Distorcere le leggi della fisica, usando la prospettivaEchochrome, presentato allo scorso E3 ma approfondito alla GDC, entra senza dubbio nella seconda categoria. Dichiaratamente, esplicitamente e orgogliosamente spoglio di ogni orpello che non sia essenziale, Echochrome punta sul divertimento puro, sulla totale immersione in un gameplay semplice nelle regole ma impegnativo nella loro applicazione, un gioco che punta a farvi fumare le meningi e a farvi rimanere stanchi e soddisfatti alla fine di ogni livello, come nei grandi titoli del passato.Echochrome è a tutti gli effetti un puzzle game: la trama praticamente non esiste, e tutto si basa sull’abilità e sull’ingegno. Protagonista è un anonimo manichino deambulante, privo di altre connotazioni: un personaggio di cui non ci interessa nulla se non il suo essere il protagonista. Il piccolo burattino può solo camminare in avanti, e non abbiamo alcun potere su di lui, se non quello di costringerlo a fermarsi per riflettere. Abbiamo però la possibilità di ruotare a piacimento il mondo intorno a lui o, meglio, di modificare il nostro punto di vista rispetto a quel mondo. Scopo del gioco è aiutare il manichino a trovare e catturare le proprie ombre, sorta di fantasmi che si aggirano per i vari livelli. Questi ultimi sono costituiti da strutture geometriche composte da semplici linee sospese su fondo bianco, e ricordano certi studi prospettici che molti di noi hanno incrociato nelle ore di disegno tecnico delle superiori.
“Prospettiva” è la parola chiave: modificando il nostro punto di vista possiamo creare passaggi dove prima c’erano pericolosi buchi, fornire solide piattaforme di atterraggio, creare volontariamente ostacoli per modificare il percorso del manichino. In Echochrome, al contrario del mondo reale, conta molto più ciò che si “vede”, rispetto a ciò che “è”.Alla GDC è stata presentata una versione giocabile del titolo, che grazie al tutorial iniziale ha reso facilmente comprensibili le cinque regole fondamentali:
–Perspective Traveling: manipolando la telecamera e allineando due piattaforme fisicamente separate, è possibile creare un nuovo percorso. Anche se due blocchi sono disconnessi, modificare la visuale in modo da farli sembrare uniti permette al burattino di passare da uno all’altro.
–Perspective Landing: se una piattaforma sembra sotto un’altra, anche se fisicamente non lo è, il manichino potrà caderci sopra. Ciò significa che per passare da un blocco ad un altro possiamo usare una delle buche, cadendo sopra qualunque cosa ci appaia sotto la buca stessa.
–Perspective Existence: nascondere un vuoto vuol dire riempirlo. Se due passerelle sono separate, occultare lo spazio tra di esse (magari usando un’altra parte della struttura) farà sparire il buco rendendo agevole il passaggio.
–Perspective Absence: il contrario della precedente. Se non volete che il manichino incappi in una buca o in un trampolino, basta nasconderli alla vista: sarà come se non esistessero.
–Perspective Jump: se una piattaforma sembra sopra di noi, anche se a rigor di logica non dovrebbe esserlo, possiamo raggiungerla con un salto, usando uno dei trampolini.
Queste cinque regole sono le uniche necessarie al completamento dei livelli, e la difficoltà sta nel capire come e quando usarle. Il tutto è gestibile attraverso il solo uso degli stick analogici (se si esclude il triangolo, utile per mettere in pausa l’azione e riflettere con calma). I fantasmi da catturare sono sparsi per i livelli, e costringono il giocatore a raggiungere praticamente ogni anfratto della struttura.
Longevità infinita?La versione ps3 del gioco, scaricabile dal Playstation Network, offrirà circa 50 sfide, mentre si parla di 100 per la versione PSP. Ad ogni modo la longevità sarà potenziata all’infinito grazie all’editor dei livelli, che permetterà a tutti gli utenti di costruire (si spera facilmente) i propri personalissimi percorsi, per poi condividerli in rete con tutto il mondo. Vista la semplicità visiva del titolo, è facile immaginare che i livelli creati dai giocatori saranno graficamente indistinguibili da quelli “ufficiali”, rendendo Echochrome sostanzialmente illimitato.
Pro e controDifficile, ora come ora, dare una valutazione completa del gioco. Il concept è sicuramente geniale, ed Echochrome sembra avere le potenzialità per divenire un passatempo di culto, adatto praticamente a ogni fascia di utenza: dal ragazzino che vuole mettere alla prova il proprio ingegno, al nonno che vuole tenere allenate le cellule cerebrali. I problemi maggiori sembrano riguardare una certa criticità nell’impatto iniziale: Echochrome è abbastanza spiazzante, e potrebbe richiedere un po’ di pazienza prima di essere apprezzato fino in fondo. Soprattutto, la versione mostrata alla GDC pare ancora lievemente imperfetta, con alcuni passaggi non pienamente rispettosi delle regole che abbiamo elencato più sopra, e con un livello di difficoltà un po’ sbilanciato. Rimane da capire se sono problemi strutturali del gioco, o semplici figli della scarsa pratica di chi l’ha provato.
Considerazioni finaliIn conclusione, il consiglio è di tenere gli occhi aperti: il concept originale e creativo, il prezzo contenuto e una longevità potenzialmente infinita rendono Echochrome una grande promessa. Potrebbe anche rimanere un titolo di nicchia, ma ci conferma che il mondo dei videogiochi, anche al di là della grafica pompata e degli effetti speciali, ha ancora moltissimo da dare.