Anteprima

Enslaved: Odyssey to the West

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a cura di Folken

Enslaved è un titolo che ci ha incuriosito sin dalla prima volta che venne mostrato, rivelandosi nel corso dello sviluppo come uno dei titoli più interessanti in arrivo il prossimo autunno. Sviluppato da quei Ninja Theory che furono tra i primi a mostrare le potenzialità del monolite nero di Sony grazie al breve ma intenso Heavenly Sword, il titolo si è mostrato ancora una volta ai nostri occhi e soprattutto lasciato provare in occasione di un evento nella sede milanese di Namco Bandai, presso la quale siamo stati gentilmente invitati. Ci aspettavamo di rivedere il solito livello e invece non è mancata qualche piacevole sorpresa.

L’anello di congiunzione tra cinema e videogioco?Per quanto riguarda il background narrativo, vi rimandiamo alla precedente anteprima, in quanto nulla di nuovo è trapelato; dato che il plot pare proprio essere uno punti forti della produzione, è un bene che non siano stati svelati dettagli importanti che non vediamo l’ora di goderci in fase di recensione. I tre livelli mostratici dall’elegante Chief Creative Tameem Antoniades appartenevano sempre alla prima metà dell’avventura ed in particolare erano parte del secondo, quarto e quinto capitolo. A tal proposito, per chi nutrisse dei dubbi in merito la longevità del titolo, mr. Antoniades ci ha assicurato che Enslaved sarà molto più lungo di Heavenly Sword, e comunque si attesterà nella media del genere action adventure grazie ai quattordici capitoli di cui è composto, ciascuno della durata di circa un’ora scarsa. Dopo averci dato un po’ di numeri, una schermata di caricamento ci ha invitati ad una sezione iniziale dell’avventura, in cui il rapporto tra i protagonisti Trip e Monkey è ancora piuttosto freddo. Il primo comando che avremo a disposizione per controllare la ragazza verrà introdotto proprio con un litigio tra i due. In un momento particolarmente concitato, Monkey si ritrova a dover affrontare un gruppo di robot nemici e chiede a Trip di nascondersi. Lei non obbedirà e durante una cut-scene in cui lui non molto delicatamente le dice che se vuole sopravvivere deve fare quello che le ordina, ecco che nel cerchio dei comandi impartibili a Trip appare la prima icona, utile proprio per chiedere alla ragazza di muoversi o restare ferma. Una trovata ben congeniata che coniuga abilmente trama e caratterizzazione dei personaggi con elementari esigenze di gameplay. Questo semplice espediente verrà sfruttato per ogni nuovo elemento che vedremo introdotto nel gioco nell’arco della campagna principale, rendendo ancora più centrale il ruolo della narrazione, che sembra realmente fondersi con il gameplay. La natura cinematografica dell’esperienza di gioco viene sottolineata ulteriormente dal sapiente utilizzo della telecamera. Tale è la creatività e l’attenzione riposta in questo elemento che ci è subito tornato alla mente il capolavoro di Naughty Dog, Uncharted 2: in particolare abbiamo trovato particolarmente azzeccati gli zoom sul volto di Monkey durante i combattimenti al fine di sottolineare le emozioni del protagonista anche in queste fasi. Grazie all’utilizzo dei medesimi modelli sia durante le scene di intermezzo che in-game gli sviluppatori si sono potuti permettere di mescolare narrazione e gameplay senza continui e bruschi cambi di ritmo.

