Per confezionare il nuovo capitolo di Medal of Honor, ambientato per la prima volta in un periodo storico differente dalla seconda guerra mondiale, Electronic Arts ha deciso di suddividere i lavori tra due diversi team di sviluppo, ognuno dei quali concentrato sulla modalità più adatta alle proprie abilità. Per questo motivo mentre EA Los Angeles si è presa l’incarico di sviluppare la modalità singolo giocatore (analizzata in un’anteprima https://www.spaziogames.it/recensioni_videogiochi/console_multi_piattaforma/10812/medal-of-honor.aspx pochi giorni fa), i ragazzi svedesi di DICE (per chi non li conoscesse, gli stessi di Battlefield) hanno confezionato il comparto multigiocatore. Abbiamo recentemente avuto modo di far loro visita e provare con mano tutti i cambiamenti promessi in seguito alle segnalazioni fatte dagli utenti in seguito alla closed beta messa loro a disposizione qualche mese fa. Il risultato è una maggiore riconoscibilità e personalità, nonostante il marchio DICE sia visibile in ogni dove, a cominciare dalle modalità di gioco, varianti delle celebri Corsa e Conquest.
Rivoluzione post-betaNumericamente parlando Medal of Honor vanterà quattro modalità di gioco, da svolgersi su otto differenti mappe, con la possibilità di attivare l’opzione hardcore per rendere tutto più realistico. Una notizia che renderà felici i giocatori più incalliti è la promessa di server dedicati, fattore che dovrebbe ridurre drasticamente episodi di lag o di host power (ovvero alcuni “favoritismi” nei confronti di chi ospita la partita, comuni a diversi titoli multigiocatore). Inoltre, come promesso, sono state completamente riviste le armi: completamente rinnovate le routine per per il calcolo del rinculo e del danno, ed un riconoscimento del colpo più preciso ed immediato.Grazie ai consigli dell’utenza è stato rivisto anche l’HUD di gioco, ora più pulito e leggibile, sono stati ridisegnati i menù e sono state aggiunte nuove armi e nuovi sbloccabili, in modo da rendere la progressione del proprio personaggio molto più soddisfacente. Dal punto di vista tecnico si è fatto un buon passo in avanti rispetto alla beta, ma nonostante questo la pulizia e l’impatto della grafica nella modalità campagna è notevolmente superiore. Il downgrade è evidente, soprattutto nella pulizia generale delle texture. Questo non va però ad inficiare la godibilità di un comparto multigiocatore costruito con cura e professionalità. Dal punto di vista audio, i DICE come sempre non hanno rivali, grazie ad effetti ambientali realistici e riusciti.
Prova direttaAl di là dei freddi numeri, quello che ci interessava era fiondarci immediatamente su un pad e provare con mano questi cambiamenti. La prima partita consisteva in un Team Assault a Garmizir Town, città distrutta dai bombardamenti e teatro ideale per furiosi deathmatch a squadre. Gli stretti vicoli si aprono lateralmente su edifici a più piani, dai quali poter dominare un’area più vasta. Le battaglie innescate erano frenetiche e brutali, grazie anche all’assenza di tempo di respawn. La seconda partita era invece ambientata nella base di Kunar, dove una serie di trincee portavano a tre punti di conquista. La modalità è chiamata Sector Control e si differenzia da quanto visto in Battlefield soprattutto per quanto riguarda la velocità con la quale le varie fasi si succedono, decisamente più elevata.La terza modalità era Objective Raid, una sorta di corsa ma con i due obiettivi liberi e non consequenziali. I difensori dovevano dunque sdoppiarsi in due gruppi per poter respingere gli avversari. È la modalità più veloce del gioco, gli sviluppatori stimano un tempo medio di 3 minuti a match. Le due sessioni si sono svolte nel Mercato di Kandar, uno scenario urbano e nel bellissimo Diwagal Camp, dove i due gruppi si fronteggiavano separati da una profondo crepaccio, che rendeva i cecchini un elemento determinante per le sorti dell’incontro.Le ultime due partite ci hanno permesso di provare Combat Mission, una Corsa con un accento più marcato sulla componente narrativa. In altre parole, al posto di semplici casse da distruggere in maniera consequenziale avrete degli obiettivi che si susseguiranno logicamente: per esempio in Mazar-I-Sharif dovrete prima piazzare una carica sulla porta di un magazzino, per poi penetrare al suo interno e far saltare il contenuto. Questa mappa presentava delle dimensioni notevoli, capaci di consentire la presenza di carri armati leggeri. La seconda mappa era invece ambientata tra le montagne innevate di Shahi-Kot, l’ambientazione forse più simile a quelle di Bad Company 2.Prima di lasciare le postazioni siamo riusciti a dare un rapido sguardo anche a Kabul City Ruins, ora decisamente più pulita e godibile.
– Tanti miglioramenti dalla beta
– Tecnicamente migliorato
– Divertente
Il secondo incontro con la modalità multiplayer di Medal of Honor è un esempio lampante di come una fase di beta testing possa essere importante per sistemare ed aggiustare un prodotto prima dell’uscita. I tanti cambiamenti effettuati vanno a migliorare un gameplay ora divertente e frenetico, costruito in maniera molto professionale da DICE, in grado di reggere il confronto con le attuali produzioni su console. Rimanete con noi, il 15 ottobre si avvicina!