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No Man's Sky

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a cura di Pregianza

“Spazio, ultima frontiera”. Quanti di voi sono cresciuti sentendo questa frase ogni settimana durante gli episodi di Star Trek, e immaginando un futuro di esplorazione galattica a bordo di gigantesche navi? 
Se avete alzato la mano, sappiate che tra di voi c’è anche uno sviluppatore di nome Sean Murray, ma che alle sue conoscenze da amante della fantascienza dovete aggiungere Asimov, Clarke, e un’infinità di altri autori leggendari. Una passione sconfinata la sua, che gli ha sempre fatto desiderare di creare un titolo “realmente” fantascientifico, aperto, sconfinato e libero, nel quale ogni giocatore potesse vivere le esperienze che ha sempre sognato quando era piccino, e che le leggi della fisica non permettono (ancora) di realizzare. 
No Man’s Sky è il risultato di questa volontà, un gioco che ha lasciato tutti a bocca aperta con una breve presentazione ai VGX, e ha in una manciata di secondi oscurato decine di superproduzioni che sembrano aver sempre meno novità da offrire di anno in anno. 
Solo quattro persone ci stanno lavorando, un gruppo minuscolo se paragonato alle grandi software house multimilionarie che dominano il mercato, eppure i ragazzi di Hello Games potrebbero passare da un titolo leggero e divertente come Joe Danger a un’opera di culto, solo grazie alla loro impressionante smania di freschezza. 
Ma in cosa consiste questo No Man’s Sky? E perché ha catturato così tanto la nostra attenzione? Oggi cerchiamo di spiegarvelo, raccogliendo tutte le informazioni rilasciate da Sean e compagnia in un comodo articolo. 
L’universo è finito?
No Man’s Sky è un titolo procedurale, ovvero generato secondo algoritmi che creano contenuti randomicamente in base a parametri precalcolati. Non è una novità, direte voi, ma questa natura casuale stavolta è applicata a un intero universo. Avete letto bene: universo. Si parla di galassie ricche di pianeti, ognuno con un suo ecosistema, completamente esplorabili senza limitazioni. 
Chiaramente si tratta di un progetto titanico, ma sbagliereste a credere che il titolo sia totalmente costruito attorno a belle viste naturali e animali da catalogare. No Man’s Sky non vuole essere un’alternativa a Eve, con tutte le sue statistiche e il suo commercio interstellare, o concentrarsi sulle battaglie aeree a mò di emulo di Tie Fighter, intende essere un vero gioco sci-fi con un’infinità di scelte per il giocatore. 
Ognuno partirà da un suo pianeta di origine ai margini della galassia, e potrà in seguito viaggiare per il cosmo su di una nave spaziale modificabile in vari modi. L’esplorazione non sarà però priva di pericoli, e il suo culmine sarà il misterioso centro dell’universo, che esporrà gli utenti a pericoli sempre maggiori man mano che ci si avvicina. In pratica, non avrete modo di fiondarvi nella zona più spettacolare del titolo da subito, sarà necessario organizzarsi, migliorare il proprio equipaggiamento e la propria nave, e, soprattutto, trovare un gruppo a cui unirsi. Già, perché, come Star Trek insegna, non si esplora l’universo in solitudine, e trovare una flotta di amici con cui collaborare sarà più che mai utile per scoprire le meraviglie del lavoro di Hello Games. 
L’universo sarà quindi popolato da innumerevoli giocatori con cui condividere gioie e dolori, ma soprattutto le scoperte, visto che la natura procedurale del prodotto porterà ogni pianeta a essere unico e inimitabile, e sarà possibile passare informazioni e dati delle mappe galattiche ad altri. 
Murray non si è sbottonato sulla natura delle scoperte in ogni pianeta, né ha voluto svelare molto per quanto riguarda le modifiche alle astronavi o la gestione dei gruppi di “esploratori galattici”, ma ha voluto precisare che creare il trailer per il titolo non è stato facile, visto che eventi come i vermoni alla “Dune” che si vedono in una scena o altri fenomeni naturali sono completamente casuali ed è facile perderseli per un giocatore (compaiono indipendentemente dalle sue azioni il più delle volte, dopotutto). Si sta parlando di un universo vivo e in continuo mutamento, un elemento che renderà ogni sorpresa e ogni superficie toccata ancor più misteriosa e affascinante. 
True sci-fi
Gli Hello Games non vogliono portare sugli schermi dei giocatori l’ennesimo gioco tutto esplosioni e atmosfere dark, la loro fantascienza è quella dei grandi libri, quella della tecnologia impossibile e delle razze fantastiche, quella delle storie indimenticabili. In No Man’s Sky ci sono combattimenti spaziali, certo, e anche distruttibilità totale a quanto sembra, ma non sono il fulcro dell’operazione. 
Questo è gioco senza cieli finti, niente skybox da sparatutto futuristico. Quello che si vede in cielo lo si può raggiungere, basta prendere la propria nave e dirigersi verso le stelle. In pratica è un Frontier: Elite all’ennesima potenza, un “simulatore galattico” enorme dove le possibilità sono innumerevoli. Ci vogliono zebedei di diamante per congegnare un progetto di questa scala con un gruppo di quattro persone, e specialmente in un’era videoludica dove ogni utente viene accompagnato verso l’obiettivo successivo da indicatori lampeggianti grandi come una casa e la linearità è spesso legge. 
Il centro dell’universo sarà la zona con più segreti, ma nessuno vi obbliga a dirigervi lì, qua si parla di un’esperienza massiva che può offrire tante piccole gioie a chiunque. Non un titolo commerciale insomma, ma di certo un lavoro concettualmente geniale, che potrebbe venir ricordato a lungo. 
Difficile credere che una squadra così piccola possa farcela, ma la passione c’è, la si vede negli occhi di Murray ogni volta che descrive il suo lavoro, e la si legge in ogni dichiarazione del resto del team. Speriamo davvero che questi ragazzi riescano dove nessuno ha più osato andare, perché c’è davvero bisogno di progetti simili al giorno d’oggi, e se c’è qualcuno che può regalarceli è uno studio indipendente dove è ancora la creatività la forza trascinante. 

– Concettualmente incredibile

– Ha potenziale praticamente illimitato

– Progetto indie, non forzato dalle volontà del mercato

No Man’s Sky è un progetto da sogno. Ecco, l’abbiamo detto. Forse la nostra reazione esaltata è un po’ eccessiva, ma noi sentivamo davvero il bisogno di una scintilla del genere nel panorama. Immaginate un universo generato randomicamente, dove ci sono migliaia e migliaia di cose da scoprire, lande da esplorare, misteri da svelare, e gli unici ostacoli sono la vostra volontà e i pericoli nascosti tra le viscere dell’universo.

E’ fantascienza vera, quella che ci faceva sognare da bambini e che nessuno ha mai trasposto realmente sotto forma di videogame. A farcela potrebbero essere quattro ragazzi pieni di volontà, alla faccia dei team da 300 persone. Quando chiameranno sarà il caso di prendere il volo, o ci toccherà restare sotto a una teca di vetro? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

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