Milano – Ci sono pochi individui noti ai più nel mondo dei videogiochi. La maggior parte degli sviluppatori sono quasi sconosciuti, e quelli che si distinguono dalla massa appartengono a un ristrettissimo club, che di solito vanta sul curriculum titoli indimenticabili. Tra costoro, ancor meno sono le personalità dotate di grande carisma, personaggi unici che è sempre un piacere osservare o intervistare. Yoshinori Ono è senza dubbio un membro dell’ultimo gruppo. Sviluppatore famosissimo e seguitissimo su Twitter, quest’eccentrico genio nipponico sa far parlare di se, e ha tanti fan quanti antagonisti. In questi giorni Ono sta girando mezzo mondo senza sosta per promuovere il suo ultimo titolo, Street Fighter X Tekken, un crossover senza precedenti attesissimo da molti amanti dei picchiaduro. Tra le tappe c’è stata anche la divisione Digital Bros di Halifax a Milano e, ovviamente, noi di Spaziogames non potevamo lasciarci scappare l’occasione di fargli qualche domanda.L’evento era molto ben organizzato, e si è tenuto in un grosso salone con varie postazioni Playstation 3 e Xbox360 dove era possibile provare l’ultima build del gioco. Il producer giapponese e il suo traduttore hanno illustrato nel dettaglio tutte le meccaniche del videogame su un grosso schermo a fine sala, e si trattava di quelle definitive visto che l’uscita è prevista per marzo. Molti dei nostri dubbi sono stati chiariti durante quell’allegra mattinata, quindi è nostro dovere chiarire i vostri, cari lettori, e illustrarvi ciò che abbiamo scoperto. Si comincia!
Quando il gioco si fa duro, i duri devono ricordarsi di scapparePartiamo dalle basi. Come tutti coloro che hanno seguito il gioco finora dovrebbero sapere, Street Fighter X Tekken usa il sistema a sei tasti di Street Fighter e vi unisce quello tag di Tekken, nel quale coppie di combattenti se le danno di santa ragione, e mettere un guerriero qualsiasi al tappeto significa vincere un round. Questo gameplay è solitamente pensato per uno stick arcade, e potrebbe sembrare poco intuitivo alla maggioranza dei giocatori, eppure possiamo dirvi con certezza che l’ultimo nato di Capcom è sulla buona strada per divenire il picchiaduro più accessibile di sempre. Chiunque è in grado di eseguire combinazioni base dopo qualche minuto di allenamento, e tecniche mediamente avanzate quando presenti negli altri titoli risultano facilmente assorbibili e applicabili in questo. Ono ha spiegato di voler allargare il più possibile l’utenza dei picchiaduro, genere ancora considerato “di nicchia” a cui è spesso arduo approcciarsi, e che solo negli ultimi anni ha fatto un boom di vendite grazie ad alcuni blockbuster (molti proprio opera di Capcom). Sembra sulla buona strada per riuscire nell’impresa.A questo punto i giocatori più esperti storceranno il naso e perderanno interesse nel gioco, ma non dovrebbero sottovalutare il suo potenziale. Anche tra i nostri redattori ci sono amanti dei fighting games tecnici, che acquistano giochi di questo tipo solo per passare ore nella modalità allenamento, scoprire ogni trucco dei vari personaggi, e sfidare altri giocatori, online o offline. Ciononostante la nostra esperienza con Street Fighter X Tekken è stata alquanto divertente, pur senza combo con colpi difficilissimi da linkare, o un mare di tipologie di spostamento. Questo è un picchiaduro pensato per le console, non per le sale giochi, che tutti possono apprezzare. Non servono riflessi da tigre o guide da 100 pagine piene di frame data, tier list e hitbox. La strada scelta è furba da un punto di vista commerciale, ma non esclude che nella struttura del gioco manchino elementi profondi, stiamo parlando di Capcom dopotutto. Le prime accuse mosse dalla comunità competitiva al gioco hanno riguardato il Gem System, considerato mal fatto e potenzialmente devastante per il bilanciamento. Da una parte sono ragionevoli, poichè si tratta di un’aggiunta mostruosamente