Anteprima

The Witcher 2: Assassins of Kings

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a cura di drleto

Milano – I giochi di ruolo occidentali stanno vivendo una nuova giovinezza, sospinti dal successo di produzioni come Elder Scrolls, Fallout 3 ed ovviamente i prodotti targati Bioware. Tra questi nomi altisonanti troviamo un sottobosco altrettanto florido, rappresentato principalmetne da team europei di comprovata esperienza ed abilità. Divinity II, Two Worlds II ed ovviamente The Witcher sono prodotti di altissimo livello qualitativo, che provano a sopperire con la passione e la professionalità il gap produttivo che li separa dai blockbuster. O perlomeno fino ad ora è stato così.

L’ammazza-reIl nuovo prodotto CD Project RED sembra infatti volersi imporre quale nuovo standard per l’intero genere. La software house polacca, abbandonato il glorioso Aurora Engine, ha sviluppato un’inedita piattaforma attorno alla quale costruire il secondo capitolo della saga videoludica di Geralt di Rivia, il Witcher -lo Strigo nella versione italica- nato dalla penna di Andrzej Sapkowski, uno degli scrittori polacchi più conosciuti in patria e, anche grazie al successo del videogioco, nel mondo. Per la seconda volta vestirete i panni di questo affascinante personaggio, un cacciatore di mostri dai lunghi capelli albini e dalla spada argentata, tagliente quasi quanto la sua lingua. Rispetto a quanto visto in passato, Geralt non sarà vittima di una sospetta amnesia, bensì un personaggio consapevole del mondo che lo circonda e degli affetti che lo legano a determinati personaggi già visti anche nei libri, con i quali imbastirà dialoghi a tratti esilaranti, grazie soprattutto all’accurata caratterizzazione dei diversi comprimari. Ad esempio, il bardo Dandelion cercherà inevitabilmente di infilarsi sotto le coperte di ogni fanciulla che gli passerà a tiro, mentre Triss non potrà sottrarsi ai sentimenti che prova per il Witcher. L’universo messo in mostra da CD Project RED rappresenta la fedele trasposizione delle terre descritte dallo scrittore polacco: ogni villaggio, vestito o razza agisce in maniera coerente col contesto di provenienza, donando ai conoscitori della saga la dolce sensazione di tornare a casa, in maniera però decisamente più dettagliata, affascinante e vasta di quella conosciuta. Coloro che invece si avvicineranno a questo prodotto per la prima volta non faticheranno ad entrare nei meccanismi di gioco e ad inquadrare i rapporti che reggono il fragile equilibrio socio-economico di queste terre, affezionandosi sempre di più ai tanti personaggi incontrati ed ovviamente al carismatico protagonista. Per quanto all’apparenza freddi e distaccati, i Witcher tendono infatti per natura a mantenersi neutrali e ad immischiarsi nelle faccende quotidiane solo se in esse sono coinvolti mostri: Geralt, anche nelle situazioni più pericolose, non disdegna mai una battuta tagliente e nonostante tutto è sempre prodigo nell’aiutare coloro che lo necessitano. Da questi presupposti è partita la prova diretta di The Witcher 2 – Assassins of Kings, tenutasi recentemente a Milano. Geralt viene ingaggiato per trovare chi si cela dietro un efferato massacro, perpetrato alle porte di Vergen, villaggio nanico incastonato tra impervi boschi e rocciosi picchi.

