Shinji Mikami ha la rara abilità di riuscire in qualsiasi ambito si applichi. Ogni volta che il papà di Resident Evil è uscito dal seminato del surivival-horror per provare qualcosa di nuovo, ha fatto quasi sempre centro. Ci è riuscito con il picchiaduro (God Hand), con l’action-shooter in terza persona (Vanquish), ma anche in veste di produttore esecutivo ha azzeccato titoli come Killer 7, Viewtiful Joe e Shadows of the Damned. Resta però il fatto che dopo oltre vent’anni di carriera il nome di Mikami resta legato indissolubilmente a Resident Evil, ovvero alla saga survival-horror più amata e venduta di sempre. Immaginatevi quindi la sorpresa di milioni di fan quando Mikami, con il suo nuovo studio Tango Gameworks, ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo survival-horror otto anni dopo Resident Evil 4. Conosciuto prima come Zwei, il progetto ha cambiato nome e ora lo conosciamo tutti come The Evil Within; Mikami ci sta lavorando da oltre un anno assieme a un team di circa cento sviluppatori e, salvo ritardi dell’ultima ora, lo vedremo nei negozi il prossimo anno per PC, Xbox 360, PlayStation 3 e console next gen.
La saga horror di Mikami
Recentemente Mikami ha presentato The Evil Within a porte chiuse, mostrando per la prima volta alla stampa due sezioni del gioco e svelando diversi dettagli di quello che si candida già ora come il titolo horror più atteso e chiacchierato dei prossimi mesi. The Evil Within vuole innanzitutto rifare suoi gli stilemi tipici del genere, che negli ultimi tempi ha visto fin troppe contaminazioni con l’action e lo sparatutto in prima e terza persona. Mikami ha infatti insistito molto sul bilanciamento tra la componente narrativa (tensione, atmosfera) e quella d’azione, che non deve essere preponderante ma nemmeno del tutto assente. Ci sarà quindi spazio anche per combattimenti, scontro a fuoco (pochi vista la scarsità di munizioni), inseguimenti e persino sezioni difensive, dove ci si dovrà difendere dalle classiche orde di nemici. Da quello che si sa fino ad ora, Mikami ha inoltre setacciato a fondo tutto il meglio della tradizione horror su grande schermo. The Evil Within sarà infatti un titolo molto “cinematografico” (e non solo per il formato Cinemascope in 2.35:1), omaggiando classici del genere come Non aprite quella porta (il folle con la motosega), La casa (una baita nel bosco), Shining (una cascata di sangue), Session 9 (l’inizio nel manicomio), Hellraiser (l’orgia di sangue e di mostri) e La Cosa, come dimostra la creatura aracnide intravista nel primo trailer del gioco. Mikami non si è però dimenticato di Resident Evil e di Silent Hill, la cui atmosfera malata, marcescente, rugginosa e cupa sarà una costante del gioco.
Sebastian contro i mostri
In effetti l’ambientazione iniziale del manicomio trasformato in mattatoio, dove si reca a indagare il detective Sebastian (il nostro alter ego), mette in chiaro le cose fin da subito. Sangue a iosa, corpi mutilati e macellati sono sparsi per i corridoi dell’ospedale psichiatrico, ma il peggio deve ancora avvenire. Il responsabile di quel massacro si materializza all’improvviso nel manicomio, tramortisce Sebastian e lo rapisce. Il povero detective si risveglia legato a testa in giù (un po’ come la Lara Croft dell’ultimo Tomb Raider), mentre a pochi metri di distanza l’essere armato di motosega sta facendo a pezzi un uomo. Sebastian riesce però a liberarsi e inizia una disperata fuga per uscire da quell’inferno; naturalmente il “macellaio” si accorge della fuga e parte un vorticoso inseguimento per i corridoi del manicomio. Ci fermiamo qui per non spoilerare eccessivamente, ma l’incipit del gioco promette davvero bene e l’altra sezione mostrata da Mikami non è da meno.
Scappo o combatto?
Qui Sebastian si trova a combattere contro diverse creature che paiono uscite dai peggiori incubi di Silent Hill, destreggiandosi tra coltello, ascia, pistola e persino mine esplosive, che secondo Mikami introdurranno nel gameplay un forte elemento strategico sia in fase offensiva, sia nei momenti in cui dovremo difenderci da attacchi massicci. L’interfaccia sarà ridotta al minimo, con una barra della salute sottilissima, il cambio delle armi al volo e un piccolo menu per accedere agli oggetti raccolti come una siringa per curarsi. Come in ogni survival-horror che si rispetti, starà al giocatore decidere se puntare al combattimento ravvicinato o a quello da lunga distanza con le armi da fuoco e da lancio, ma si potrà anche optare per la fuga grazie alla presenza di numerose e ampie location all’aperto, che affiancheranno quelle interne ben più claustrofobiche e soffocanti. Passando invece al lato tecnico, Tango Gameworks ha scelto un motore potente e versatile come l’id Tech 5 già visto in Rage (dopotutto produce Bethesda), anche se il team nipponico è al lavoro su un codice potenziato rispetto a quello usato da id Software per il suo sparatutto post-apocalittico di quasi due anni fa. Graficamente aspettiamoci quindi un lavoro coi fiocchi, anche perchè su questo versante le produzioni di Mikami non hanno mai deluso e, ne siamo sicuri, succederà lo stesso anche con The Evil Within.
– Mikami torna al survival-horror
– Atmosfera estrema e malata
– La tensione narrativa sembra esserci tutta
The Evil Within non poteva partire nel migliore dei modi. Un trailer a dir poco inquietante, il nome di Shinji Mikami in bella vista, un team di quasi 100 sviluppatori al lavoro, un motore grafico coi fiocchi e un ritorno al survival-horror più classico e incontaminato. Per ora si è visto poco (magari ne sapremo di più all’imminente E3), ma quanto mostrato alla stampa da Mikami lascia ben sperare in un titolo rispettoso della tradizione, ricchissimo di omaggi ai classici del cinema horror e tecnicamente solido. Peccato solo che per averlo tra le mani bisognerà attendere ancora molto.