Tra i titoli first party annunciati durante la conferenza Sony alla GamesCom 2014, spicca sicuramente il nuovo enigmatico progetto dei Q-Games, sviluppatori della serie shooter a due dimensione Pixel Junk. La decisione di ritornare a sviluppare un titolo in tre dimensioni ha dato la spinta propulsiva al team di sviluppo per staccare (momentaneamente?) la spina alla creatura che più di tutte ne ha decretato il successo in questi ultimi anni. L’estro creativo del team non è venuto meno, però, e allo stato attuale The Tomorrow Children ci è sembrato un titolo tanto enigmatico quanto curioso, in grado di stuzzicare la nostra curiosità per le potenzialità che potrebbe dimostrare in futuro. Il giorno successivo all’annuncio abbiamo preso parte a un incontro a porte chiuse in cui il presidente della software house giapponese Dylan Cuthbert ci ha illustrato l’idea di quello che punta ad essere un titolo multiplayer davvero particolare. I contorni del progetto sono ancora pesantemente sfumati, molti aspetti legati al gameplay e all’interattività tra i giocatori sono ancora oscuri, ma nonostante tutto, il titolo ci è sembrato molto interessante anche se ancora molto arretrato.
Un nuovo inizio
Innanzitutto partiamo dalle nozioni basilari. The Tomorrow Children è ambientato in un futuro distopico in cui, a seguito di un esperimento fallito malamente, quasi tutta la vita presente sulla superficie dell’intero pianeta è sparita nel giro di qualche istante. Un battito di ciglia e la Terra come la conosciamo noi non esiste più, andata via per sempre. Il pianeta bianco, desolato, asettico che ci troviamo davanti quando muoviamo i primi passi, prende ora il nome di “Void”, come a voler rimarcare ancor più fermamente che niente è rimasto del mondo esistente prima di quello scellerato esperimento. L’umanità però non è del tutto spacciata. Dopo anni, un piccolo gruppo di sopravvissuti inizia una colossale opera di ricostruzione della civiltà, ma impatta in maniera inevitabile contro una forza oscura dal potere devastante. Dall’inizio della catastrofe, infatti, tutta la negatività e gli incubi che hanno infestato il mondo in questi anni terribili hanno dato vita agli Izverg, bestie giganti che mettono a repentaglio l’incolumità dei pochi sopravvissuti e tutti gli sforzi da loro compiuti nella costruzione di una nuova civiltà. Città, edifici e armamenti sono facili prede della ferocia di queste immonde creature, che, se non fronteggiate in tempi brevi, possono vanificare tutti i nostri sforzi. La ricostruzione del genere umano è affidata all’utilizzo di “cloni-proiezione” capaci di addentrarsi nelle profondità del Void alla ricerca del DNA umano scampato alla catastrofe. Grazie a una particolare macchina è infatti possibile rigenerare le anime umane intrappolate concorrendo al ripopolamento del pianeta.
Raccogli e costruisci
L’alter ego virtuale che ci troveremo ad impersonare nelle inospitali lande del Void ha il fondamentale compito di raccogliere risorse utili a costruire tutta una serie di oggetti da utilizzare per difendere gli insediamenti e combattere i nemici. Da quanto emerso dall’incontro a porte chiuse, alla creazione della partita ogni giocatore entrerà a far parte di uno specifico insediamento, concorrendo alla costruzione e alla riparazione delle sue strutture insieme agli altri abitanti. Per procurarci ciò di cui abbiamo necessità dovremo però addentrarci nelle pericolose lande bianche in cerca di isole ricche di materiali preziosi, facendo attenzione a difenderci dagli Izverg di cui sopra. Armati di pala e piccone affiancheremo altri cittadini nell’opera di raccolta, guadagnando soldi e punti da spendere per migliorare le nostre abilità.
A quanto emerso, gli altri cittadini non sono altro che giocatori connessi alla nostra partita in multiplayer asincrono, anche se non abbiamo ancora ben chiari i meccanismi con cui tutti interagiranno nella costruzione della stessa città. Questa infatti sarà il frutto delle decisioni prese dai cittadini che costruiscono fortificazioni, la difendono dagli attacchi e la migliorano con nuove strutture. Sappiamo che nella versione finale ci si potrà muovere di città in città al solo scopo esplorativo, facendo sempre e comune ritorno in quella che all’inizio della partita ci è stata assegnata. Ovviamente, se questa dovesse cadere vittima degli attacchi dei mostri nemici, dovremo ricominciare tutto da capo. Graficamente The Tomorrow Children ha stile da vendere, grazie ad un design vintage che ricorda la propaganda negli anni della Guerra Fredda. Da sottolineare l’utilizzo di nuovo sistema di ray-tracing che consente un dinamismo totale delle luci e delle ombre.
– Concept potenzialmente interessante
– Visivamente molto bello da vedere
Un po’ Minecraft, un po’ action in terza persona, il concept del nuovo titolo Q-Games è sicuramente atipico e interessante, anche se molti aspetti legati al gameplay e all’interazione dei giocatori all’interno del mondo di gioco non sono ancora del tutto chiari. La storia di The Tomorrow Children non spicca sicuramente per originalità, ma l’incontro a porte chiuse a cui abbiamo assistito è bastato per darci un’idea del potenziale di questo ambizioso progetto.