Chissà quante volte nel corso della nostra vita abbiamo ripensato ad un determinato episodio fantasticando su un finale alternativo. Spark Unlimited ha applicato questo effetto “sliding doors” con un episodio accaduto realmente nel 1931. In un freddo inverno infatti, Winston Churcill venne investito da un taxi riportando danni permanenti ad una gamba. Ciò non gli impedì di occupare pochi anni più avanti un ruolo determinante nella lotta al nazismo salvando così il Regno Unito dalle brame espansionistiche di Adolf Hitler. Che cosa sarebbe successo se quell’incidente fosse costato la vita a Churcill? Secondo gli sviluppatori, non solo i nazisti avrebbero conquistato l’intera Europa, ma in pochi anni avrebbero attentato all’indipendenza degli Stati Uniti.
Nella guerra, determinazione; nella sconfitta, resistenza; nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza (w. Churchill)1953: I Nazisti invadono New York, distruggono la Statua della Libertà e prendono possesso della città. Migliaia di morti e feriti, pochi i superstiti che raccolti nelle metropolitane cercano di riorganizzarsi per preparare una controffensiva. Tra questi c’è anche Dan Carson, muratore, nonchè alter-ego del giocatore che vedrà con i suoi occhi gli enormi dirigibili tedeschi farsi largo tra i palazzi della grande mela. I primi attimi di gioco sono molto intensi e l’abilità da parte degli sviluppatori di ricreare il caos e la paura generata dallo stupore dell’invasione è davvero encomiabile. Farsi strada tra i concittadini bloccati sotto le macerie, mentre vengono uccisi dai soldati nemici, suscita sensazioni molto forti e i primi proiettili a bersaglio hanno il sapore della vendetta. Superato l’impatto iniziale, Turning Point si mostra come un classico sparatutto nelle meccaniche; la classica visuale dall’arma, priva di mirino per effettuare colpi più precisi, un tasto per abbassarsi uno per correre, uno per le granate e uno per ricaricare. E’ possibile utilizzare mitragliatori e salire a bordo di veicoli, seguendo ormai una tradizione decennale inaugurata dall’immortale Medal of Honor. Non esiste una barra della salute, ma la resistenza cala in base al numero di colpi ricevuti sul momento. Basteranno pochi secondi al riparo per tornare in piena forma. L’unica reale novità è rappresentata dalla possibilità di combattere faccia a faccia con qualche soldato nazista; preso il sopravvento sul nemico, sarà possibile scegliere se ucciderlo sul momento o utilizzarlo come scudo umano. L’impatto visivo è notevole per quanto riguarda la ricostruzione della città; i palazzi, le strade e le varie ambientazioni cittadine sono realizzate con grande cura, e a detta degli sviluppatori in maniera molto meticolosa, seguendo cioè le piante urbanistiche dei primi anni cinquanta. Lasciano un pò a desiderare i modelli dei cittadini e quelli dei soldati, considerando l’eccessiva ripetività nella riproposizione e texture slavate. Anche le esplosioni sono decisamente poco convincenti a causa di un uso molto limitato di shader.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi. (H.G. Wells) Nel corso della nostra prova abbiamo avuto l’opportunità di testare cinque degli otto capitoli che compongono la modalità principale per giocatore singolo, divisi in tre atti a cui corrispondono tre diverse ambientazioni: la prima ha base a New York e si concentra soprattutto sull’attacco nazista, i primi conseguenti momenti di disorientamento e lotta per la sopravvivenza. Successivamente Carson e gli altri sopravvissuti si sposteranno a Washington dove concentreranno la resistenza e prepareranno il piano per la controffensiva che si concretizzerà a Londra, la nuova sede del Nazismo. Nella versione a nostra disposizione non era prevista alcuna modalità multiplayer, ma possiamo confermarvi che proporrà le classiche modalità deathmatch e capture the flag, fino ad un massimo di 10 giocatori. Numerose perplessità per quanto riguarda l’intelligenza artificiale della cpu. I soldati si muovono poco e in maniera alquanto irrazionale. Troppo spesso capita di vedere sortite offensive alquanto suicide. Un’altra questione che speriamo venga risolta nella versione finale del gioco, riguarda l’abuso di scriptaggio soprattutto nelle situazioni di combattimento in campo aperto. Nel secondo livello di gioco, dovrete respingere un’offensiva nazista e osservando in un’angolo dello schermo, vedrete la sagoma di un carroarmato nazista entrare in scena solo dopo che avrete eliminato un certo numero di soldati. Può sembrare una banalità, ma questi dettagli sono decisivi nel considerare la qualità finale del prodotto. Concludiamo questa preview avvertendo i giocatori che se il livello di difficoltà non dovesse essere modificato, anche un discreto esperto di sparatutto potrebbe incontrare non poche difficoltà a livello normale già a partire dal secondo atto. Per curiosità abbiamo testato un paio di livelli a Folle, confermando appieno il delirio di proiettili e il numero di nemici presenti a schermo.
Considerazioni FinaliAllo stato attuale Turning Point si dimostra un titolo nella media che, nonostante uno spunto di trama molto interessante, in virtù di una notevole linearità generale e un’intelligenza artificiale alquanto imbarazzante, non riesce a emergere dalla mediocrità. La nostra speranza è che gli sviluppatori dalla beta datata dicembre (da noi testata) possano porre rimedio ai numerosi punti interrogativi espressi in sede di preview.