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For Honor

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Avatar di Gottlieb

a cura di Gottlieb

Pubblicato il 22/08/2016 alle 00:00
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Tra le note liete dell’ultima Gamescom, terminata da pochissimi giorni, non possiamo non trovare For Honor. Il titolo Ubisoft, che abbiamo potuto provare nella sua modalità multiplayer, ci ha permesso di venire a contatto con un prodotto che, nonostante l’uscita fissata per il prossimo febbraio, sembra già pronto per la release. Con delle animazioni molto fluide e un gameplay che ci ha permesso di apprezzare le idee degli sviluppatori, For Honor si è presentato sfoggiando tutti i denti affilati dei suoi combattenti, lasciandoci contenti anche solo dell’unica modalità provata e testata, ossia quella della dominazione dell’area. In una sfida quattro contro quattro, della durata di mezz’ora, ci siamo fiondati in tenzone in quella che è stata la nostra prova del titolo.

Tre fazioni in sfilataLa grande capacità di For Honor, che rappresenta anche il suo punto di forza, è il saper riprodurre gli scontri medievali senza eccessive lungaggini preparative o strategicamente ridondanti. Vestendo i panni di un unico soldato, sceso sul campo di battaglia a mo’ di condottiero, ci ritroveremo ad assistere ai movimenti dei nostri soldati gestiti dalla CPU, così da non dovercene eccessivamente preoccupare e lasciare che sia il sistema a sostituirci nel ruolo di comandante: noi siamo gli eroi, i guerrieri che venivano scelti dal comandante di ogni esercito per uno scontro uno contro uno, all’arma bianca, pronti a conquistare il presidio e risolvere le sfide con la nostra forza, la nostra prestanza e il nostro coraggio. Scelta, quindi, la nostra classe, che dovrà appartenere a una delle tre fazioni (Vichinghi, Samurai e Cavalieri), ci ritroveremo in possesso di alcune caratteristiche e lacunosi in altre: ci sarà sempre il più veloce e il più lento, con quest’ultimo che compenserà con un attacco più forte e il primo che invece sfrutterà la sua rapidità per infliggere più colpi, ma meno potenti di quanto sarebbero quelli di un guerriero possente, ma lento. A ogni modo, For Honor ci mette subito dinanzi a una sorta di tutorial che ci permette di apprendere le basi del combattimento, che passano dalla parata all’attacco, con quest’ultimo che varia a seconda della situazione in cui ci troveremo. Una riguarderà l’assalto ai soldati, le classiche pedine che troviamo dinanzi al nostro cammino e che dovrebbero preoccuparsi di assaltare esclusivamente l’esercito avversario, composto da loro pari: va da sé che la nostra forza e la nostra prestanza avrà il sopravvento sul loro cammino e con un solo attacco sarà possibile stendere chi ci si parerà innanzi, accumulando così punti facili e utili al fine della leaderboard complessiva. L’altra situazione nella quale il nostro combattimento prenderà un’altra forma è quella che potremmo definire una danza della morte, quando ingaggeremo un combattimento con un nostro pari, un eroe gestito da un giocatore avversario. Immaginatevi, quindi, in un face to face a danzare lateralmente, con il vostro avversario ben piantato a terra dinanzi a voi: salti laterali, schivate, parate pronte a bloccare l’assalto avversario o anche contrattacchi pronti a infliggere danni sul fianco scoperto. A fare da colonna sonora a tale danza lo stridere delle armi, il rumore del ferro che si infrange sull’armatura avversaria, il cadere del vostro corpo, o di quello dell’avversario, sotto i colpi della vostra scure. In una sfida quattro contro quattro, quindi ben bilanciata, può capitare di ritrovarsi anche circondati da più eroi contemporaneamente, o di fare lo stesso voi con lo schieramento avversario: se quindi in un primo momento siamo riusciti a sfogarci contro le pedine avversarie, cadute a terra come foglie in autunno sia col nostro attacco debole che con quello forte, in un altro momento siamo stati chiamati a mettere in campo la nostra strategia e quanto appreso nei pochi minuti di tutorial per parare e replicare attentamente agli attacchi. In caso di inferiorità numerica, come appena detto potrebbe accadere, gli sviluppatori hanno pensato anche a una sorta di modalità Furia, che siamo riusciti ad attivare, a onor del vero, soltanto una volta, essendo chiamati a una buona precisione e anche a un ottimo tempismo: colpiti anche noi dalla foga del combattimento, durante la nostra prova, aver sbloccato tale modalità ci ha aiutato a venire fuori da una situazione poco felice, inficiata da due avversari che ci avevano circondati e ci avevano fatto assaporare la morte. Con una sorta di ribaltamento, con un’energia scatenata all’improvviso, il nostro eroe è riuscito a districarsi dalla morsa a sandwich e replicare subito agli attacchi avversari. Un ottimo modo per risolvere situazioni non del tutto piacevoli.

