Anteprima

No Man's Sky

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a cura di Hybr1d

Se dobbiamo trovare una parola per definire No Man’s Sky questa è sicuramente “ambizioso”. Fin dalla sua prima apparizione ai VGX dell’anno scorso, il titolo firmato Hello Games ha catalizzato l’attenzione degli appassionati di fantascienza e dei videogiocatori per il suo concept unico ed estremamente particolare. Nel mondo di gioco, infatti, tutto ciò che vedremo, incontreremo e calpesteremo sarà generato proceduralmente, attingendo a una serie sterminata di possibili combinazioni che garantiscono longevità praticamente infinità agli amanti dell’esplorazione. Purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di provarlo con mano, ma l’incontro a porte chiuse a cui abbiamo assistito durante la GamesCom 2014 ha chiarito alcuni punti legati allo sviluppo del titolo e a cosa dovremmo aspettarci una volta che stringeremo il pad tra le mani al comando della nostra personalissima navicella spaziale. 
Una storia travagliata
Le genesi del titolo parte da molto lontano, più precisamente dalla voglia matta di creare un videogioco che risponda alla definizione di fantascienza data dai membri del piccolo team di sviluppo inglese. Dopo aver lavorato a Joe Danger, la voglia degli sviluppatori di mettersi alla prova nello sviluppo del gioco che avrebbero sempre voluto realizzare era tanta, tanto da spingerli a intraprendere questa difficile strada ormai cinque anni fa. In questo lasso di tempo piuttosto sostanzioso di acqua sotto i ponti ne è passata a bizzeffe, ma con la tecnologia messa a disposizione dall’hardware più recente ciò che all’inizio sembrava impensabile è stato reso possibile. No Man’s Sky è il titolo che gli sviluppatori di Hello Games avrebbero sempre voluto fare. Alla base, però, troviamo la loro definizione di fantascientifico. Durante la presentazione hanno rimarcato la distinzione tra fantasy fantascientifico e sci-fi vero e proprio: nel primo caso vengono affrontati argomenti come guerre futuristiche, pandemie, invasioni aliene o orde di non morti intenti a conquistare il pianeta, mentre nella seconda accezione, quella a loro più cara, si fa riferimento all’atto dell’esplorazione, della scoperta di un qualcosa che non si poteva neanche immaginare prima di vederlo con i nostri stessi occhi. Se da una parte il futuro è sempre stato buio, pericoloso e doloroso per la razza umana e per il nostro pianeta in generale, dall’altra vi è l’idea di spingersi la dove nessuno è mai giunto prima, scoprire cose nuove, interessanti ed essere i primi a farlo. Lo spazio profondo non poteva che essere la risposta a questa complessa definizione, ma per trasmettere una vera sensazione di scoperta e stupore, l’unica soluzione era di generare tutto l’universo di gioco in maniera casuale, dall’astronave ai pianeti, fino ad arrivare agli animali e alla vegetazione che ospitano. L’universo di gioco non sarà infinito (sarebbe impossibile), bensì sterminato. Non basterà una vita intera passata con il pad in mano ad esplorare tutti i pianeti offerti da No Man’s Sky. Inoltre ogni volta che si inizia una partita nuova tutto quello che avevamo conosciuto fino ad allora andrà perduto per sempre e mai più ritrovato. 
Tutto nuovo, sempre
La potenza del progetto è proprio quella di mettere il giocatore su una navicella e permettergli di raggiungere qualsiasi punto venga visualizzato sullo schermo. Non ci sono limiti di sorta negli spostamenti e se ci viene voglia di sapere che cos’è quel puntino lontano sopra la linea dell’orizzonte non ci resta che accendere i motori e andargli incontro. Una volta stabilita la rotta, più ci avviciniamo alla destinazione e più inizieremo a percepire le caratteristiche del nuovo pianeta, dal colore della superficie, al tipo di vegetazione, fino ad arrivare agli animali che lo popolano, che siano essi dinosauri o strani ibridi dai colori vivaci mai visti prima. Una volta che il mondo è stato generato, questo rimarrà inalterato nel corso del tempo permettendoci di ritornare a visitarlo ogni qualvolta ne sentiremo la mancanza, senza che ne venga modificata una virgola. Possiamo ritornarci anche dopo svariate sessioni di gioco e, se non abbiamo iniziato una nuova partita, sarà lì ad aspettarci così come lo abbiamo lasciato. E nessun altro giocatore potrà avere un mondo uguale al nostro. Ci sono un numero pressoché infinito di combinazioni di caratteristiche del terreno, dell’atmosfera, del meteo, della forma e altezza di animali e piante. La potenza della generazione procedurale ha permesso al team di sviluppo di suscitare nel giocatore il vero senso di scoperta, quel misto di meraviglia e stupore nell’essere il primo umano a mettere piede in un posto completamente nuovo dove nessuno era mai giunto prima. 
Lo stesso vale per le navicelle, anch’esse generate in maniera casuale con una sterminata varietà di possibilità. Durante la dimostrazione abbiamo incontrato un manipolo di ostili da eliminare al più presto, utilizzando le armi equipaggiate e il radar del velivolo per tentare manovre evasive e aiutarci ad ucciderli. Per paura di svelare troppo sul progetto e rovinare la sorpresa ai giocatori, Hello Games è rimasta abbottonatissima per quanto riguarda il gameplay e la direzione della loro creatura più preziosa. Non sappiamo fino a che punto si spingeranno le fasi di shooting, né tantomeno quanto potrà attrarre l’attenzione dei giocatori la mera esplorazione di nuovi pianeti senza avere un qualche obiettivo di fondo specifico e definito. Certo è, però, che No Man’s Sky è un progetto affascinante, unico nel suo genere, che si merita pienamente tutta la nostra attenzione.

– Tutto è generato proceduralmente

– Sublime direzione artistica

– Accattivante mix tra esplorazione e simulatore spaziale

Dopo aver assistito alla presentazione a porte chiuse di No Man’s Sky, l’unica cosa che ci rimane è rammaricarci di non averlo ancora potuto provare con mano. Il titolo di Hello Games è un mix tra esplorazione e simulatore di volo spaziale molto ambizioso, ma dall’enorme potenziale, che speriamo possa essere degnamente sostenuto da una struttura di gioco coinvolgente e gratificante.

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