Detective storyLa quest è stata estrapolata dalla storia a circa metà gioco, ovvero con la trama già ben avviata ed i personaggi sufficientemente delineati. Questa missione secondaria è stata scelta per mettere nuovamente in mostra le tante possibilità che si avranno per risolvere ogni nostro compito, evidenziando come The Witcher 2: Assassins of Kings sia in grado di mutare gli eventi in base alle scelte del giocatore.Ele’yas, un giovane elfo, ci chiederà di indagare su questo assassinio, da una parte cercando indizi sul luogo del massacro, dall’altra analizzando con cura i corpi seppelliti in una cripta fuori dal villaggio. Abbiamo scelto di visitare per prima la scena del delitto. Grazie all’uso del medaglione, legato alla pressione del tasto Z, saremo in grado di scansionare il terreno intorno a noi, in modo tale da rendere evidenti i luoghi di potere, le erbe, gli oggetti da raccogliere e ovviamente gli indizi a nostra disposizione. Grazie a questa nuova meccanica siamo riusciti ad ottenere un temporaneo boost al danno inflitto con la spada, ed un altro al danno magico, oltre che diversi ingredienti alchemici. Sfortunatamente la scena del massacro non si è rivelata particolarmente utile per le nostre ricerche, costringendoci così a dirigerci verso la cripta. In questo frangente si è evidenziato un possibile punto debole del gameplay, ovvero che, nonostante un indicatore della mappa molto chiaro e la segnalazione della direzione sul radar, la complessa topografia del villaggio non renda sempre possibile trovare con facilità la strada giusta. Con molta probabilità la poca confidenza con il luogo e con l’interfaccia di gioco, non dimentichiamoci che siamo stati “teletrasportati” all’interno di una situazione ben definita e non siamo giunti lì con le nostre forze, sono stati i principali responsabili di questi problemi d’orientamento, ma va comunque segnalata l’assenza di un indicatore più evidente (come per esempio quelli di Fable o Dead Space) in grado di accompagnare i giocatori meno abili.Lungo la strada abbiamo avuto modo di sperimentare il nuovo sistema di combattimento. A differenza del primo capitolo, dove dietro le apparenze si celava un impostazione rigorosamente a turni ereditata dall’Aurora Engine di Bioware, in The Witcher 2: Assassins of Kings gli scontri con i nemici saranno completamente in tempo reale. I pulsanti del mouse gestiranno rispettivamente il fendente veloce ed il colpo potente, con la barra potremo schivare gli attacchi ed il tasto E ci permetterà di assumere un atteggiamento difensivo. Assolutamente interessante è l’introduzione di una sorta di slow motion durante gli scontri: questo espediente, legato alla pressione del tasto Ctrl, ci permetterà di avere il tempo di gestire alcune scelte dell’inventario, come per esempio il Segno (le magie di Geralt) da utilizzare, senza per questo interrompere il flusso del combattimento. Non esiste più la posizione per gestire l’intero gruppo, costringendo dunque l’utente a gestire uno scontro per volta, tramite un comodo auto lock che terrà fissa la telecamera su di uno specifico avversario.Sperimentare le nuove opzioni, unite a qualche consiglio di Tomasz Gop, Senior Producer del gioco, ci è servito per comprendere i tanti potenziali approcci ai combattimenti. Un gruppo di soldati potrà essere tenuto a bada grazie alla sovrumana abilità con la lama di Geralt, mentre un enorme mostro potrà essere gestito dalla distanza, sfruttando il lungo raggio dell’incantesimo Igni e scansando i colpi nemici. Uno slot per gli oggetti veloci completerà il quadro delle possibilità: i guerrieri previdenti vi collocheranno una pozione rigenerativa, quelli bellicosi una qualche trappola o una bomba fumogena. Tornerà ovviamente la possibilità di alternare una lama d’acciaio, utile per gli avversari umani a quella argentata, fondamentale per danneggiare i mostri.

La criptaGiunti nella cripta, il nostro compito consisterà nel trovare il loculo delle vittime del massacro. Come da tradizione vi saranno alcuni elementi dello scenario con i quali potremo interagire, come ad esempio muri di mattoni da far crollare o lampade da accendere. Una volta raggiunto il nostro obiettivo, si diventerà protagonisti di una fase di analisi delle spoglie. Tramite una serie di menù impartiremo al Witcher i comandi da eseguire: analizzando le braccia vedremo profonde lacerazioni, mentre osservando le mani troveremo del crine proveniente da una bestia tutt’altro che umana. Anche le ferite sull’addome e sulla schiena indicano una morte violenta, indizi che contrastano però con il volto, piuttosto segnato per la stanchezza, ma assolutamente intatto, con diversi segni di baci passionali sul collo. Il ritrovamento di un libro di poesie di Dandelion chiude il quadro: il giovane, sfruttando la potente prosa del bardo, deve aver ammaliato un essere poco raccomandabile, che dopo averlo amato fino allo sfinimento si è liberato di lui. L’unico indizio a nostra disposizione ci fa tornare dal nostro amico che, dopo aver riconosciuto il tomo, si “propone come volontario” per fare da esca al mostro. Per attendere piacevolmente la mezzanotte, (alcune quest richiederanno infatti specifiche condizioni temporali per essere completate), decidiamo di svagarci un po’ all’interno della locanda, dove nuove attività ricreative ci attendono. Ovviamente i nani andranno pazzi per il poker coi dadi, ovvero una versione semplificata del gioco di carte tanto di moda in questi tempi. Dopo ogni turno dovremo decidere quali dadi tenere e quali provare a lanciare di nuovo per ottenere la combinazione più alta. Un altro divertente passatempo è il braccio di ferro. Su di una barra orizzontale si muoverà un indicatore corrispondente alle sorti del match, per vincere bisognerà essere bravi a tenere il cursore sempre nel mezzo. Dulcis in fundo, la possibilità di fare a cazzotti nel retro della locanda. Dopo aver scelto l’avversario comincerà un confronto da portare a termine premendo la combinazione di tasti corretta (niente di più di un Quick Time Event tanto in voga in altri generi videoludici).

