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11-11: Memories Retold

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 22/08/2018 alle 00:00
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Nel mondo videoludico, come d’altronde in quello cinematografico, la Prima Guerra Mondiale non ha mai trovato grande spazio: se facciamo eccezione per l’altisonante Battlefield 1, sono pochi i titoli giunti sotto i riflettori proponendo questo conflitto bellico come ambientazione principale. Lo studio di Aardman Animations, invece, si propone proprio di raccontare la Prima Guerra Mondiale in 11-11: Memories Retold, un titolo che vuole ricordare il centesimo anniversario dalla fine della guerra, cercando di ricostruire ciò che la guerra ha significato per le persone che, per un motivo o per un altro, si sono trovate sul fronte bellico, da una parte o dall’altra.
Una guerra, due storie
L’obiettivo di 11-11: Retold Memories è di metterci di fronte al fatto, mai troppo scontato, che in una guerra non è così facile tracciare un confine tra fazioni buone e cattive. Per questo il gioco ci fa impersonare due protagonisti, Harry (doppiato da Elijah Wood) e Kurt (doppiato da Sebastian Koch), che si trovano dai lati opposti del fronte. Harry è un ragazzo originario di Toronto, in Canada. Amante della fotografia, è proprio grazie alla sua passione che viene notato da un maggiore, che sta appunto cercando un fotografo che possa immortalare i momenti più gloriosi della guerra. Harry accetta nella speranza che l’indossare un uniforme possa fare colpo su Julia, l’amica d’infanzia per cui, da tempo, prova qualcosa che va oltre la semplice amicizia. Harry scopre ben presto che aveva sottovalutato tutto quanto: essere fotografo di guerra significa trovarsi di fronte a ciò che la guerra semina al suo passaggio, alla morte dei compagni, alla distruzione dei paesaggi. Kurt, invece, è ben conscio dei rischi della guerra. Per questo si tiene aggiornato tramite la radio anche durante i turni al posto di lavoro. Ed è proprio attraverso la radio che viene a sapere della scomparsa di un plotone di soldati, di cui faceva parte anche il figlio Max. Senza darsi per vinto, Kurt decide di partire per il fronte, con l’intenzione di riportare Max a casa sano e salvo. Il gioco alterna i punti di vista dei due personaggi, e le loro storie proseguono parallele fino al momento in cui, nella battaglia di Vimy, giungono finalmente ad intrecciarsi. La storia del gioco prevede delle scelte, che avranno un forte impatto sul proseguire della storia. Una storia che, hanno promesso gli sviluppatori, ci porterà a ridere, piangere, impaurirci ed arrabbiarci insieme ai nostri protagonisti. Difficile dubitare delle loro promesse dopo aver provato il titolo: 11-11 fa capire fin da subito che il suo obiettivo principale non è quello di intrattenere il giocatore, ma quello di far capire ciò che la guerra, al di là della propaganda di entrambe le parti, ha davvero significato per chi si trovava sul fronte.
Se dal punto di vista narrativo ci troviamo di fronte ad un realismo che non cede a compromessi, lo stile grafico, invece, non cerca neanche di battere la strada del fotorealismo, puntando su un comparto estetico che ricorda un dipinto impressionista per il modo in cui le pennellate vanno a definire personaggi ed ambienti sullo schermo. L’impatto iniziale è straniante, soprattutto per il contrasto che si viene a creare con le tematiche cupe narrate dal gioco: ci vuole poco, però, per abituarsi e per capire che questa scelta estetica riesce a trasmettere le emozioni vissute dai personaggi più di quanto potrebbe mai fare una riproduzione fedele della realtà. Anche il comparto sonoro, per quanto abbiamo potuto sentire, fa il suo egregio dovere, con tracce che riescono a sottolineare egregiamente i momenti di ansia e pressione come anche quelli di spensieratezza.
La fine della vita quotidiana
A questa Gamescom 2018 abbiamo avuto modo di provare delle brevi sezioni di gioco, che ci hanno mostrato uno scorcio della vita di Harry e Kurt prima della partenza per la guerra, il viaggio ed infine la battaglia di Vimy, momento in cui le loro storie vanno ad incontrarsi. 11:11 si gioca come una classica avventura in terza persona: nei panni di ciascuno dei personaggi dovremo muoverci attraverso le location per raccogliere oggetti, parlare con persone e risolvere semplici missioni. Abbiamo avuto modo di vedere anche qualche puzzle, ma si è trattato di enigmi estremamente basilari che non hanno richiesto molto impegno. A spezzare queste fasi più tranquille c’è stato un segmento in cui abbiamo dovuto condurre Harry attraverso le barricate nemiche senza farlo soccombere al fuoco delle mitragliatrici: anche in questo caso, si è trattato di una missione semplice, in quanto bastava aspettare dietro alcune coperture prima di muoversi. In generale, si ha l’impressione che gli sviluppatori abbiano voluto rendere il gameplay il più semplice possibile per concentrarsi sull’esperienza narrativa che il titolo vuole portare nelle stanze dei videogiocatori. Una scelta condivisibile, anche se l’inserimento di qualche enigma più complesso potrebbe aiutare a spezzare il ritmo serrato dell’avventura. Abbiamo infine provato una breve sezione in cui abbiamo preso il controllo di un gatto alla ricerca di un pasto nei cunicoli delle grotte. A detta degli sviluppatori, gli animali giocheranno un ruolo importante nel titolo: siamo curiosi di più, in quanto si tratta di una scelta decisamente atipica visto anche il tono della storia.

– Intento narrativo lodevole

– Stile grafico intrigante

11-11: Memories Retold promette di essere un’esperienza narrativa indimenticabile per chiunque desideri approfondire ciò che il primo conflitto mondiale ha significato per la vita di milioni di persone, ormai cento anni fa. La scelta di avere due protagonisti, provenienti dai fronti opposti, e il peculiare stile grafico adottato sono i punti di forza di questo nuovo titolo che, pur non potendo contare sui budget delle grandi produzioni, è uno dei giochi che più ci ha colpiti di questa Gamescom 2018.

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