Anteprima

Agents of Mayhem

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a cura di DjPralla

Indipendentemente dal successo di critica e pubblico che hanno i propri prodotti, alcune volte bisogna essere in grado di cambiare strada e creare qualcosa di nuovo, qualcosa che sappia dire la sua nel mercato; alcune volte tentando la via della rivoluzione, altre modificando solo qualche elemento per apparire semplicemente rinfrescati. Discorsi simili devono essere rimbalzati tra Deep Silver e Volition prima di arrivare alle fondamenta su cui costruire Agents of Mayhem. Continuare con la serie Saints Row oppure cambiare completamente genere?
Sembra un multigiocatore ma non è
Partendo dalle basi, la nuova creazione dei ragazzi dell’Illinois è un open world in cui si controlla il personaggio da una visuale in terza persona. Prima di scendere in azione, il giocatore deve creare una squadra di tre agenti, scegliendo tra i dodici sbloccabili, ognuno con il proprio armamentario e le proprie caratteristiche. Sul campo di battaglia si utilizza un personaggio alla volta, quindi si tratta di un’esperienza totalmente single player, dove il giocatore ha però la possibilità di cambiare immediatamente personaggio e modificare drasticamente il gameplay. La struttura base è quella dei più recenti shooter in terza persona, dove ogni agente ha una tipologia di armi ben definita e peculiare, oltre ad abilità attive, passive e una speciale attivabile solo dopo aver riempito un’apposita barra. Già tra i primi tre agenti disponibili a inizio gioco è possibile vedere quanto possa variare il gameplay a seconda della scelta fatta dal giocatore: Fortune è un ex piratessa spaziale colombiana che sfrutta la velocità per muoversi tra i nemici e colpirli con le sue mitragliette a fuoco rapido, Hardtack è un energumeno che si fa strada tra avversari con il suo fucile a pompa della portata estremamente ravvicinata, mentre Hollywood è il classico personaggio bilanciato, agile il giusto, con un fucile d’assalto potente e allo stesso tempo rapido, oltre ad essere il volto dell’organizzazione e ad essere sempre in prima linea quando bisogna farsi notare. Prima di iniziare la missione avremo la possibilità di modificare il nostro trio e, una volta trovatisi armi alla mano, come accennato prima, potremo scambiare i tre per avere a schermo quello giusto al momento giusto. Nel frattempo, gli altri due non prenderanno parte alla battaglia e non potranno essere interpretati da amici in una sorta di cooperativa online, perché gli stage e le ondate di nemici sono state studiate per essere fronteggiate da un solo giocatore, che sappia però destreggiarsi tra le abilità a disposizione dei vari agenti. Con il proseguo della storia e con l’esperienza accumulata assieme ai livelli, ogni agente può espandere le proprie abilità e al giocatore viene dato l’onere di scegliere quali caratteristiche migliorare, quali abilità attive o passive equipaggiare, ma anche che tipologia di abilità speciale utilizzare in battaglia. Si possono così andare a creare combinazioni interessanti e inaspettate, soprattutto una volta coordinate con il sistema di movimento. Un’altra particolare caratteristica del nuovo titolo di Volition è la possibilità di effettuare tre salti conseguitivi, per poi concatenarli anche con una schivata che proietta l’agente per diversi metri nella direzione selezionata; questo fa sì che il personaggio sia estremamente mobile all’interno del campo di battaglia e che gli scontri diventino delle coreografie con salti impossibili e schivate in aria. In più, con il sistema di abilità, il tutto può prendere connotazioni ancora più complesse, come ad esempio con Fortune, che di base è già molto veloce e che con un’abilità può ricevere un buff di velocità ogni volta che mette a segno un colpo melee. Con quest’obiettivo in mente si inizia il balletto per cui ci si butta in mischia per sferrare un bel calcione, con la velocità aumentata si aggira l’orda di avversari mentre si continua a colpirli, per poi usare la schivata o il triplo salto per raggiungere in tempo un altro avversario e ricominciare dal calcio. Con il moltiplicarsi dei nemici, con l’introduzione di nuove variabili legate ai meccanismi per abbattere tutti i nemici, ma soprattutto andando a lavorare sui quindici livelli di difficoltà che offrono una percentuale sempre maggiore di esperienza e denaro, il gioco diventa ogni volta più frenetico e caotico, tanto che tenere tutto sott’occhio e operare le acrobatiche manovre ad alta velocità potrebbe risultare complesso per i novizi, ma allo stesso tempo estremamente appagante per chi cerca un’esperienza che faccia lavorare la tastiera o il gamepad: il tutto ovviamente contornato da ilarità, esplosioni e goliardia.
Viola che più viola non si può
Perché è questo lo spirito di Agents of Mayhem, quello mutuato direttamente da Saints Row: ogni linea di dialogo, ogni briefing, ogni elemento con cui si può interagire porta a una battuta, a un evolversi insensato della situazione o qual si voglia risvolto ironico a cui gli sviluppatori sono riusciti a pensare. Questo fattore era uno dei punti chiave per cui la serie Saints Row riusciva a spiccare in mezzo a un mercato già saturo: la serie riusciva a non prendersi mai sul serio e finire in ironia ogni possibile momento. In Agent of Mayhem la situazione è la medesima, anche perché ci troviamo nello stesso mondo, ma solo molti anni più in là. In questa Seul di un futuro non troppo lontano opera l’agenzia e tutte le persone al suo interno sono fuori di testa e inusuali, a partire da Persephone Brimstone, fondatrice e capo, che con il suo stile da femme fatale anni trenta risulta in completo contrasto con l’ambientazione futuristi scifi tutta descritta a suon di viola e neon. Avendo a schermo dodici personaggi tra cui scegliere, anche tutti i dialoghi sono stati scritti in modo tale che la logica funzioni indipendentemente dal personaggio attivo. In generale però non ci è sembrato di vedere quel spiccata scintilla umoristica che accendeva quasi ogni missione di Saints Row, ma è ancora presto per giudicare.

Gameplay dinamico

Tanti personaggi diversi tra loro

Ironia e sarcasmo da Saints Row

Agosto non è poi così lontano e queste prime orette con Agents of Mayhem ci hanno lasciati tutto sommato soddisfatti e curiosi di vedere quello che sarà il prodotto completo. Di sicuro risulta strano vedere un gioco così focalizzato su di una moltitudine di personaggi differenti che però si risvolge esclusivamente ai giocatori che cercano un’esperienza in solitaria. Un mash up che potrebbe portare a sviluppi interessanti, anche visto l’imminente ritorno di un prodotto per certi versi simile, come Crackdown.