Anteprima

Just Cause 2

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a cura di Mugo

E’ stato più volte detto: la “next gen”, come ancora oggi vengono chiamate le console HD Microsoft e Sony, non deve limitarsi a proporre dei titoli con gameplay datato semplicemente vestendoli di nuovi poligoni, textures e filtri. Certo, il balzo fatto dalla grafica ci permette di godere di immagini mozzafiato, ma è quando la potenza di calcolo viene sfruttata per proporre situazioni una volta impensabili che siamo più soddisfatti. Just Cause 2 è uno di quei casi e lo si vede fin dai primi momenti di gioco, grazie alla consapevolezza di poter raggiungere ogni punto visibile del vastissimo orizzonte. Ma andiamo con ordine, perché durante la nostra prova approfondita negli uffici milanesi di Bandai Namco non ci siamo certo limitati a guardare il panorama.

Caos sull’isola!I mesi trascorsi dal nostro ultimo incontro con questo titolo non sono sicuramente serviti agli sviluppatori per arricchirne la trama, la quale rimane un pretesto per fornire al giocatore un’intera isola dove dare libero sfogo alle proprie capacità di distruzione. L’idea di un malvagio dittatore che soggioga le genti infatti non è particolarmente interessante, ma funge da ottimo canovaccio sul quale si inseriranno col procedere nel titolo le tre fazioni con cui andremo a collaborare nel nostro cammino teso a spodestare il tiranno. La prima missione serve infatti a farsi notare da una di queste fazioni in modo che ci contatti per incominciare una proficua collaborazione, dall’alto della nostra postazione di partenza quindi basterà un audace salto nel vuoto, seguito da una saggia apertura del paracadute, per planare dolcemente vicino ad un villaggio dove recuperare quattro casse contenenti upgrades per armi e veicoli. Nel recuperare queste casse sarà impossibile non farsi notare dalle forze militari dislocate sul posto, soprattutto se si sceglie un approccio aggressivo e con un lanciagranate si fanno esplodere due cisterne colme di benzina; le autorità si prodigheranno per fermarci arrivando sempre più numerose al piccolo centro abitato. La distruzione di edifici o l’eliminazione dei nemici non sono operazioni prive di conseguenze: oltre ad aumentare il livello di allerta degli stessi militari con un meccanismo simile a quanto visto in GTA che li porterà un po’ per volta ad attaccarci con sempre maggiore decisione e potenza di fuoco, ogni oggetto distrutto andrà ad aumentare il nostro budget disponibile per l’acquisto di nuove armi, veicoli ed upgrades per gli stessi; del resto si sa, ogni isola governata da un malvagio dittatore gode di un fiorente mercato nero, soprattutto nel settore bellico. Nel menù dedicato alle contrattazioni troveremo tre opzioni principali: armi, veicoli e punti di estrazione. Nelle prime due si potranno, ovviamente, acquistare o potenziare gli oggetti in questione mentre nella terza si potrà scegliere di essere trasportati velocemente in una zona del mondo lontana da raggiungere con altri mezzi, avendo a disposizione solo le destinazioni già esplorate. Durante la prima missione abbiamo fatto conoscenza con un oggetto che accompagnerà il nostro alter ego digitale lungo tutta la sua avventura, il rampino. Oltre ad essere utile per arrampicarsi esso offre una serie di possibilità decisamente interessanti: si può spararlo contro un nemico ed agganciarlo ad un barile per vederli esplodere insieme, si può mirare ai veicoli in movimento per raggiungerli rapidamente, si può utilizzare puntando al terreno per compiere rapidissimi balzi, oppure per compiere le manovre più complesse negli ultimi istanti prima dell’atterraggio dopo un volo col paracadute. Queste sono solo le principali azioni, il rampino si è infatti dimostrato uno strumento estremamente versatile, e solo con la sperimentazione si potranno scoprire tutte le possibilità che racchiude.

Raggiungere l’orizzonteGià dai primi istanti di gioco ci si rende conto che il mondo da esplorare ha dimensioni decisamente interessanti: ogni punto all’interno del vasto orizzonte è raggiungibile e l’unico limite è rappresentato dai confini naturali dell’isola, oltre alla quale c’è solo l’oceano. Il motore grafico ci è parso più sicuro dell’ultima volta che l’abbiamo visto ed abbiamo potuto testarne le capacità abbandonando temporaneamente le missioni e facendoci recapitare un jet civile col quale raggiungere una montagna innevata in lontananza oltre ad un lago. Il pop-up è molto meno evidente e compare solo quando ci si avvicina al suolo, mentre tutte le ambientazioni sono al loro posto dal primo momento. La sensazione di velocità è ben resa, il jet decolla rapidamente e in pochi secondi siamo fuori dalla portata della contraerea nemica, il frame-rate è stabile e solo in un caso, tra l’altro neanche a bordo del veicolo, abbiamo visto un singolo scatto. Qualche difetto comunque c’è, come per esempio l’assenza delle onde quando si vola a fil d’acqua, alcune incertezze nella fisica (ci è capitato di rotolare in salita per qualche istante) e qualche occasionale compenetrazione poligonale. I controlli sono sembrati reattivi e ben regolati anche se abbiamo sentito la mancanza di un sistema di lock-on, dato che fare affidamento sulla mira automatica può dare problemi nel puntamento di precisione. Da segnalare inoltre che girando la telecamera rapidamente tutto lo schermo si sfoca vistosamente con un blur che dopo lunghe sessioni di gioco potrebbe rivelarsi fastidioso. Tecnicamente quindi possiamo dirci soddisfatti dal livello raggiunto dal titolo che permette azioni degne del miglior Vin Diesel: rubare un elicottero, portarlo ad alta quota, uscire dall’abitacolo per poi gettarsi in picchiata fino a pochi metri dal suolo, aprire il paracadute ed atterrare su una jeep in movimento e liberarsi dell’autista con un quick time event; insomma, la spettacolarità non mancherà di certo.

– Orizzonte molto vasto

– Grande varietà di veicoli ed armi

– Azione estrema

Durante la nostra prova Just Cause 2 ci è sembrato un titolo in grado di parlare dritto al cuore di quei giocatori che non vedono l’ora di provare l’azione più estrema grazie ad un buon motore grafico che permette delle esperienze in grado di compensare il giocatore con una buona dose di adrenalina. I difetti maggiori risiedono nella possibile ripetitività del gioco, sulla quale non possiamo pronunciarci avendo provato solo quattro missioni, e l’inspiegabile assenza del multiplayer che potrebbe renderlo molto più divertente. Il titolo è atteso per il primo quarto del 2010 e fino alla recensione Spaziogames continuerà a seguirlo per voi.

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