Anteprima

Julia: Innocent Eyes

Avatar

a cura di Pregianza

Italiani e videogames. Sembra paradossale, ma ogni volta che si tenta di accomunare le due cose la prima immagine a cui si pensa istintivamente è quella di un noto idraulico con i baffi. Peccato che il succitato idraulico abbia origini giapponesi e che dal punto di vista dell’industria videoludica vera e propria, quella delle software house per intenderci, l’Italia sia praticamente un paese del terzo mondo. Questo non significa però che il bel paese sia del tutto privo di case di sviluppo. Una di queste, Artematica, è attiva da molti anni e ha sviluppato numerosi titoli. La casa è specializzata nelle avventure grafiche e, pur non avendo mai sfornato capolavori, ha sempre creato prodotti di livello discreto che si sono meritati una pubblicazione internazionale. Mossi dalla speranza di vedere una produzione made in Italy fatta come si deve, abbiamo provato Julia: Innocent Eyes – Parole non dette, primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia di avventure basata sul fumetto di Giancarlo Berardi. Il gioco è in sviluppo da qualche anno e ha rischiato la cancellazione, ma alla fine Artematica è riuscita a farlo distribuire da Warner Bros.

Omicidio da TiffanyL’avventura di Artematica vi mette nei panni della bella criminologa Julia Kendall, che Berardi ha creato ispirandosi all’indimenticabile Audrey Hepburn. La giovane Julia è una docente universitaria di criminologia dotata di notevole ingegno. A causa del suo talento nel risolvere i casi, viene spesso utilizzata come consulente dal dipartimento di polizia di Garden City, dove vive, e si trova spesso a stretto contatto con le forze dell’ordine. Il caso su cui la bella insegnante deve indagare stavolta è l’omicidio della figlia di un noto giudice avvenuto durante la notte di Halloween, e ad aiutarla ci sono il burbero Tenente Webb e l’investigatore privato Leo Baxter. Berardi ha vinto più di un premio con la sua creazione e il gioco pare rifarsi fedelmente al fumetto, quindi è lecito aspettarsi una trama piuttosto avvincente nascosta sotto la premessa tipica alla C.S.I., scena del crimine.

Siamo nell’era dei cellulari no? Usiamoli!Il gameplay di Julia è quello classico delle punta e clicca, con qualche idea interessante che aggiunge un po’ di sapore alla solita minestra. Oltre alle azioni “base” che permettono di esaminare e utilizzare i vari oggetti e all’inventario, è possibile utilizzare il cellulare per contattare personaggi importanti per lo svolgimento della trama o spedire sms. Altra novità consiste nella possibilità di cambiare personaggio durante il gioco. Non si tratta certo di novità rivoluzionarie ma spezzano un po’ la routine, anche perchè gli enigmi di Julia per ora non ci sono parsi particolarmente originali, limitandosi a un “trova l’oggetto e usalo nel posto giusto” tutt’altro che esaltante. Anche il cambio di personaggio non sembra esser nulla più che un espediente per cambiare momentaneamente ambientazione quando ci si stanca o si rimane bloccati. L’unico reale sprizzo di creatività è la capacità della protagonista di ricostruire gli avvenimenti del crimine che abbiamo potuto osservare in una particolare situazione. Si tratta di una specie di quiz in cui dovrete ricostruire ciò che è accaduto la notte dell’omicidio, rifacendovi agli indizi trovati in giro.Dobbiamo ancora terminare il titolo quindi è presto per esprimere giudizi. Siamo fiduciosi, ma per ora il sistema di gioco non ci ha stupito sotto il profilo dell’originalità.

Siamo rimasti un po’ indietro coi poligoni…Il comparto tecnico è forse la croce maggiore di Julia: Innocent Eyes. Graficamente il titolo non convince per nulla: i personaggi sono scarsamente dettagliati, i modelli tridimensionali sono composti davvero da pochi poligoni e la qualità delle texture è nel 90 % dei casi molto bassa. Non aiutano la mancanza di coordinazione di voci e movimenti delle labbra e la totale inespressività dei volti dei protagonisti. Il gioco è completamente doppiato in italiano, cosa sicuramente apprezzabile, ma le performance degli attori ingaggiati sono molto altalenanti, con una tendenza verso il basso. La scarsità della grafica colpisce ancor di più se si pensa che siamo davanti ad un’avventura, genere che presenta ambientazioni e personaggi prevalentemente statici e nel quale di solito il livello di dettaglio è molto elevato. Precisiamo di aver provato una versione priva dei ritocchi finali del titolo, e che quindi molte imperfezioni potrebbero sparire al momento dell’uscita.

– Artematica è un team di veterani del genere punta e clicca

– Fedele al fumetto originale

L’avventura di Artematica non sembra avere il potenziale per diventare il nuovo baluardo dei giochi Made in Italy ma qualche idea originale nel gameplay e una trama avvincente lo rendono un gioco da osservare con attenzione. Siamo al lavoro per finirlo e darvi al più presto il nostro parere a riguardo. Speriamo bene.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.