 La danza della morteParlando di modalità, per entrare nel pieno di quello che è stata la nostra prova, a Colonia abbiamo avuto l’occasione di provare soltanto quella Dominio, che abbiamo già citato poc’anzi. In pieno con quella che è la tradizione della modalità multiplayer, il Dominio ci richiedeva di conquistare le varie zone, esattamente tre, e tenerle sotto il nostro vessillo fino al raggiungimento dei mille punti. Una volta ottenuto tale risultato il sistema annullava completamente il respawn degli avversari, che quindi dovevano solo essere assaltati e sconfitti per l’ultima volta, senza dar loro la possibilità di tornare in vita. I punti si accumulano sulle barre poste in alto a destra dello schermo, che si riempiono sia sconfiggendo i vari soldati che tenendo le zone conquistate: va da sé che, quindi, il tutto sarà abbastanza frenetico, perché appena persa una zona correrete a recuperarla e non appena ne otterrete una sarete spinti a trattenerla difendendola a spada tratta. L’intera procedura è stata resa molto piacevole dalla mappa che abbiamo potuto provare, che ci ha permesso di avere un percorso ben preciso da compiere in cerchio, facendo diventare la nostra azione di controllo un loop continuo di corsa, intervallata da alcuni scontri, che fossero contro pedine o contro umani. Questi ultimi, di cui abbiamo già voluto sottolineare la bellezza e il ritmo, sono stati anche fomentati dalle impervie zone sulle quali ci siamo trovati a combattere in alcuni frangenti, come per esempio un ponte di legno con alcuni tasselli bucati, che ci hanno fatto precipitare a terra, dove lo scontro tra i due plotoni prendeva piede, rallentandoci e facendoci perdere anche un po’ di energia oltre che di tempo. 

Non abbiamo potuto provare, alla Gamescom, la modalità single player di For Honor, che comunque vi ricordiamo essere presente: restiamo però soddisfatti dal multiplayer, ma anche dalla resa tecnica, che si è dimostrata incredibilmente avanti con lo sviluppo per lo stato attuale del gioco. I modelli dei vari combattenti sono realizzati con grande minuzia e attenzione, inoltre lo scenario sul quale ci siamo trovati a combattere ci ha soddisfatto in tutti i suoi particolari, senza mostrare eccessive difficoltà né nel caricamento delle texture né in eventuali compenetrazioni poligonali. Aspettando la release, che è fissata per il prossimo febbraio, Ubisoft sembra aver già trovato il modo giusto per presentare For Honor al grande pubblico, puntando a soddisfare la maggior parte della pletora di videogiocatori.

– Combattimenti dinamici, precisi e tattici

– Fluido, immediato, bello da vedere

– Multiplayer vario persino in una sola modalità

Pur avendo provato soltanto la modalità Dominio del multiplayer, For Honor è riuscito a sorprenderci e a soddisfarci: con grande frenesia e soprattutto con grande briosità e fluidità, la nostra partita è volata via, esaltando la nostra foga competitiva. Non siamo riusciti, purtroppo, a intessere una vera e propria strategia di gruppo, ma siamo sicuri che l’intera esperienza possa essere ancora più divertente e dinamica se a contribuire è l’intera squadra di quattro elementi. La varietà della tattica e del combattimento rappresenta un punto a favore del prodotto di Ubisoft, richiedendo precisione e tempestività nella guardia e nel contrattacco. Ansiosi, restiamo in attesa di una nuova prova su nuove modalità multiplayer e su qualche assaggio aggiuntivo del single player.

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