al suicidio.

Al momento, Instagram si affida principalmente alle segnalazioni degli utenti per bloccare questi contenuti inappropriati, ma in futuro si spera di riuscire ad arginarli più efficacemente – magari, il prima possibile.

I bilanci di Apple e l’idea di Morgan Stanely: comprare Netflix

Nei giorni scorsi, abbiamo parlato sulle nostre pagine tech dei risultati finanziari di Apple per il Q1 2019, che mostrano esattamente ciò che ci si aspettava: si registra infatti una flessione nei numeri di iPhone, mentre altri settori risultano sicuramente in salute. Se nel caso degli smartphone la caduta dei ricavi è pari al 15% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, crescono invece i settori di Mac, indossabili e iPad, che hanno avuto una salita rispettivamente del 9%, del 33% e del 17%.

apple nuovi iphone

La questione è finita anche sotto la lente d’ingrandimento di Morgan Stanley, i cui analisti non hanno dubbi: per rilanciarsi ulteriormente, Apple passerà dai servizi, come quelli che conta di potenziare – si parla di streaming audio, streaming video, riviste online e, chissà, forse anche di videogiochi. Morgan Stanley si spinge oltre, dichiarando che per fare realmente il botto nel settore della vendita di servizi in abbonamento, la Mela dovrebbe puntare direttamente a quello più noto: comprare Netflix.

Sicuramente sarebbe richiesta un bel po’ di liquidità (si parla di circa 190 miliardi per il colosso dello streaming mondiale) e ci sono poche possibilità che la cosa si concretizzi, per gli analisti – fondamentalmente perché Netflix non avrebbe interesse a vendere – ma l’ipotesi azzardata da Morgan Stanley ci dà l’idea di due cose: la forza monetaria potenziale di Apple e quanto sia importante giocare le carte giuste per affermarsi in un settore già fagocitato dalle produzioni e dai servizi offerti da un concorrente come Netflix. Apple riuscirà ad imporsi e ritagliare la sua fetta di mercato o sceglierà davvero, anziché partire da zero, di acquistare una compagnia già affermata (che magari non costi 190 miliardi di dollari)?

netflix

La rivoluzione di Google Transcriber per l’accessibilità

Vogliamo chiudere questo appuntamento con SpazioTech parlandovi di un grande passo in avanti nella tecnologia. Nella stessa settimana in cui tutto il mondo ha potuto vedere da vicino il funzionamento dell’Adaptive Controller di Microsoft, pensato per i videogiocatori con disabilità, anche Google scende in campo in favore di un mondo più accessibile per tutti.

Il gigante di Mountain View ha così presentato Google Transcribe, attualmente in test: questa applicazione intelligente, che purtroppo richiede sempre una connessione Internet attiva, sarà inclusa nei telefoni Android ed è in grado di trascrivere in un testo chiaro e leggibile qualsiasi cosa stia venendo detta, in oltre 70 lingue. Grazie a questa tecnologia, le persone non udenti possono così cogliere i discorsi delle persone attorno a loro e interagire al meglio, dal momento che il testo viene anche interpretato con correttezza dall’applicazione, capace di inserire la punteggiatura per aiutare una lettura il più agile possibile. Addirittura, apprendiamo, l’applicazione ha scritto correttamente la frase “ho comprato una jersey in New Jersey”, distinguendo così tra lettere maiuscole e minuscole e piazzandole nel posto corretto.

Oltre a questa tecnologia, gli utenti Android potranno trovare anche Sound Amplifier, applicazione che è in grado di recepire i suoni attorno allo smartphone per amplificarli a piacimento – consentendovi anche di decidere se agire su un solo lato o su entrambi.

Sia Google Transcribe che Sound Amplifier saranno già installati in Google Pixel 3 e saranno resi scaricabili su Play Store anche per gli altri smartphone Android. Da notare però che la seconda app richiede Android 9 Pie, mentre Transcribe per ora è in closed beta e aspettiamo la release definitiva.

Siamo estremamente felici di questa settimana dedicata all’importanza dell’accessibilità. Quando giganti come Microsoft e Google investono per coinvolgere tutte le persone nella vita della nostra comunità di esseri umani, come detto dal gigante di Redmond stesso, “vincono tutti.”

Nel frattempo, è importante anche che i social network continuino la loro evoluzione di cui abbiamo parlato nell’articolo: Instagram perché sono molti i minori che hanno accesso a queste piattaforme, Facebook per assicurarsi che un anno come il 2018 non si ripeta più – e non per l’imbarazzo causato ai piani alti del social, ma per quello causato ai miliardi di utenti iscritti al social.

Voto Recensione di Spazio Tech - Recensione


-

Commento

Siamo estremamente felici di questa settimana dedicata all'importanza dell'accessibilità. Quando giganti come Microsoft e Google investono per coinvolgere tutte le persone nella vita della nostra comunità di esseri umani, come detto dal gigante di Redmond stesso, "vincono tutti." Nel frattempo, è importante anche che i social network continuino la loro evoluzione di cui abbiamo parlato nell'articolo: Instagram perché sono molti i minori che hanno accesso a queste piattaforme, Facebook per assicurarsi che un anno come il 2018 non si ripeta più – e non per l'imbarazzo causato ai piani alti del social, ma per quello causato ai miliardi di utenti iscritti al social.