Anteprima

Saint Seiya: Brave Soldiers

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a cura di Pregianza

Milano – Chi è cresciuto negli sfavillanti anni 90 ha visto manga e anime leggendari, ma solo due gli hanno pompato il testosterone al punto da essere la prima causa scatenante di barba in tenera età: Hokuto no Ken e Saint Seiya.  Il secondo, noto nel nostro bel paese come “I Cavalieri dello Zodiaco”, ha peraltro una caratteristica unica: il doppiaggio in italiano era meglio dell’originale, e portava i protagonisti a lanciarsi in citazioni dantesche e monologhi interiori incredibilmente elaborati, capaci di trasformare qualunque scontro in una battaglia epica.
Sull’opera di Kurumada e sulla sua struttura ciclica ci sarebbe da discutere per eoni, ma oggi vogliamo parlare di un videogame ad essa ispirato, Saint Seiya: Brave Soldiers, un picchiaduro che abbiamo potuto provare all’evento 100% Manga organizzato da Namco. Dopo aver testato il gameplay, e scambiato due parole con gli sviluppatori, siamo pronti a descrivervelo.
Salviamo Atena! Per la trecentesima volta!
Brave Soldiers è, come appena detto, un picchiaduro. Niente Musou, niente strani crossover che mescolano vari generi, solo un po’ di sane botte 1 contro 1. La scelta degli sviluppatori è dovuta alle tante voci alzatesi dal pubblico nipponico ed europeo, forse stanchi di vedere Seiya e compagni incatenati all’interno di un solo genere da qualche tempo. 
Il cambio di tipologia non ha però influenzato certe scelte dello sviluppatore, quei Dimps che hanno sviluppato anche Sanctuary Battle e che anche in questo caso sembrano aver voluto inserire elementi tipici del musou nel loro picchiaduro. Non abbiamo avuto modo di analizzare a fondo la campagna del gioco, ma è abbastanza chiaro dalla presenza di combattenti della saga di Hades che coprirà gran parte degli eventi della saga (niente Asgard ancora una volta, a quanto pare). La storia primaria sarà il Saint Chronicle Mode, che presenterà vari missioni story driven con uno sviluppo semplificato dei personaggi, e sarà accompagnata dalla modalità Galaxy Wars, probabilmente una semplice “modalità versus” rinominata, da un survival mode, dall’immancabile training mode, e da un misterioso collection mode, che potrebbe essere una semplice galleria o una vera e propria serie di combattimenti dedicata al ritrovamento di oggetti. 
A colpirci, ad ogni modo, non sono state le modalità o gli striminziti elementi gdr, bensì il gameplay. Il motivo è presto detto, Saint Seiya Brave Soldiers ci ha ricordato da subito enormemente i Naruto dei Cyberconnect, presentando un sistema di combattimento praticamente identico alla base.
In pratica i cavalieri si muovono in mappe tridimensionali, possono schivare i colpi con uno scatto rapido, usare attacchi veloci o potenti, e attivare dei poteri specifici. Fin qui tutto ok, ma poi subentra nel’equazione il cosmo, indicato da una comoda barra dell’energia e capace di potenziare praticamente ogni tipo di attacco. Come nei Naruto, l’energia è caricabile da fermi, o può venir spesa per potenziare le varie mosse e annullarne i momenti di vulnerabilità derivanti dal loro utilizzo. Volete scattare verso il vostro avversario istantaneamente senza pericoli? Potenziate lo scatto col cosmo. Volete scagliarlo in aria con un pugno? Attacco potente e cosmo attivato. Praticamente il cosmo è l’unico modo di fare molti danni con una sola combinazione, e attorno al suo uso oculato girano tutti i match. La differenza primaria, qui, sta nella sua limitazione. L’indicatore, anche se pieno, offre pochi usi del potere dei cavalieri, pertanto è necessario calcolare attentamente quanto e come sfruttarne le poderose qualità. Pensate solo che un settore di barra completo viene consumato anche quando si fugge da una combo, con una tecnica molto simile ai “tronchi” dell’opera Cyberconnect2. 
Complessivamente, il sistema di combattimento del gioco ci è piaciuto parecchio: pur sapendo di già visto, la limitazione nell’uso del cosmo non rende i poteri dei cavalieri abusabili, e serve un pochino di tempismo per piazzare combinazioni elaborate dopo un lancio. L’assenza di elementi quali oggetti utilizzabili o barre separate per la fuga dona infine al tutto un po’ di bilanciamento extra. 
Lightning Plasmaaaa!
Se il gameplay ci ha soddisfatto, non possiamo dire lo stesso del comparto tecnico, ancora un po’ arretrato. Il lavoro fatto sui cavalieri è più che buono, grazie a una notevole fedeltà dei modelli e a uno stile piuttosto azzeccato anime-like della grafica. Gli scenari, però, sono spogli, presentano muri circolari invisibili, e in generale non offrono nulla a parte una arena piattissima in cui riempirsi di mazzate. Anche gli effetti speciali dei colpi, pur aiutati dal carisma delle mosse dei cavalieri, non lasciano il giocatore a bocca aperta. 
Non ci si può invece proprio lamentare del roster, pieno zeppo di scelte, di armature alternative (da sbloccare, all’apparenza) e persino di mosse finali selezionabili per ogni saint.
Stando agli sviluppatori, Kurumada-sensei in persona ha collaborato attivamente allo sviluppo del gioco, per assicurarsi che fosse un titolo artisticamente degno di Saint Seiya al 100%. 

– Sistema di combattimento simile ai Naruto, ma con qualche interessante unicità

– Molto fedele all’opera di Kurumada

– Roster esteso

Dopo una lunga serie di titoli mediocri dedicati ai cavalieri Namco ci propone un picchiaduro che… non sembra affatto malaccio. Anche se il sistema di combattimento ideato da Dimps sa di già visto, qualche interessante modifica che favorisce il bilanciamento degli scontri riesce a rendercelo interessante, e l’azione frenetica, unita al forte marchio, rende ogni battaglia esaltante. Da tenere d’occhio, specie se siete cresciuti con Pegasus e compari.

Qui potete vedere il Play LIVE del gioco direttamente dalla Gamesweek

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