“Guess who’s back?” (Indovina chi è tornato?), così recita lo slogan del nuovo Driver. Una visita nello stand di Ubisoft presso l’E3 2010 ci è valsa un giro per le strade di San Francisco in questo quinto seguito di un brand che negli anni passati è vissuto di alti e bassi: dopo un primo titolo eccezionale, le avventure dell’agente Tanner e della sua Mustang non sono più riuscite a rimanere al passo coi tempi, proponendo comparti tecnici non all’avanguardia e gameplay poco convincenti, con il punto più basso toccato da Driv3r sei anni fa. Una sequenza giocata dagli sviluppatori ed una prova diretta su una delle modalità multiplayer ci ha permesso di farci un’idea sulle caratteristiche di questo inaspettato ritorno: vediamole insieme.
If you’re goin’ to San FranciscoChiunque abbia fatto due passi per le strade di San Francisco lo sa bene, non c’è città della West Coast che riesca a competere per personalità ed atmosfera. La versione digitalizzata della metropoli proposta nel gioco comprende tutti i punti di riferimento fondamentali, senza dimenticare il mitico Golden Gate ed una piccola parte della Marine County, per un totale di circa 200 miglia di strade liberamente esplorabili. Con Driver: San Francisco l’intenzione dei ragazzi di Ubisoft è tornare alle origini del brand, ovvero agli inseguimenti a folli velocità che da sempre ne identificano il gameplay originale. Traffico e pedoni sono presenti in grande quantità per le strade della downtown, il che unito alla grande sensazione di velocità sperimentata al volante rende la guida un pericoloso gioco di equilibrio, dove riflessi ed istinto sono caratteristiche fondamentali per arrivare a destinazione tutti interi. La prima visuale di guida mostrataci era quella dal cruscotto della macchina, la quale ha rivelato un’ottima riproduzione dei movimenti delle mani del protagonista sul volante e sul freno a mano, oltre ad un frame rate eccellente: per il momento fissato a 50 FPS, nella versione finale raggiungerà a detta degli sviluppatori i 60 stabili. La missione giocata per l’occasione prevedeva un classico inseguimento di una maccchina avversaria, la quale era facile da individuare nel traffico grazie a scie luminose originate dai fanalini di coda, utili per non perdere di vista il bersaglio. Quest’ultimo si è rivelato un osso talmente duro da richiedere una tattica d’inseguimento meno tradizionale del solito, la quale sfrutta una nuova abilità di Tanner, definita Shift.
Shifting San FranIn seguito ad un coma di cui ancora non si conoscono le ragioni (ma potremmo scommettere su un incidente in auto), il poliziotto si è infatti risvegliato con un singolare dono, ovvero la possibilità di trasferire il proprio io all’interno dei corpi delle persone all’istante; potrà suonare assurdo dal punto di vista del background narrativo del titolo, ma a livello pratico questo espediente si è rivelato un vero game changer. Alla pressione del tasto X (nella versione Xbox 360 da noi testata) l’azione viene immediatamente rallentata e l’io di Tanner esce dal suo corpo, restituendo una visuale a volo d’uccello sull’ambiente circostante con colori desaturati; da questa situazione di stallo è possibile selezionare tramite un indicatore qualunque macchina presente in strada e trovarsi in un istante al posto di guida, con il tempo che riprende a scorrere normalmente. Questa meccanica, estremamente intuitiva da utilizzare, permette non solo di continuare a “saltare” da una macchina all’altra per avvicinarsi al bersaglio in corsa ma anche, come dimostrato dagli sviluppatori, di impossessarsi di un veicolo nella carreggiata opposta e organizzare in pochi istanti un bel frontale per arrestare definitivamente la corsa del nostro obbiettivo. Ancora più interessante è il fatto che questa abilità sarà soggetta ad un’evoluzione durante il corso della campagna singolo giocatore, allargando sempre di più il suo