Anteprima

Tomb Raider Definitive Edition

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a cura di LoreSka

Benvenuti nel mondo dei remake next gen. Tomb Raider Definitive Edition sarà infatti il primo gioco a rappresentare questa nuova categoria di prodotti. In breve, si tratta di un’operazione analoga a quella avvenuta nel corso della current gen con quei titoli old gen che sono stati rimasterizzati in alta definizione. Il punto è che, questa volta, il prodotto di partenza è già un titolo in HD, il cui remake next gen potrebbe deludere sul piano qualitativo a causa delle scarse differenze visive con l’originale.
Con questa preoccupazione in testa ci siamo lanciati in un lungo hands on del gioco su PS4 che, per certi versi, ha confermato le nostre paure. Ma, per contro, ci ha anche lasciato una buona sensazione.
Cosa cambia?
Siamo convinti che il passaggio alla nuova generazione non sia stato così radicale come quando, ad esempio, arrivò sul mercato Xbox 360. In quel caso passavamo dalla bassa all’alta definizione, e l’impatto visivo era sorprendente. Nel passaggio alla nuova generazione, invece, le differenze sono più sottili e meno notevoli, per quanto incisive. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che, a oltre un mese e mezzo dall’arrivo della next gen, il nostro occhio si sta abituando lentamente alla nuova grafica. Di conseguenza, per notare le differenze tra questo titolo e Tomb Raider per PS3 e Xbox 360 dobbiamo fare affidamento a una lista di feature confermate dagli sviluppatori, che abbiamo potuto verificare con i nostri occhi.
La prima differenza si riscontra nella protagonista del gioco, Lara Croft, il cui modello è stato completamente ricostruito. Con ogni probabilità, questo è l’aspetto che più si nota nella Definitive Edition: il corpo è modellato in maniera più precisa e più credibile, i movimenti sono fluidi e mai impacciati. Inoltre, è stata applicata la tecnologia TRESS FX ai capelli di Lara, che si muovono in maniera realistica. Non è quel genere di dettaglio che modifica in maniera radicale l’esperienza di gioco, ma è certamente bello notare un tale effetto di realismo anche nella chioma della protagonista. Infine no, niente simulazione del movimento delle tette, come qualcuno aveva un po’ ironicamente ipotizzato.
Il secondo aspetto notevole è costituito dall’illuminazione, anch’essa rivista per fornire un maggiore senso di realismo. La cosa si nota, in particolare, negli ambienti chiusi. In una sequenza in cui Lara si è ritrovata ricoperta di sangue e avvolta dalla luce di alcune torce, il risultato era davvero stupefacente. Quando la protagonista è sporca e bagnata, la luce dà un tono alla sua pelle a seconda della fonte di illuminazione, che si riflette in maniera dinamica e credibile. In tutte le altre situazioni, invece, i nuovi effetti di luce non incidono altrettanto bene, ma non avendo avuto l’opportunità di un confronto diretto con la versione PS3 non possiamo ancora confermare se e quanto la situazione sia migliorata.
Infine – cosa non da poco – il gioco gira a risoluzione 1080p nativa. Si tratta di un passo in avanti grafico che si nota grazie a una buona implementazione dei filtri che riducono l’aliasing, davvero ridotto al minimo in questa versione. A ciò si aggiungo altri elementi che hanno faticato ad emergere ma che, con ogni probabilità, si noteranno nel momento in cui porremo la versione standard e la versione Definitive a confronto. Tali aggiunte riguardano principalmente il motore fisico migliorato, che dovrebbe garantire una fisicità migliore nei nemici oltre a un comportamento più realistico della vegetazione dell’isola di Yamatai.
Le perplessità
Non vi è dubbio che, rispetto a un mero porting, gli sviluppatori si siano dati da fare per rendere quantomeno giustificabile il passaggio alla next gen di un titolo come Tomb Raider. Al contempo, in fase di anteprima si sono sollevati alcuni dubbi in merito alla reale utilità di uno sforzo di questo tipo. In tutta sincerità, non crediamo che il pubblico abbia bisogno di “riscoprire Tomb Raider su next gen”. Il gioco originale è uscito meno di un anno fa: si tratta pertanto di un titolo arrivato nella fase di piena maturità delle console current gen, e che pertanto ha margini di miglioramento alquanto limitati nella fase embrionale delle console next gen. Di conseguenza, per quanto gli sviluppatori si siano impegnati, le differenze percepibili dal giocatore saranno limitate. E, in un mondo come quello dei videogiochi dove “l’impatto” è nostro malgrado più incisivo delle raffinatezze, la cosa potrebbe tradursi in un vero e proprio problema in termini di percezione.
Allo stesso modo, sebbene Tomb Raider: Definitive Edition includa tutti i DLC del gioco originale, riteniamo sia elevato il prezzo di 60 euro. Si tratta di un costo inferiore a quello di un normale titolo next gen e pari a quello di un titolo current gen, ma al contempo si tratta di un prezzo elevato considerando che il gioco originale (e nuovo) si può tranquillamente trovare a un prezzo pari alla metà su console, a meno di 10 euro su PC. Potremmo certamente cambiare idea una volta che il gioco verrà messo sul banco di prova e affiancato alle versioni current gen, ma per il  – basandoci su quanto abbiamo visto in meno di 90 minuti – abbiamo qualche dubbio.

– Reparto grafico migliorato

– Tutti i DLC inclusi

Tomb Raider: Definitive Edition non è certamente una semplice versione next gen di un gioco old gen. Si tratta piuttosto di una rielaborazione di molti aspetti tecnici del titolo originale, che danno luogo a un risultato complessivamente positivo. Al contempo, non siamo del tutto convinti dell’operazione portata avanti da Square Enix e Crystal Dynamics, in quanto Tomb Raider è un titolo molto recente la cui necessità di rigiocarlo su next gen (e a prezzo pieno) può essere facilmente messa in dubbio. Attendiamo il 31 gennaio – anniversario dell’uscita dell’originale e giorno in cui la Definitive Edition arriverà nei negozi – per poter trarre le nostre conclusioni.