variegata e difficilissima da bilanciare, eppure il buon Yoshinori difende a spada tratta la sua idea, precisando che le gemme non danno enormi vantaggi, sono state inserite con criterio, e permettono solo ai giocatori di personalizzare nel dettaglio il loro stile di gioco. Da quanto abbiamo visto non mente: solo tre pietre sono equipaggiabili, i loro effetti si sentono, ma non abbastanza da ribaltare totalmente un match, certe condizioni vanno rispettate perchè diventino attive (ad esempio, una gemma che potenzia l’attacco richiede l’esecuzione di una combo da 5 colpi), e i loro bonus durano a malapena 10 secondi una volta attivati. Non è un cambiamento trascendentale, ma è abbastanza innovativo da svecchiare un po’ il genere. Le gatte da pelare secondo noi erano altre, principalmente il Pandora Mode, e il sistema di tag. Il Pandora Mode sembrava inizialmente inutile, finchè non si è scoperto che è possibile attivarlo a metà di una combo e provocare così danni ingenti. A sua volta il sistema di tag dava l’impressione di non contenere metodi sicuri per cambiare guerriero in situazioni disperate, esclusa la serie di colpi basilare con cui si può far entrare in campo il proprio compagno. Un modo alternativo di taggare però c’è, sfrutta parte della barra della super, e permette di cancellare un colpo speciale per dare il cambio con tranquillità. Ono l’ha descritto più nel dettaglio durante la nostra videointervista. Bisogna poi ricordare che, al momento del cambio, il personaggio uscente diviene invulnerabile per qualche istante, caratteristica che permette quasi sempre di evitare una sconfitta immediata a chi tiene d’occhio i punti vita . La barra permette infine di eseguire le Cross Arts, le Super Arts, il Cross Assault e le mosse EX. Tutte chicche già spiegate in passato e rimaste praticamente invariate. Insomma di modi per spendere l’energia ce ne sono parecchi, e nessuno pare eccessivamente disonesto.
Un vero guerriero ha il mento quadratissimo e… una pelle molto granulosaL’unico aspetto del gioco esserci sembrato un po’ carente è stato quello grafico. Street Fighter X Tekken è molto colorato, fumettoso e vanta ottime animazioni, ma il dettaglio di modelli e texture è bassino, tanto che le sgranature in certi casi appaiono evidenti. Geniali invece le arene, pienissime di easter eggs e in continuo mutamento. Peccato siano davvero poche, neanche una decina. Si spera ne arrivino di più nel prodotto finito. All’evento è stato detto qualcosa anche a riguardo del netcode, in teoria nuovo e migliorato alla grande rispetto a quanto visto finora nei titoli Capcom. Attendiamo di testare con mano prima di dire la nostra e la prova su strada prevista per il prossimo 9 febbraio potrebbe proprio fare al caso nostro. Poche le nuove sui conenuti, promessi in gran quantità ma non svelati. Di certo c’è che la modalità due contro due con quattro combattenti su schermo si prospetta uno sballo da giocare a casaccio con gli amici. Il risultato del match sarà sempre del tutto casuale, ma non potrà non strappare qualche sana risata in compagnia. Il producer ci ha dato molte altre informazioni sul suo ultimo progetto, ma per scoprirle vi consigliamo di guardarvi la nostra intervista. Ono è molto meno fumoso nelle risposte di quanto si possa pensare, eccetto quando si parla di roster.
– Accessibilissimo
– Molto divertente
– Roster già ora stratosferico
– Meccaniche meglio calcolate del previsto
Street Fighter X Tekken promette di essere uno dei picchiaduro più accessibili di sempre. Il titolo forse non avrà grandissimo appeal per chi vive in simbiosi con il suo arcade stick, ma ha le carte in regola per risultare divertentissimo e ottenere un grande successo. Il nostro consiglio è quello di tenerlo d’occhio, e lo diciamo anche ai giocatori più hardcore. Lasciarsi andare un po’ ogni tanto fa bene, e questo potrebbe essere il fighting game giusto con cui farlo.