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The Legend of Zelda: A Link to the Past 2

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Avatar di Hybr1d

a cura di Hybr1d

Pubblicato il 19/04/2013 alle 00:00
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Dopo l’annuncio inaspettato arrivato al Nintendo Direct di mercoledì scorso, abbiamo avuto la possibilità di provare con mano il nuovo The Legend of Zelda: A Link to the Past 2, titolo che a tutti gli effetti si presenta come il seguito del capolavoro uscito originariamente nel 1991 per SNES e riproposto successivamente nel 2003 su GameBoy Advance. Il titolo è in arrivo entro la fine dell’anno su Nintendo 3DS e come annunciato durante il Direct dallo stesso Satoru Shibata, non sarà un remake del gioco originale, bensì un’avventura con dungeon e storyline completamente rinnovati che avrà in comune con il suo predecessore solamente il mondo. Inevitabilmente, l’annuncio ha subito catalizzato l’attenzione dei fan della serie, provocando in poco tempo una spaccatura tra chi non vede l’ora di giocarlo e chi invece ha l’ha accolto con freddezza, temendo che l’aura di perfezione e bellezza che avvolge il predecessore possa venire in qualche modo rovinata da una mera operazione commerciale. È presto per dire chi ha ragione, ma il nostro primo incontro con il nuovo Zelda ci ha lasciati positivamente colpiti.

Si torna ad HyruleLa saga di Zelda è tra le più longeve e conosciute del mondo videoludico e, come in ogni capitolo che si rispetti, anche in questa occasione ci troviamo nella terra di Hyrule ad affrontare orde di nemici e boss particolarmente ostici per cercare di trarre in salvo la principessa Zelda, rapita dal cattivone di turno. La nostra demo è iniziata nella più classica delle situazioni, ovvero all’ingresso di un dungeon. Ci sono bastati pochi passi con Link per riconoscere tutti gli ingredienti che hanno fatto grande la serie di Zelda: enigmi, scrigni e nemici dal design inconfondibile ci hanno subito fatto sentire a casa, mantenendo intatto il feeling che da sempre contraddistingue la serie. Nella stanza iniziale ci siamo subito trovati davanti ad alcuni muri blu e rossi, che si sono rivelati essere della pareti mobili da sistemare nella posizione corretta per procedere nel livello. Un puzzle ambientale abbastanza canonico all’apparenza, ma dopo aver provato più volte differenti soluzioni senza riuscire a cavare un ragno dal buco, ci siamo accorti che per proseguire dovevamo ricorrere alla nuova abilità di Link introdotta dagli sviluppatori in A Link to the Past 2. Avvicinandosi a un qualsiasi muro raggiungibile a piedi e premendo il tasto A, il nostro protagonista abbandonerà la sua forma tridimensionale diventando un disegno sulla parete. In queste occasioni la telecamera si avvicina al nostro alter ego dandoci una prospettiva tutta nuova sulla stanza che stiamo esplorando e costringendoci ad approcciarci all’ambiente in maniera differente rispetto a quanto fatto nei capitoli precedenti. Quella che prima era solo una finestra, adesso diventa un passaggio verso l’esterno utilizzabile per raggiungere nuove piattaforme o per scoprire nicchie e segreti nascosti, il tutto senza preoccuparsi degli inconvenienti legati alla gravità. L’utilizzo di questa abilità consuma progressivamente la barra magica di Link, costringendoci a muoverci in fretta e a limitare gli errori perché, nel caso si esaurisse, il protagonista tornerebbe nella sua forma tridimensionale precipitando rovinosamente dalla parete. Per uscire dall’empasse iniziale, abbiamo assunto la forma di disegno e camminando sulla parete non curanti del vuoto sotto di noi e dei nemici a pochi centimetri di distanza incapaci di attaccarci, abbiamo raggiunto la parte opposta della sala, raccogliendo la chiave che ci ha dato accesso alla stanza successiva del dungeon. Da quanto abbiamo potuto provare fin’ora, Link non può fare altro che muoversi a destra e a sinistra seguendo le pieghe del muro quando si trova in questa forma, e non è ancora chiaro se oltre al limite di tempo a disposizione ci saranno delle situazioni pericolose o dei particolari nemici che potranno attaccarci anche durante l’utilizzo di questa abilità. Nintendo non ha rilasciato informazioni a riguardo, quindi dovremo aspettare una prossima prova per capire se ci saranno delle varianti in tal senso.

