Le fasi beta sono una cosa comune per il pubblico pc. Spesso utilissime per gli sviluppatori, permettono all’utenza di farsi un’idea più o meno chiara del potenziale di un prodotto, e garantiscono un’accurata raccolta dati che facilita di parecchio l’opera di ribilanciamento e pulitura. Per i giocatori console, tuttavia, il concetto è un pochino più acerbo, relativamente giovane, e può tramutarsi in una tremenda arma a doppio taglio per i titoli, poiché le beta vengono percepite come grosse demo e più di un utente pensa che il prodotto finale non si discosterà molto da quanto ha potuto provare.
Chiariamolo all’istante, anche se non ce n’è bisogno: la prima descrizione è quella giusta. La beta è una tela con disegni già formati, ma senza il passaggio a china né i colori, e vale anche per Destiny, nonostante l’offerta di Bungie arrivata nelle case di recente si sia dimostrata ben più stabile e rifinita di quanto molti si aspettassero. È stato fondamentalmente un pizzico di quello che è forse lo sparatutto più atteso e pompato di quest’anno a livello marketing, e quindi noi, dopo averla testata a lungo come tutti, abbiamo pensato bene di cogliere più informazioni possibili dalle poche ore “regalate” dalla software house, per valutare il valutabile e criticare il criticabile. Ovvio che, con un campione così limitato, il nostro giudizio ha ben poco di professionale al momento, ma una cosa va detta… Bungie sa ancora fare gli sparatutto.
La magia di una fucilata
Non prendete la premessa di cui sopra come un giudizio eccessivamente positivo. Destiny al momento è allo stato brado e ha dei grossi difetti che tratteremo in questo articolo, ma per quanto riguarda lo shooting Bungie è difficile da attaccare. Maestri dello sparatutto su console, i creatori di Halo hanno preso le basi del loro fps più famoso, le hanno trasferite in questo titolo e le hanno modificate a dovere per rendere il tutto altrettanto gustoso. Con uno scudo rigenerabile e un reticolo ben più largo della media si spara a meraviglia con un pad, è comprovato, ma in Destiny sono stati aumentati in modo significativo gli aiuti alla mira, assicurando un costante controllo anche dei nemici più mobili. L’auto-aim è netto, persino in multiplayer, e viene unito a una maggiore varietà nelle armi disponibili, che pur non presentando grosse castronerie o bocche da fuoco estremamente originali sono alquanto diversificate e mutano del tutto lo stile di gioco. Il potenziamento dell’auto-aim viene parzialmente supportato anche dall’aumento secco degli antagonisti e dalla loro velocità di spostamento: avendo a che fare con gruppi nutriti di avversari che saltellano e corrono qua e la, un mirino “appiccicoso” rende il tutto più fluido e veloce, aumentando il ritmo solitamente più lento e ragionato del gameplay messo in campo da Bungie.
Funziona e diverte, complice il feeling superbo degli strumenti di morte che si trovano sparsi tra le mappe di gioco, ma non è tutto gioia e coriandoli, perché l’eccessivo aiuto alla mira potrebbe stranire i giocatori più esperti. Per quanto ci riguarda, auspichiamo una leggera diminuzione degli aiuti, almeno in multiplayer, pur avendo apprezzato molto le sparatorie.
È ad ogni modo possibile che in parte questa scelta sia stata dettata da un altro fattore molto importante della produzione Bungie, gli elementi gdr. Destiny non è il tipico fps senza cervello, è una mescolanza di generi che spazia dal MMO al gioco di ruolo in prima persona, e presenta un sistema di loot simile a quello di Borderlands, anche se meno ricco di oggetti droppati in favore di una crescita più costante e ponderata dei personaggi. Le tre classi disponibili: Warlock, Titano e Cacciatore, vantano rami di abilità multipli (il secondo sbloccabile solo a un livello avanzato, non disponibile nella beta), e poteri specifici molto coreografici che gli donano una certa unicità, pur essendo simili in quanto a utilizzo in battaglia. Unite a tutto questo rami di sviluppo passivi propri delle armi più rare, l’utilità variabile delle stesse con i diversi tipi di nemici, e l’enfasi di Destiny sulla cooperativa, e otterrete un titolo dove il proprio personaggio può essere lentamente inserito in un ruolo cristallino.
