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Immagine di Towa And The Guardians Of The Sacred Tree sembra un roguelite diverso dal solito
Anteprima

Towa And The Guardians Of The Sacred Tree sembra un roguelite diverso dal solito

Giocando le prime ore del nuovo progetto di Brownies e Bandai Namco, si ha la sensazione di intraprendere un viaggio unico nel suo genere.

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Avatar di Marino Puntorieri

a cura di Marino Puntorieri

Editor

Pubblicato il 18/08/2025 alle 19:13
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In sintesi

  • Un roguelite sfaccettato e che ha qualcosa da raccontare
  • Diversi eroi da combinare per sfide uniche
  • Ritmo dell'esperienza, almeno nelle prime ore, altalenante
  • Pro
    • Diverse combinazioni per le coppie di eroi da scegliere a ogni viaggio
    • Potrebbe avere una narrazione importante...
    • Stilisticamente accattivante tra colori e musiche d'autore
  • Contro
    • ... ma bisogna approfondire nelle sessioni più avanzate come verrà gestita
    • Necessita di alcuni bilanciamenti nella difficoltà e nelle abilità

Conclusioni Finali di SpazioGames

Questo primo assaggio di Towa And The Guardians Of The Sacred Tree è stato più saporito del previsto, aumentando il desiderio di testare la portata principale a lavori ultimati. Un roguelite che presenta tantissime idee interessanti sia durante i combattimenti sia durante le fasi più calme di preparazione. Non mancano alcuni dubbi che necessitano di approfondimenti per le sessioni più avanzate di gioco, ma le sensazioni al momento, sono molto confortanti.

Quando si pensa a un genere di videogiochi diffuso a macchia d’olio e senza apparente controllo, soprattutto negli ultimi anni, risulta difficile non riferirsi al mondo dei roguelite.

Tra indie o piccoli progetti più e meno blasonati, abbiamo tantissimi studi di sviluppo che cercano di trovare quella formula perfetta, capace di creare dipendenza con un gameplay immediato e colmo di sfide. Il tutto, però, sacrificando troppo spesso tutto il resto, tra comparto tecnico o narrativo, lasciando il fianco scoperto al sempre temuto rischio di ripetitività.

In questo panorama decisamente saturo, però, potrebbe emergere una piccola sorpresa di nome Towa And The Guardians Of The Sacred Tree, titolo sviluppato dai ragazzi giapponesi di Brownies con il supporto editoriale di Bandai Namco. Un progetto che riprende in tutto e per tutto lo stile proprio dei roguelite menzionati, ma che sembra avere davvero tanto di più raccontare e mostrare.

Abbiamo provato le prime ore di gioco, iniziando solo a scalfire la superficie di un progetto che contro ogni aspettativa può davvero portare una ventata d’aria fresca nel genere di riferimento.

Rituali e sacrificio

Il primo aspetto che risalta in Towa And The Guardians Of The Sacred Tree, fin dai minuti iniziali di gioco, è il suo comparto narrativo; ricco di dettagli, luoghi e personaggi che fanno pensare essere tutt’altro che una mera cornice per dare risalto esclusivamente al gameplay (è possibile preordinarlo comodamente a questo link su Amazon).

Guarda su

La storia nello specifico, pescando a piene mani dal folklore giapponese, ha tutti i contorni tipici di un racconto tra miti e leggende ben noto ai più classici jrpg, con le forza del male pronte a prendere il sopravvento sul mondo conosciuto e un gruppo di eroi chiamati a salvarlo.

Nello specifico, in Towa And The Guardians Of The Sacred Tree, impersoniamo la giovane sacerdotessa Towa del villaggio di Shinju, alla guida di otto eroici guerrieri per salvare il mondo dal proliferare di alcune creature demoniache.

Da qui, inizia un vero e proprio viaggio, dove potersi rapportare con i vari personaggi e tesserne i legami, oltre a scoprire come potenziarsi e sconfiggere le varie creature.

Fin dalle prime ore, non possiamo entrare troppo nei dettagli, i colpi di scena non mancano, conditi da molte linee di dialogo che evidenzieranno un escalation degli eventi abbastanza immediato e che ci obbligherà a tornare al villaggio natio dopo ogni game over per potenziarsi o cambiare strategia.

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Nel villaggio è fondamentale parlare con ogni abitante a ogni ritorno.

Forse l’inizio, di per sé, è un po’ troppo lento dal punto di vista del ritmo della narrazione, anche se capisco sia stato necessario per orientare il giocatore in un mondo sorprendentemente ricco di informazioni.

L’arte della spada

Parlando del mero gameplay di Towa And The Guardians Of The Sacred Tree, la proposta è all’apparenza quella dei più classici roguelite, con la differenza che si ha fin da subito la sensazione che i momenti più calmi nel villaggio (vero hub centrale dove chiacchierare e potenziarsi) siano altrettanto importanti per i risvolti della missione.