Uno Zelda verticaleIl nuovo A Link To The Past mantiene la visuale dall’alto e la stessa prospettiva isometrica adottata dal suo predecessore, ma differisce in termini di stile grafico, mostrando un riuscito mix tra la grafica colorata del primo titolo e il cel shading dei più recenti Phantom Hourglass e Spirit Tracks, con una palette cromatica meno brillante. Comuni ai due giochi invece saranno le armi messe a disposizione di Link o, almeno, quelle provate fin’ora. Oltre alla fidata spada, abbiamo a disposizione un potente martello e l’arco, entrambi utilizzabili sia nei combattimenti, sia nella risoluzione di enigmi ambientali. La spada si conferma un’arma piuttosto versatile dando al giocatore la possibilità di menare rapidi fendenti per abbattere i nemici più deboli o di caricare il colpo per generare un’onda d’urto dalla potenza maggiore. Il martello, invece, è più lento e pesante nell’utilizzo, ma ha l’utile funzione di stordire i nemici lasciandoci la possibilità di infierire su di loro in tutta tranquillità oppure di darcela a gambe levate nel caso in cui la situazione sia troppo complicata. Come da tradizione le frecce sono perfette per gli attacchi dalla lunga distanza e risultano essenziali per la risoluzione di alcuni puzzle ambientali.Durante la nostra prova abbiamo affrontato scheletri e bruchi corazzati, diametralmente opposti in termini di caratteristiche. I primi sono lenti e difficili da mandare giù, mentre i secondi sono molto veloci e seguono traiettorie imprevedibili con continui cambi di direzione. La difficoltà si fa maggiore quando veniamo attaccati in gruppo, aggiungendo un po’ di adrenalina agli scontri, ma senza raggiungere eccessivi picchi. Anche il boss finale si è rivelato impegnativo al punto giusto, costringendoci a studiarne attentamente i movimenti prima di scovare il suo punto debole e attaccarlo in maniera efficace.Puntando una strada mai battuta fin’ora, Nintendo ha modificato la struttura dei dungeon del nuovo A Link A To The Past che, al posto di svilupparsi orizzontalmente come accaduto per gli altri titoli della serie, si sviluppano verticalmente, con più piattaforme successive poste l’una sopra l’altra. La visuale dall’alto e l’effetto 3D esaltano questa scelta di level design, dando un ottimo effetto di verticalità ai dungeon. I piani più alti sono raggiungibili attraverso degli appositi cubi da schiacciare utilizzando il martello. In questo modo quando ritorneranno alla loro forma originaria daranno a Link una spinta abbastanza forte da raggiungere la piattaforma successiva. A dispetto di queste novità, resta però da sottolineare come la struttura dei dungeon di The Legend of Zelda: A Link to the Past 2 non differisca di molto rispetto a quanto visto fin’ora, mantenendo una forte continuità con la formula ormai più che collaudata dei precedenti titoli del franchise. All’interno dei dungeon ci troveremo ad affrontare stanze differenti con lo scopo finale di trovare lo scrigno contenente la chiave per accedere alla stanza successiva, fino ad arrivare al cospetto del boss. Altra critica che ci sentiamo di muovere al titolo è l’esclusivo utilizzo del touch screen per la mappa di gioco. Nella demo provata infatti il piccolo schermo del 3DS non viene in alcun modo coinvolto nel gameplay. Banalmente, gli sviluppatori avrebbero potuto impiegarlo per selezionare armi e mappe, oppure gli oggetti e pozioni dall’inventario. Un vero peccato se si pensa a tutti i possibili utilizzi che se ne potrebbero fare, soprattutto visti i numerosi impieghi adottati nei titoli usciti per DS che sfruttavano in maniera del tutto unica e originale anche molte altre feature messe a disposizione dalla portatile Nintendo. Rimaniamo fiduciosi comunque, consci che una demo di una ventina di minuti non può che scalfire superficialmente l’imponente mole di contenuti presente in uno Zelda.

– Il seguito di A Link to the Past

– Novità interessanti

– Ottimo mix di vecchio e nuovo

Dopo il recente annuncio a sorpresa non ci aspettavamo di poter già provare The Legend of Zelda: A Link to the Past 2, seguito spirituale del capolavoro uscito vent’anni fa per Super NES. Il feeling si conferma quello tradizionale della serie, con un mix bilanciato di enigmi ambientali e combattimenti impegnativi al punto giusto. La scelta di sviluppare i dungeon in verticale e la nuova abilità di Link sembrano riuscire a dare nuova linfa al capolavoro Nintendo, estremamente godibile e ben realizzato. Il poco tempo passato in compagnia del nuovo Zelda ci ha lasciati positivamente impressionati e non vediamo l’ora di provare nuovi dungeon in attesa del suo arrivo nei negozi previsto per la fine di quest’anno.

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