raggio d’azione sino ad abbracciare l’intera città, permettendo così di saltare da un punto all’altro della vasta mappa di gioco in pochissimo tempo. La flessibilità di questo sistema enfatizza enormemente l’improvvisazione, proponendo un gameplay del tutto inedito tanto per la serie Driver in sé quanto per i giochi di guida in generale; seppur altri titoli abbiano infatti proposto il cambio di macchina “in corsa” (Wheelman e Just Cause 2, per citarne alcuni), il raggio d’azione era sempre limitato alle macchine adiacenti a quella guidata dal giocatore, mentre in questo caso gli orizzonti si allargano enormemente e con essi le chance d’improvvisazione. A supportare in pieno questa meccanica ci pensa il grandissimo quantitativo di auto su licenza che affollano le strade di San Francisco: oltre 100 i mezzi proposti, tra cui oltre all’immancabile Mustang abbiamo notato 500 Abarth, diverse Alfa Romeo, Camaro, Mclaren, Lamborghini e persino camion Mack con cui devastare gli avversari, come nella missione mostrataci. Tutti i bolidi del gioco potranno essere guidati sfruttando quattro visuali, laddove a quella del cruscotto si aggiungono quella dal paraurti e due in terza persona. Tutti i veicoli sono naturalmente danneggiabili, garantendo incidenti molto spettacolari. L’abilità Shift presenta anche interessanti risvolti a livello narrativo: ogniqualvolta ci impossesseremo del corpo e della macchina di un cittadino di San Francisco potremo assistere ad un piccolo riassunto della sua personalità, esplicitato tramite una piccola finestrella video visibile nella mappa della città. Questa caratteristica si rivelerà fondamentale nello svolgimento di alcune missioni, anche se ancora non ci è dato di sapere come.
Un giro in compagniaTerminata la demo singolo giocatore, gli sviluppatori ci hanno permesso di mettere le mani sul pad per la prova di una delle molte modalità multigiocatore previste nella versione finale di Driver: San Francisco. La stipulazione metteva quattro giocatori in competizione nel tentativo di mantenersi nella scia di un veicolo guidato dall’intelligenza Artifciale, naturalmente a tutta velocità per le strade della downtown. Un utilizzo frequente ed intelligente dello Shift era naturalmente necessario per tenersi costantemente nella scia della macchina bersaglio, enfatizzata visivamente da tracce luminose di colore giallo che si tingevano di blu quando ci trovavamo in perfetta scia. Per vincere era naturalmente necessario mantenersi nella traiettoria il più possibile per riempire una barra, laddove il primo giocatore a completarla guadagnava il primo posto. La modalità si è rivelata originale ed interessante per la sua capacità di incoraggiare l’utilizzo dello Shift, lasciando al tempo stesso al giocatore totale libertà su come affrontare la competizione. E’ stato confermato che la versione finale del gioco comprenderà diverse altre modalità multigiocatore, anche se non ci è ancora dato di sapere quali.
– Shift molto intuitivo
– 60 FPS
– Gameplay originale
La rapida prova di Driver: San Francisco ha rivelato un gameplay frenetico ed immediato, reso molto originale e giocabile dall’utilizzo dello Shift. Incoraggiante anche la prova del multiplayer, intuitiva, facile da padroneggiare ed allo stesso tempo impegnativa al punto giusto. Al momento attuale dello sviluppo, il lato meno positivo del titolo è il comparto tecnico, che ha sacrificato una parte di pulizia delle texture e della complessità poligonale per conquistare l’ambito traguardo dei 60 FPS, peraltro molto graditi in un titolo dove la giocabilità è tutto e comunque affiancati da un design di buon livello. Una prova positiva dunque, anche se pareri sulla varietà delle missioni e la qualità dell’Intelligenza Artificiale devono ancora aspettare. Tenetelo d’occhio se i giochi di guida arcade sono il vostro pane e rimanete con noi per tutti i futuri aggiornamenti.