Anche Ubisoft e Take-Two prendono posizione: interrotte vendite in Russia

Ubisoft e Take-Two si uniscono alle aziende che stanno prendendo posizione nella guerra tra Ucraina e Russia, sospendendo le vendite.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Sta continuando, inesorabile, la cascata di prese di posizione da parte delle aziende del mondo dei videogiochi. Le ultime delle quali sono Ubisoft e Take-Two, che prendono misure riguardo il conflitto in corso in Ucraina.

L'eliminazione delle squadre russe da FIFA 22 ora sembra qualcosa di molto riduttivo, stando a quello che è successo nelle ultime ore.

A stretto giro, Electronic Arts ha deciso di interrompere direttamente tutte le vendite di prodotti e servizi nel mercato Russo, dopo le decisioni intraprese da tante altre aziende.

Nel weekend anche Epic Games ha deciso di bloccare il suo mercato russo, ma senza interrompere gli accessi, con l'obiettivo di mantenere un dialogo.

Mancano ormai pochissime aziende tra quelle più importanti del mondo dei videogiochi, e nelle ultime ore a prendere posizione sono due colossi del settore.

Ubisoft e Take-Two, infatti, hanno comunicato le loro intenzioni nei riguardi del mercato della Russia, annunciando le proprie mosse in questo senso.

Dapprima il publisher francofono aveva spiegato come avrebbe aiutato il popolo ucraino, ma in queste ore ha aggiornato il suo post iniziale con la seguente frase:

«Aggiornamento di lunedì 7 marzo - Alla luce della tragedia in corso in Ucraina, abbiamo deciso di sospendere le nostre vendite in Russia.»

La decisione di Take-Two arriva invece dalle pagine di PC Gamer, che ha raccolto la testimonianza di Alan Lewis, vice presidente delle comunicazioni aziendali:

«Abbiamo osservato i recenti eventi avvenuti in Ucraina con preoccupazione e tristezza. Dopo una significativa riflessione, la scorsa settimana, abbiamo deciso di bloccare nuove vendite, installazioni, e supporto al marketing per tutti le nostre etichette in Russia e Bielorussia al momento.»

Un fronte comune da tutte le aziende, insomma, che pone anche il mercato dei videogiochi in una posizione ben precisa nei confronti delle azioni della Russia.

Un'ondata cominciata con l'azione benefica del team di sviluppo di This War of Mine, che ha devoluto i propri guadagni di una settimana alla Croce Rossa.

E pensare che la situazione è stata talmente surreale che, ad un certo punto, il governo dell'Ucraina si è appellato addirittura ad Xbox e PlayStation.

Un appello a cui, per motivi diversi, ha risposto anche Nintendo, bloccando le vendite tramite eShop nel territorio russo.

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