Questione di scelteNonostante i bagordi era ancora presto per giungere nel luogo prefissato. Dopo essere usciti dal villaggio abbiamo quindi scelto di meditare (questa pratica non è più legata ai falò) approfittando del momento per distribuire i punti talento sbloccati fino a quel momento. A fini puramente dimostrativi i ragazzi di CD Project RED ci hanno messo a disposizione un personaggio di alto livello, con abbondanti parti dell’albero delle abilità già sbloccate. Quest’ultimo sarà molto più classico e compatto rispetto a quello visto nel primo capitolo, che per ogni abilità presentava ulteriori diramazioni da sbloccare utilizzando sigilli dal vario valore. In questo sequel i rami sono solamente quattro (magia, abilità con la spada, alchimia e fisico), e permettono di sbloccare progressivamente le migliori magie e capacità a disposizione di Geralt. Impostato il risveglio a mezzanotte, ecco una grossa sorpresa: impersoneremo Dandelion! Muovendo il bardo ci avvicineremo al punto indicato sulla mappa, che farà scattare una scena animata. Il poeta comincerà infatti a enunciare i versi da lui scritti ed utilizzati dalla vittima del massacro, lasciandoci però la possibilità di decidere come continuare la strofa. Dopo un paio di versi una botola si aprirà, invitandoci ad entrare. Qui potremo decidere se tornare indietro dal Witcher e lasciare a lui l’incombenza o se –ovviamente- continuare ad impersonare Dandelion e infilarci velocemente nella botola, sperando di trovare l’esperienza amorosa definitiva. Tornando immediatamente nei panni del Witcher non possiamo che correre a salvare il nostro amico, per trovarlo svenuto dopo un’estenuante sessione di passione con una donna bellissima, (perlomeno fino alla vita, dato che i suoi arti inferiori ricordano quelli di una pecora). Qui potremo decidere se far sibilare l’acciaio o cadere anche noi vittima del suo fascino – ovviamente abbiamo fatto per la secondo volta l’errore di crederle. Terminata dunque la demo, Tomasz Gop ci ha illustrato alcuni dei momenti in cui la storia poteva prendere una diramazione completamente differente. I primi due snodi li troviamo nella cripta. Con strumenti chirurgici avremmo potuto estrarre materiale dal corpo della vittima per capire immediatamente di che tipo di mostro si trattava, mentre la seconda possibilità era quella di sbagliare il sonetto di fronte alla tana del fauno, facendo terminare in un “nulla di fatto” questa sub quest (noi abbiamo infatti indovinato per puro caso la sequenza!). L’altro bivio era dato dalla scelta di entrare o no col poeta, mentre l’ultimo ovviamente era se combattere il mostro o assecondarlo. Questo sistema di ramificazioni dovrebbe mantenersi inalterato per tutto l’evolversi della storia, coinvolgendo non solo le quest secondarie, ma anche quella principale, che potrà terminare in sedici modi differenti.

Balzo in avantiTecnicamente The Witcher 2 – Assassins of Kings rappresenta un bel passo in avanti rispetto al primo capitolo. Nonostante l’impressionante livello di dettaglio, sono stati eliminati quasi tutti i caricamenti che caratterizzavano il passaggio d’ambientazione nel gioco precedente, rendendo il fluire dell’avventura ancora più continuo ed avvincente. Se la caratterizzazione dei personaggi principali è certosina, i modelli degli NPC sono invece ancora piuttosto anonimi, ma anche da questo punto di vista si segna un netto passo in avanti. Peccato per le animazioni facciali e la scarsa capacità di gesticolare dei personaggi, che rendono i dialoghi un po’ legnosi, nonostante l’ottimo doppiaggio in lingua inglese. Ci è stato confermato che la versione italiana si limiterà ai sottotitoli, un vero peccato data la qualità del doppiaggio del primo capitolo. Ottime anche le musiche, epiche e medioevali, perfettamente adatte al contesto.

Console?Abbiamo chiesto direttamente a Tomasz Gop delucidazioni sulla fantomatica versione console di questo attesissimo GDR. Ovviamente non abbiamo ottenuto nessuna risposta univoca, ma lo sviluppatore ci ha assicurato di come il team sia molto interessato al progetto, eppure fermamente intenzionato a completare tutti i lavori sulla versione PC prima di fare progetti per il futuro. L’intervista integrale potrete trovarla tra qualche giorno sulle nostre pagine, naturalmente anche in formato video.

– Combati system profondo

– Tecnicamente bellissimo

– Personaggi profondi e carismatici

The Witcher 2 – Assassins of Kings è ciò che gli amanti dei giochi di ruolo stanno attendendo, una nuova, intensa e lunga avventura nell’universo di Geralt di Rivia. Gli elementi per il successo ci sono tutti: un comparto tecnico strabiliante, un combat system che pone al centro l’abilità dei giocatori e la certosina cura nel restituire l’universo di gioco e i suoi protagonisti, sempre in sospeso tra una battuta tagliente ed un’avventura amorosa.

In attesa della recensione, rimanete con noi.

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