Anteprima

The Evil Within 2, l'anteprima dell' horror di Tango Gameworks

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a cura di Matteo Bussani

Il genere horror, quanto mai variegato nelle sue forme, ha sempre riposto nell’estenuante attesa e nell’imprevedibile contrasto le basi per la genesi del terrore. Aspetti che raggiungono l’apice se preparati a dovere dall’ideatore, la cui arte sta nell’impartire il giusto ritmo e il perfetto bilanciamento tra le diverse parti. Basti pensare a quante volte è l’elemento ragionevole in un quadro di pazzia a creare un ponte tra la realtà del videogioco e quella del videogiocatore per terrorizzarlo empaticamente. In the Evil Within 2 è evidente questa bivalenza, non solo nel gameplay, ma anche negli aspetti narrativi del gioco, e la prova di Londra comprensiva di capitolo 2 e capitolo 3, con annessa la rivelazione del quinto, ne è stata la conferma. Per chi si fosse perso più di qualche pezzo per strada, il gioco è il seguito di quel Survival Horror dal titolo The Evil Within, diretto da Shinji Mikami, che fu accolto bene dalla critica e tiepidamente da pubblico e mercato, che non riuscirono a entrare nel vortice psicologico in cui il gioco cercava di rinchiuderlo. 
Il primo The Evil Within al tempo, aveva convinto la stampa principalmente per la capacità di riunire in un unico gioco azione e suspance, senza sacrificare nessuna delle due. The Evil Within 2, recupera questo aspetto, ma non si ferma qua: grazie alla prova del chapter 3, in particolare, abbiamo avuto modo di conoscere l’aspetto più aperto e dinamico del titolo, con la mappa della città che si è srotolata davanti a noi in quel piccolo open world, fatto di attività primarie e secondarie, in cui il “Communicator” (un trasmettitore radio) ha svolto il ruolo di indicatore. 
Nonostante la paura che queste sezioni potessero far cadere nella banalizzazione il design caratterizzato dalla forte psicosi alla base del gioco, il modo dinamico con cui le pedine di mostri popolavano la zona ci ha confermato quanto, pur con un minore impatto terrorizzante, anche queste fasi contribuiscano al ritmo ansioso e ansiogeno che The Evil Within 2 cerca di trasmettere.
Ci si può immaginare che esse vadano a definire la calma, a patto di proseguire senza essere eccessivamente aggressivi nei confronti dell’ecosistema attorno a noi, prima della tempesta.
Il capitolo 5 è infatti l’ultima rivelazione del gioco prima delle recensione che arriverà in futuro su queste pagine, e per struttura si contrappone fortemente al design del precedente. Si incomincia con i classici potenziamenti, prima al tavolo di lavoro per le armi e poi a bordo della sedia elettrica della clinica, accompagnati dall’infermiera Tatiana. Si prosegue con una boss fight contro un nemico mostruoso, composto da cadaveri putrescenti, che cercherà di aggredirci a suon di colpi di sega circolare. Il pattern da eseguire per superare questa difficoltà è molto semplice e altrettanto action, tanto che con un po’ di attenzione e una buona quantità di colpi si riesce a concludere agevolmente il compito.
Da qui poi abbiamo modo di entrare nella city hall alla ricerca di nostra figlia Lily: fulcro e motivo della nostra spedizione, nonchè causa apparente di questa doppia realtà che è andata così a crearsi. Il mondo da aperto diventa immediatamente un susseguirsi di cunicoli, il ritmo aumenta progressivamente per quietarsi in occasione di alcuni puzzle di semplice risoluzione, ma dalla psicologia talmente disturbata da condurci in un crescendo claustrofobico, che trova il suo apice al termine della sezione. 
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Qui facciamo la conoscenza di Stefàno, antagonista del gioco, che ci mette di fronte alla nostra impotenza, lasciandoci in balia di un nemico e della sua macchina fotografica in grado di interrompere il tempo. La meccanica dell’effetto della fotografia sulla realtà, tanto ribadita nel corso di tutte le cutscene e nelle diverse fasi di gioco, cerca così di separarci dall’attivazione di un trasmettitore in grado di stabilizzare le due realtà parallele e darci la possibilità- si spera- di trovare un attimo di riposo. 
L’esperienza di questo livello ci ha così convinto che la saggia alternanza fra le tre componenti action, thriller e open-world, possa ampliare il respiro della produzione senza snaturarla. Le briglie dell’horror sembrano infatti nelle salde mani di alcuni momenti, pensati esclusivamente per condurre l’evolversi della vicenda narrativa e accudire la paura del giocatore dentro le curate pareti di un cunicolo senza una reale fine.

– Horror, azione e open-world sembrano ben miscelati

– Alcune sezioni particolarmente psicotiche

The Evil Within 2 è sempre più vicino e la nostra esperienza del titolo si rivela ancora una volta positiva. Le idee contenute nelle sezioni mostrate ci sono sembrate buone e al di là di qualche dettaglio tecnico fuori posto e ci conducono ad aspettarci una versione definitiva ben ritmata, in grado di mostrare le diverse anime del gioco senza sottolinearne eccessivamente una ai danni delle altre. Il detective Castellanos è dunque pronto a tornare in pista dal 14 ottobre per scoprire il mistero che avvolge la sparizione di sua figlia e tutti gli altri eventi surreali ad esso connessi, mentre nel frattempo vi invitiamo a rimanere sulle pagine di spaziogames per tutti gli aggiornamenti.