Tiro al boss
Qui spuntano un paio di difetti pesanti di Destiny però, le boss fight e l’intelligenza artificiale. Invece di inserire a inizio gioco combattimenti memorabili, gli sviluppatori di Bungie hanno messo due spugne da proiettili come boss per la prima istanza di gruppo “seria” del gioco, sminuendo le potenzialità dello sparatutto. È necessario collaborare e gestire a dovere gli spostamenti lo stesso, ma i pattern sono troppo semplicistici e danno l’impressione di essere pensati per un boss da tutorial più che per uno scontro esaltante dove il gioco di squadra è centrale. L’IA non collabora per niente poi, poiché, seppur mobilissima e pericolosa in spazi ristretti, si imbambola spesso e volentieri nelle aree più aperte, fino a pietrificarsi, tramutando i nemici in semplici casse di proiettili che sparano.
La cosa dà specialmente fastidio se si pensa che Destiny non è un vero e proprio open world, ma un gioco ricco, appunto, di istanze sparse in varie macrozone, dove i programmatori potrebbero sbizzarrirsi creando situazioni inusuali o boss fight atipiche.
Vedremo boss fight più elaborate nei livelli più avanzati o modifiche a quelle iniziali basate sul feedback? Siamo quasi sicuri di sì, ma se non dovesse accadere sarebbe una bella gatta da pelare per il titanico progetto di Bungie.
In generale, peraltro, la struttura vicina agli MMO funziona in modo piuttosto egregio, offrendo missioni secondarie generate a raffica nella prima macrozona terrestre, e varie boss fight minori affrontabili anche in singolo piacevoli per prendere dimestichezza con il sistema. Servono davvero solo un po’ di brio e originalità in più per innalzare il tutto, che di certo non possiamo analizzare dalla beta.
Ancor più spettacolare il multiplayer competitivo, che pur presentando una manciata di mappe si è rivelato esagerato, rapido e divertentissimo. Non che manchino i problemi pure qui, tuttavia: è infatti sbilanciatissimo.
La motivazione è semplice, non si può bilanciare il pvp se ogni giocatore usa armi qualitativamente molto diverse fra loro. I Bungie hanno scelto di mantenere invariato l’equipaggiamento trovato in pve anche nelle mappe competitive, e tale decisione crea un gap enorme tra chi ha esplorato a dovere le istanze disponibili e chi invece gioca solo per il pvp. Lo scheletro per un competitivo coi fiocchi c’è, ed è solidissimo, ma servono armi pvp only o dei cap alle statistiche per ogni giocatore (con eliminazione dei bonus passivi), altrimenti la skill del singolo andrà a farsi benedire.
Poco da criticare infine sul comparto tecnico. Destiny non vi farà uscire gli occhi dalle orbite, ma è solido, bello da vedere e ricco di stile. Qualche calo di frame rate su PS4 non ci ha preoccupato, e crediamo che tutto si stabilizzerà nella versione completa del gioco.
– Potenzialmente enorme
– Sistema di shooting con i fiocchi
– Tecnicamente solido
Messia degli fps su nuova generazione? Forse è un’esagerazione, ma non possiamo negare di aver apprezzato la beta di Destiny. Il titolo di Bungie offre un sistema di shooting con i fiocchi e un’interessante struttura simil mmo che gli dona un potenziale pressoché infinito se sfruttata a dovere. Dalla beta sono però emersi anche dei difetti piuttosto gravi, che speriamo verranno eliminati nel titolo completo, o superati con istanze avanzate più varie ed esaltanti, e un ribilanciamento del pvp.
Comunque la si prenda, questo è solo un antipasto, che verrà quasi di certo modificato ampiamente grazie al feedback dei fan. Activision ha per le mani un agglomerato di possibilità pronto ad esplodere, e noi speriamo vivamente di vederlo esprimere tutte le sue qualità al momento dell’uscita. Sarà limitato dalla sua natura cross gen o supererà qualunque barriera? Tra qualche mese lo scopriremo.