Gameplay ricco?Proseguendo nei livelli di gioco sono venuti a galla ulteriori dettagli sulle possibilità offerte dal titolo. È stata infatti mostrata una sezione in cui per aggirare dei nemici era necessario coordinarsi con Trip nel creare diversivi. Distogliendo a turno l’attenzione dei robot è stato possibile raggiungerli alle spalle eliminando così la minaccia. Tameem Antoniades ha nuovamente sottolineato come Enslaved: Odissey to the West si possa definire puzzle action game, in quanto ogni nuova sezione presenta sfide diverse e da affrontare prima con il cervello e poi con la forza bruta di Monkey. Un nuovo elemento si è poi aggiunto al repertorio di Trip quando questa convince Monkey a catturare per lei una libellula meccanica incrociata in un livello. Domata la creatura artificiale, la geniale donzella imparerà a sfruttarla come telecamera mobile, utile in alcune fasi per scansionare l’ambiente e visualizzare così eventuali minacce nascoste, nel caso specifico delle mine. Saltando ad una fase più avanzata apprendiamo come l’elenco completo di comandi impartibili a Trip ammonta a sole quattro opzioni, aggiungendo alle due già citate la possibilità di farsi curare e di evolvere le abilità di Monkey spendendo i Tech Orb che sparsi per i livelli. Infine ci è stato mostrato un particolare livello nel quale scopriamo che il nostro muscoloso alter ego possiede una Nuvola, ovvero un marchingegno tecnologico appeso alla cinghia che quando attivato genera un campo gravitazionale che Monkey può sfruttare a mo’ di skateboard fluttuante per muoversi rapidamente in appositi livelli liberamente esplorabili. In particolare quello mostrato vedeva il nostro eroe cercare di creare un sentiero percorribile per Trip smuovendo dei relitti, così da permetterle di attraversare una zona resa inagibile dall’acqua. Era possibile anche distogliere un po’ l’attenzione dall’obiettivo principale per divertirsi con il simpatico aggeggio e ricercare qualche oggetto ben celato. A tal proposito, Tameem Antoniades ci ha spiegato che nonostante il titolo sia decisamente lineare, gli amanti dell’esplorazione potranno divertirsi a scovare diversi elementi nascosti, tra cui delle misteriose maschere che mostreranno a Monkey delle immagini dei giorni nostri, per lui decine di anni nel passato. L’esplorazione non sarà quindi solo finalizzata al collezionismo puro, quanto piuttosto un mezzo ulteriore utile per scoprire interessanti sfaccettature del complesso mondo di gioco imbastito da Ninja Theory.

Lo scimmione sotto controlloIn coda alla presentazione siamo anche riusciti a ritagliarci qualche minuto per impugnare il pad e provare con mano il prodotto. Fortunatamente, anche sotto il fronte dei controlli Enslaved: Odissey to the West convince, mettendo sul piatto una buona distribuzione dei comandi ma soprattutto un’ottima responsività agli input impartiti. In pochi minuti abbiamo imparato a controllare Monkey ed a fargli eseguire le semplici combo di cui dispone, oltre che impartire ordini alla dolce Trip. Abbiamo comunque notato un livello di difficoltà forse troppo permissivo nei duelli con i robot che se affrontati col giusto tempismo non riuscivano nemmeno a scalfire le nostre difese, ma avendo provato fasi appartenenti alla prima metà di gioco, è facile che il tasso di sfida sia destinato a salire. E’ inoltre disponibile un livello di difficoltà più alto, risorsa che tornerà sicuramente utile ai giocatori più esperti. Rimandando ancora una volta alla fase di recensione il giudizio complessivo, non possiamo che parlare bene della veste grafica del titolo, che si è ripresentata tecnicamente solida e visivamente affascinante. A sorprendere sono i due protagonisti, ben caratterizzati ma soprattutto animati da una recitazione fuori parametro, frutto di un lavoro certosino che ha catturato le interpretazioni degli attori nelle movenze del corpo, nelle espressioni del viso e nella voce.

– Ambientazione affascinante

– I due protagonisti paiono ottimamente caratterizzati

– Gameplay solido

Enslaved: Odissey to the West si è mostrato ai nostri occhi nuovamente capace di stupire e di affascinare. Questo action-adventure porta con sé un’ambientazione ben congegnata e soprattutto due protagonisti ottimamente caratterizzati, mentre il gameplay, seppur non particolarmente originale, sembra capace di proporre un’interessante interpretazione del genere. Siamo davvero ansiosi di poterci finalmente godere questo viaggio fino in fondo e verificare se i ragazzi di Ninja Theory saranno stati in grado di confezionare un prodotto capace di mantenere per tutta la durata dell’avventura questo medesimo livello di qualità. L’attesa non sarà poi così lunga, visto che la data di uscita sul suolo italiano è stata fissata per il 7 ottobre, restate con noi.

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