Anteprima

Journey

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a cura di drleto

Los Angeles – Ci sono videogiochi che trascendono il genere, le piattaforme, le periferiche utilizzate e specifiche hardware. Sono lavori che spesso stanno stretti persino all’interno della definizione videogioco. Sono più che altro esperienze, leve per scatenare emozioni, sensazioni, per sognare e per perdersi un po’ in un mondo meraviglioso, magari dimenticando per qualche ora il grigiore della città intorno a noi. Così fece il bellissimo Flower e così farà, con ogni probabilità, Journey, il promettente, nuovo lavoro di quei geniacci di thatgamecompany.

Scopo?Come dicevamo i lavori di questa talentuosa software house non vogliono allinearsi con il resto dei prodotti presenti sul mercato. In maniera coraggiosa, quanto un po’ sfrontata, essi cercano sempre un modo per stupire l’utente, per provare a fornire qualcosa che non sia diviso in livelli, un concept senza obiettivi ben marcati, equipaggiamento, classifiche online o tutto ciò che caratterizza i moderni videogame. Il loro obiettivo è giocare con le emozioni, attraverso la riproduzione di paesaggi da favola, che si perdono a vista d’occhio, ma in grado di stupire anche nel dettaglio più vicino, più ricercato. Titoli che non colpiscono per la brutale mole poligonale mossa dal motore grafico, ma non dimeno sorprendono grazie alla ricerca del particolare o la raffinata realizzazione di alcuni dettagli apparentemente inutili, ma fondamentali per assaporare il gioco. In Flower la realizzazione dell’erba, come questa si muoveva al nostro passaggio, donava al vento da noi interpretato una certa fisicità e realismo, mentre in Journey sarà la sabbia a lasciarci a bocca aperta, quando si incresperà sospinta dai leggeri movimenti del protagonista. L’atmosfera e le emozioni saranno oltretutto sottolineate dalla musica, sempre pronta ad accompagnare le nostre movenze, modellandosi e plasmandosi in base alle nostre azioni. Azioni che inizialmente saranno piuttosto misteriose: il silenzioso protagonista, un essere antropomorfo vestito con una lunga tunica di colore amaranto ed il volto nero, dal quale spuntano solo due acuti occhi di colore perlaceo, si ritrova in un assolato deserto, dal quale emergono all’orizzonte alcuni resti di un qualche tempio abbandonato, con pennacchi sospinti da una forte brezza.Le emozioni dei primi momenti saranno intense, i primi passi in questo nuovo universo decisamente timidi, increduli. Dove andare e come farlo sembrano apparentemente informazioni poco utili, starà a noi scoprire e sperimentare cosa fare. Pochi suggerimenti a schermo ci mostreranno quali tasti o movimenti del pad sono stati sfruttati: il tanto denigrato Sixaxis è implementato in maniera piuttosto precisa per regolare la telecamera, l’analogico destro per muoversi e…nulla più. Inizialmente a nostra disposizione avremo solo queste due capacità, non ci resterà che provare ad esplorare i dintorni, per capire cosa fare. Saliti in cima alla duna più ampia, una visione mozzafiato ci si para davanti, un’enorme montagna si staglia lontana sull’orizzonte, spaccata da un raggio di luce che si proietta verso il cielo, affiancata dal freddo disco solare, che brucia la terra che ci separa da quello che immaginiamo sia il nostro obiettivo. Scendendo da questa altura veniamo sorpresi dalla possibilità di surfare sulla sabbia, divertente espediente che ci intrattiene per qualche secondo, mentre ad alta velocità arriviamo a valle, dove si apre improvvisamente una distesa ricoperta da strani artefatti, troppo simili alle nostre lapidi per non lasciarci un senso di inquietudine, nonostante un simbolo si accenda al nostro passaggio su questi piccoli monoliti. L’edificio al centro di questo cimitero ha sul tetto delle strane luci che vorticano incessantemente. Curiosi, ma prudenti, ci avviciniamo, prima di scoprire che da queste luci potremo assorbire un nuovo potere: una sorta di sciarpa con alcune rune incise sopra si allungherà dalle nostre spalle e ci permetterà di saltare, previo il consumo delle strane iscrizioni. Queste potranno essere ricaricate in stazioni similari, ma piuttosto lontane le une dalle altre, quindi dovremo essere parsimoniosi nello sfruttare tale abilità. Proseguendo lungo il nostro viaggio troveremo un nuovo luogo dove aumentare ulteriormente il numero di rune, prolungando di conseguenza la durata del salto. Tale capacità sarà utile per raggiungere la sommità di un enorme torre diroccata, proprio di fronte ad un enorme cancello. Raggiunto il piano superiore, scopriamo come la nostra vicinanza restituisca la vita a quattro pennacchi apparentemente lacerati, i quali, una volta rinnovati, libereranno ulteriori pezzi della sciarpa, utili per superare con un salto lo spazio tra noi e la porta principale. Lì restituiremo l’energia ad alcuni elementi di fronte al cancello e un luminoso fascio di energia ci si aprirà davanti. Un essere simile al protagonista, ma notevolmente più alto e completamente bianco, ci si parerà di fronte e ci narrerà la storia, ovviamente a modo suo tramite immagini stilizzate, del suo popolo e di come questo porti la luce in giro per il mondo. Prima di andarsene l’essere in bianco ci fa un prezioso regalo: la possibilità di urlare nella loro misteriosa e silenziosa lingua.

Multiplayer?Quest’ultimo potere sarà utile soprattutto durante le partite multigiocatore. Nonostante l’originalità del progetto, Journey darà la possibilità di giocare con altri esseri umani. Ovviamente lo farà a modo suo, ovvero facendo incrociare in maniera assolutamente casuale un solo giocatore alla volta, esattamente come potrebbe capitare nel caso ci trovassimo a peregrinare solitari per una landa desolata. Tali giocatori rimarranno a noi sconosciuti e non potremo in nessun modo risalire a loro. Con i pochi strumenti messi a disposizione, come i movimenti del protagonista, o l’urlo appena sbloccato, dovremo instaurare un linguaggio in comune per cercare di collaborare lungo l’avventura o semplicemente dividersi e proseguire ognuno per la propria strada.Journey è stato uno dei titoli che maggiormente ci ha colpito durante il recente E3 di Los Angeles, proprio per questo fenomenale mix di atmosfera, musiche, originalità ed una grafica davvero ispirata. A differenza di Flower la sua struttura sembra comunque più classica e strutturata, proponendo una crescita dei poteri ed un obiettivo un po’ più evidente, ma nonostante questo il lavoro di thatgamecompany continua a mantenere una forte personalità e differire da tutto ciò che c’è sul mercato. Non vediamo l’ora di proseguire nella storia, che per quanto solo tratteggiata, lasciava enormi spazi di interpretazione e partecipazione, oltre che di provare a giocare in maniera meno lineare e focalizzata, per assaporare la libertà e la peculiarità di questo universo.

– Atmosfera incredibile

– Stilisticamente ricercato

– Originale

Journey è l’ennesimo esperimento ricco di fascino di thatgamecompany. Un essere antropomorfo gettato nel bel mezzo di un deserto, poche abilità e nessun obiettivo esplicitato, solo la voglia di scoprire e un affascinante universo da esplorare. Non vediamo l’ora che venga rivelata la data di pubblicazione di Journey per tornare ad addentrarci in questa landa assolata e per lasciarci rapire dalle sue atmosfere e cullare dalla sua musica. Rimanete con noi per scoprire nuovi dettagli su questo affascinante viaggio.

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