Lo sviluppo multipiattaforma di Dragon Age ha rappresentato per Bioware una vera e propria scommessa: rilanciare il GDR classico su PC e proporre al tempo stesso porting efficaci su console HD non è stata certo un’operazione a colpo sicuro, eppure grazie ad una realizzazione oltre le aspettative il brand si è subito affermato, sia presso la critica internazionale sia al botteghino. La tradizione avrebbe voluto un seguito “bigger, better and more badass” (per citare il buon Cliffy B), che riproponesse la formula del capostipite adeguatamente ampliata e potenziata. I ragazzi canadesi hanno invece deciso di stupire tutti con l’annuncio di un titolo completamente diverso, scatenando reazioni contrastanti. L’industria del videogame, si sa, è ricca di contraddizioni e se da una parte l’utenza e la critica tendono sempre a lamentarsi per la mancanza di innovazione, dall’altra sono i primi a gridare allo scandalo quando un brand di successo cerca di reinventarsi. L’idea di un Dragon Age II votato più all’azione che alla strategia ed incentrato su un solo personaggio ha gettato nel panico i fan del capostipite. La GamesCOM 2010 ci ha permesso di avvicinarci per la prima volta al titolo, grazie ad una demo giocata per noi dagli sviluppatori: ecco le nostre impressioni.
The only costant is changePad alla mano Mike Laidlaw, lead designer del gioco, si è preso qualche minuto per spiegarci il processo creativo dietro a questo sequel: nelle intenzioni di Bioware, Dragon Age II deve essere un sequel in grado di mantenere gli aspetti positivi del predecessore, proponendo allo stesso tempo uno stile grafico unico, un focus maggiore sui personaggi ed una storia più personale, legata ad un unico eroe ed alla sua ascesa al potere. Per quanto infatti la creazione del personaggio fosse nel primo Dragon Age molto libera, il rovescio della medaglia consisteva in una sua scarsa identità: nessuna voce a recitare le sue battute, nessuna “storia già scritta” da vivere fino in fondo. Così nasce Hawke, il protagonista di questo sequel, di razza umana e destinato a diventare una leggenda del Ferelden. Proprio qui sono sorti i dubbi della comunità di appassionati del brand, timorosi di vedersi negata la relativa libertà offerta dal precedente titolo; il modo migliore per immaginare Dragon Age II per come ci è stato presentato durante la demo giocata dagli sviluppatori è pensare a Mass Effect 2 in salsa dark fantasy. Le somiglianze sono di sicuro evidenti: un personaggio ben delineato, di cui è comunque possibile variare il sesso, l’aspetto e la classe. Un party di massimo quattro personaggi. Visuale ravvicinata in terza persona. Il medesimo motore grafico. Per quanto i nostalgici di Baldur’s Gate possano sentirsi traditi, non c’è da dubitare che la nuova avventura nel Ferelden prenderà più di uno spunto dalle imprese del comandante Shepard.
Heroic FantasyIl livello di gioco mostrato durante la presentazione era incentrato sui combattimenti contro i Darkspawn: Hawke ed una compagna maga hanno affrontato ondata dopo ondata di Hurlock mostrando uno stile di combattimento molto più immediato e votato all’azione rispetto a quello proposto dal predecessore. Ciononostante, proprio come in Mass Effect, l’impostazione tattica si fa comunque sentire: in qualunque momento è possibile mettere l’azione in pausa tattica, dalla quale impartire veloci ordini ai compagni oppure passare direttamente al loro controllo. La ruota dei comandi fa il suo ritorno sostanzialmente invariata, così come i tasti frontali configurabili con azioni rapide: la formula dovrebbe dunque risultare sufficientemente familiare ai veterani del predecessore, pur proponendo un gameplay decisamente più immediato e spettacolare. L’azione si è notevolmente scaldata con l’entrata in scena di un Ogre, i cui attacchi devastanti uniti ad una notevole resistenza fisica hanno richiesto una tattica più elaborata e qualche messa in pausa. Il colpo ferale è toccato alla maga, permettendo agli sviluppatori di mostrare come in questo seguito anche le classi dedite agli incantesimi siano state dotate di spettacolari finishing move: un incantesimo d’attacco ha pervaso la carcasse dell’enorme mostro, facendola letteralmente esplodere in una pioggia di sangue. E’ seguita una fase di dialogo caratterizzata dalle classiche risposte a scelta multipla, laddove il giocatore potrà scegliere uno tra tre o più piccoli riassunti, come visto in Mass Effect; al fine di esplicitare ulteriormente l’atteggiamento legato alle varie risposte, gli sviluppatori hanno aggiunto una piccola icona a forma di maschera la quale cambia espressione in base alla sentenza scelta, esplicitando sarcasmo, cattiveria, comprensione, bontà ed altre emozioni. Interessante è anche il fatto che assumere spesso un certo atteggiamento sbloccherà nel corso del tempo un maggior numero di risposte ad esso legate, permettendo al giocatore di plasmare la personalità del protagonista. Proprio quando le acque sembravano essersi calmate, la sagoma di un enorme drago ha oscurato il cielo, il suo ruggito a coprire qualunque altro suono. Hawke e la sua compagna, pronti allo scontro, si sono gettati alla carica e… “Ma aspetta un momento! Non è possibile! Non è affatto andata così. Tu mi stai mentendo!”
Colpo di scenaIl campo di battaglia sfuma in un fade out e d’improvviso ci troviamo al chiuso, a fissare una donna guerriero riccamente vestita che fissa accigliata un ometto grasso seduto su un enorme trono. “Forse hai ragione, ho esagerato un po’”, sogghigna il nanerottolo, e capiamo che la precedente sequenza di giocato consisteva in un flashback scaturito dai racconti del piccolo ed odioso nobile. Questo, come spiegatoci dagli sviluppatori, è un espediente narrativo che vedremo utilizzato spesso in Dragon Age II, che si divertirà a raccontare “storie nella storia”. Le avventure di Hawke verranno inizialmente narrate a ritroso, e parte del giocato consisterà nelle storie raccontate da diversi personaggi che ne hanno fatto la conoscenza, con tutte le esagerazioni del caso; queste ultime si tradurranno talvolta in evidenti eccessi anche nel gameplay, dando al giocatore forze ben oltre l’umano. Lo scopo di questa particolare struttura narrativa è quello di dare all’avventura un sapore epico da poema eroico, permettendo ai giocatori di vestire i panni di una vera e propria leggenda vivente. Da un certo punto in avanti della storia ci troveremo invece nei panni di Hawke in carne ed ossa, dovendo basarci su forze eccezionali, ma nondimeno limitate rispetto a quelle narrate dai suoi ammiratori.
– Struttura narrativa interessante
– Gameplay immediato
– Azione spettacolare
Il primo incontro con Dragon Age II ha rivelato ancora una volta l’eccezionale capacità di Bioware di reinventarsi ad ogni nuova iterazione dei suoi brand. Pur mantenendo la ruolistica come punto fermo, gli sviluppatori canadesi stanno dimostrando la piena volontà di continuare a sperimentare ed ibridare il genere. Per quanto le somiglianze con il gameplay di Mass Effect 2 possano deludere l’utenza più affezionata all’anima strategica del predecessore, questo sequel è riuscito ad affascinarci con espedienti narrativi originali ed uno spiccato gusto per la spettacolarità. Con la data d’uscita fissata a Marzo 2011, le occasioni per trovarsi di nuovo faccia a faccia con Dragon Age II non mancheranno certo: rimanete con noi.