Anteprima

True Crime: Hong Kong

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a cura di Krauron

Uno dei compiti più ardui di un titolo in uscita in questa generazione è indubbiamente quello di ritagliarsi una propria identità. Anche i più celebri capolavori sfruttano quasi sempre tecniche e cliché già visti in decine (se non centinaia) di giochi simili, rendendo decisamente ardua l’impresa di fare breccia nei sempre più esigenti videogiocatori.I trascorsi di True Crime, in particolar modo, non sono tutti rose e fiori. Ad un primo episodio comunque positivo per la “old-gen”, non è succeduto un altro titolo altrettanto meritevole di fiducia, così che molti dubbi sono legati a questo prossimo lavoro. Un lavoro dannatamente complesso, perché dare lustro ad una saga così altalenante non sarà facile. Tuttavia, come avrete visto dalle ultime preview, il materiale e il tempo per fare bene c’è, come vedremo ora focalizzandoci sugli aspetti più “tangibili” di questa produzione targata Activision-Blizzard. Buona lettura!

Corri, combatti, caccia l’armaEcco le succitate “tre C” con le quali potremmo riassumere True Crime: Hong Kong. Apparentemente nulla di nuovo sotto il sole direte voi. Invece no, perché tutte e tre queste componenti sembrano amalgamarsi così bene da rendere il tutto più vicino possibile alla componente cinematografica. Oddio detto così non vorremmo offendere sua maestà Uncharted, ma si gusta tuttavia un sapore che sa di giustizia. Giustizia non tanto riferendoci al nostro eroe che si infiltra nel cuore della malavita, ma anche giustizia verso gli Action in generale, focalizzando l’attenzione su ogni aspetto più adrenalinico. E per adrenalinico non intendiamo esclusivamente sparatorie impazzite, ma soprattutto una sana dose di vere e propri mazzate. Botte da orbi insomma, con un sistema di combattimento che sembra variare in base al contesto. Ad esempio in un video è stato mostrato una sorta di frigorifero, con gli sportelli di quest’ultimo usati alla perfezione per fracassare i crani di un povero disgraziato. Oppure se proprio vogliamo fare tutto con le nostre mani, possiamo benissimo inveire contro una specifica parte del corpo del nemico di turno, magari spezzandogli la schiena, una gamba, o, perché no, il braccio armato. Un poliziotto decisamente “duro” che in una sequenza successiva non si è fatto scrupoli nell’usare un avversario come scudo umano. Nello specifico un (abbozzato) sistema di puntamento manuale ha fatto il bello e cattivo tempo, portando un po’ di scompiglio tra le file nemiche. A tal proposito dobbiamo purtroppo ammettere che la fisica di gioco non fa urlare al miracolo (problema noto agli amanti della serie d’altronde), né tantomeno riescono le esplosioni a darci qualche brivido, ancora troppo povere tecnicamente e prive di un’elevata spettacolarità.

Malavita tra luci ed ombreA proposito di qualità, il primo aspetto che davvero ci ha colpito di questo nuovo True Crime è stato il forte uso dei chiaroscuro. Non sappiamo se un contrasto così netto sia funzionale a qualche specifica sessione di gioco o a qualche particolare azione che il protagonista potrà compiere. Tuttavia la luce e l’ombra plasmano in maniera molto marcato i personaggi, forse anche troppo, cadendo quasi in un fastidioso effetto “plasticoso”. Nulla di grave, soprattutto quando il buio e la luce si scagliano uno contro l’altro nelle appariscenti stradine cinesi, riuscendo così a calare il videogiocatore in un piacevole contesto ed immedesimarlo nelle sfrenate sequenze che, fin da subito, sembrano incredibilmente personalizzabili, potendo scegliere cioè in che modo affrontare un particolare scontro. Ad esempio se due nemici ci spareranno da dietro un bancone, potremo tanto colpirli con le pistole, quanto aspettare che ricarichino per scivolare sul tavolo a loro adiacente e neutralizzarli con un doppio calcio. Terribilmente avvincenti sembrano anche gli inseguimenti su strada, dove potremo balzare da un veicolo ad un altro. Resta il fatto che il modello di guida non sembra particolarmente curato, così come le meccaniche per balzare in corsa su di un automezzo sembrano ancora troppo acerbe e fin troppo automatizzate. Da valutare in fase di review l’intelligenza artificiale, che non ha brillato fino ad adesso. In un video ad esempio è stato mostrato il nostro eroe armato di fucile che disarmava un nemico. Quest’ultimo invece di riprendere l’arma con l’altra mano o magari darsi alla fuga vedendoci arrivare, è rimasto fermo immobile in posizione di difesa da combattimento a mani nude. Sarà anche un’inezia, ma non vorremmo che tutti i cattivi di turno fossero così stupidi.

– Diverte anche solo a guardarlo

– Combattimenti a mani nude

– Spericolato

True Crime: Hong Kong sembra mescolare tutti gli elementi giusti per offrire un divertimento sano senza però particolari pretese. Un (apparentemente) riuscito sistema di combattimento, tante mosse, sparatorie a go-go e inseguimenti a perdifiato sembrano fondersi tutti insieme per dar vita a qualcosa di piacevole. Indubbiamente c’è ancora da lavorare dal punto di vista “tecnico”, tuttavia è un titolo da tenere d’occhio, sempre che sappia sfruttare il tempo a sua disposizione per sistemare gli elementi di incertezza.

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