In riferimento agli scontri, in realtà, bisogna scegliere due combattenti tra gli otto guerrieri menzionati, da impersonare e portare nel progressivo viaggio fatto di aree con nemici e ostacoli sempre differenti, fino ai vari boss. Bisogna scegliere - nella coppia - quale combattente può utilizzare due spade dense di potere sacro (denominate Tsurugi) e quale un bastone magico per gli attacchi speciali (dal nome Kagura).

Le spade hanno diversi parametri e soprattutto a seconda della loro resistenza vanno alternate per essere ricaricate, mentre il bastone promette magia offensive o di supporto.

Il fattore veramente interessante? Ogni combattente ha poteri e abilità unici, intercambiabili anche a seconda della scelta su spada o bastone, così da ampliare il ventaglio di combinazioni e rendere ogni viaggio sempre diverso. Mi sono divertito già nelle prime ore a sperimentare le varie coppie senza chissà quali potenziamenti ed è stato impossibile non farsi coinvolgere dalle scelte e le conseguenze avvenute su schermo a ogni occasione.

Immagine id 31175
Ogni guerriero ha abilità uniche da sfruttare.

Per quanto riguarda i nemici, invece, risultano esteticamente curati, ma abbastanza basilari e semplici da sconfiggere, mentre con i boss ci siamo ritrovati sorprendentemente in difficoltà fin dalle battute iniziali; le sequenze dei vari livelli in Towa And The Guardians Of The Sacred Tree, in sostanza, tra nemici classici, mid-boss e boss vanno un po’ bilanciate  per ottenere un senso di difficoltà crescente e più coerente.

Elemento da considerare anche secondo i vari poteri - denominati Grazie - ottenibili alla fine di molteplici aree come ricompense e che vanno a potenziare determinati attacchi rispetto alla rapidità di schivata, oppure aggiungere qualche bonus danno elementale.

Gli scontri di per sé, comunque sono sorprendentemente sfaccettati, la bassa resistenza della spada menzionata, ad esempio, obbliga i giocatori a ricaricarla un attimo nel fodero, con la pressione di un semplice tasto, ed alternarla con l'altra in possesso, opzione che con un po' di dimestichezza garantisce combo piuttosto lunghe 

Interessante in questo aspetto, anche la gestione della salute, differente per ciascun guerriero e considerata come somma delle parti in una pratica interfaccia che mostra un unico indicatore totale. Il game over si raggiunge solo quando entrambe le vite vengono azzerate e se solo uno dei due perde completamente la salute rimane comunque giocabile sul campo, ma con meno danni da poter infliggere al nemico.

Un villaggio da vivere

Come anticipato il villaggio di Shinju, invece, funge da vero e proprio hub tra un viaggio e l’altro, ma si tratta di momenti dove si passa molto più tempo del previsto.

È possibile parlare a più riprese con diversi abitanti e raccogliere informazioni fondamentali per la crescita degli eroi, oltre a poter sfruttare un vero e proprio dojo dove dedicarsi ai potenziamenti a seconda delle risorse ottenute durante i combattimenti di Towa And The Guardians Of The Sacred Tree.

La scoperta più importante in positivo, però, è la possibilità di forgiare e potenziare le spade per renderle uniche e secondo il modo di combattere dell’utente; più danno e meno resistenza, rapidità nell’affondo o negli attacchi speciali, ogni utente troverà sicuramente la propria combinazione.

Tale personalizzazione, che riguarda anche l’aspetto estetico su colori e forma, avviene tramite una sessione composta da più mini giochi interattivi dove letteralmente mi sono ritrovato a creare la spada (almeno in queste fasi iniziali di gioco) dei miei sogni. Elemento che spero venga ampliato a gioco ultimato nelle fasi più avanzate.

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La forgiatura su più mini giochi è già causa di dipendenza.

Le sessioni che si susseguono per la forgia, della durata di una manciata di secondi ciascuna, sono ben studiate e coinvolgono oltre ogni aspettativa.

L’esplorazione del villaggio in sostanza, tra chiacchiere costanti, potenziamenti e mini giochi ad hoc, supportati da uno stile coloratissimo e musiche che presentano un ritmo tanto calmo quanto evocativo, è un elemento cardine del gameplay, anche se totalmente in contrasto con la frenesia dei combattimenti affrontabili durante i viaggi.

In diversi punti ho avuto la sensazione di essere in un cozy game per questi cambi di ritmo che si tramutano in vere e proprie pause dalla battaglia. Un aspetto decisamente interessante e quasi del tutto positivo, comunque da approfondire a lavori ultimati per capire la gestione con il progredire della storia, ma le sensazioni rimangono delle migliori.

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