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What Remains of Edith Finch

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a cura di Pregianza

Informazioni sul prodotto

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What Remains Of Edith Finch
  • Sviluppatore: Giant Sparrow
  • Produttore: Annapurna Interactive
  • Distributore: Annapurna Interactive
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , PS5 , XSX
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 25 aprile 2017 (PS4, Xbox One), 4 luglio 2019 (Switch)

Uno dei titoli più interessanti svelati alla presentazione della lineup digital di Sony era What Remains of Edith Finch. Ha fatto capolino tra i trailer solo per qualche prezioso secondo, mostrando una storia non chiara e ambientazioni cupe e ispirate, ma ci ha attirato molto con la sua particolarità. Ad interessarci è anche il nome che si cela dietro a questo progetto: quel Ian Dallas a cui si deve l’ottimo Unfinished Swan e che ha già dimostrato in passato di saper stravolgere il concetto di videogioco per offrire un’esperienza unica. La base è molto semplice, e vi vede impersonare Edith Finch, ultima sopravvissuta di una famiglia la cui storia è ben più misteriosa di quanto si possa credere. Esplorando le proprietà dei suoi parenti, Edith dovrà capire cosa è accaduto, con la morte come unica costante di ogni storia. 
Per capirne di più, abbiamo parlato con Ian Dallas in persona, che ha risposto alle nostre domande chiarendoci molti punti oscuri (e lasciando volutamente fumosi altri aspetti). Ecco cosa ci ha raccontato.
Spaziogames: The Unfinished Swan era un gioco sicuramente atipico, possiamo aspettarci qualcosa di simile da What Remains of Edith Finch immagino… potresti descrivercelo un po’ più nel dettaglio?
Ian Dallas: sì, i giocatori dovrebbero aspettarsi di vedere cose che non si aspettano nel nostro prossimo gioco, se possibile. 
The Unfinished Swan e What Remains of Edith Finch sono entrambi giochi che parlano di ciò che non si conosce. Come ci si sente a incontrare cose che non si comprendono. In The Unfinished Swan l’ignoto era un paesaggio concreto che si poteva svelare con la vernice, in What Remains of Edith Finch l’ignoto è più misterioso. Ci sono gli eventi e le forze che agiscono in ognuna delle brevi storie, che sono poco comprensibili, e anche la tela stessa delle storie. Chi sta raccontando queste storie e quali siano le loro motivazioni – pensano di star dicendo la verita? E io, come giocatore, cosa credo che sia la verità?
SG: il setting era molto importante in Swan e Edith Finch sembra un adventure game. Possiamo aspettarci che l’esplorazione abbia grande importanza nel gioco? O ci sarà una struttura a puzzle classica?
ID: Si tratta di un gioco sull’ignoto, e come giocatore lo si esplora in vari modi. Nei panni di Edith, i giocatori esplorano la casa di famiglia dei Finch, che è un posto strano ed enorme. A quel punto, nella casa, scoprono storie su ognuno dei membri della famiglia, e quelle storie diventano piccoli mondi giocabili a sé stanti, dove i giocatori assorbono informazioni riguardanti ognuno dei membri della famiglia e i modi in cui sono morti. C’è un elemento puzzle mentre si avanza per la casa e si sbloccano le varie camere da letto, ma il focus è meno sul mettere alla prova il cervello del giocatore, e più sui momenti di stupore, scoperta e meraviglia.
SG: hai detto che il titolo “sembrerà pauroso a molte persone”. È dovuto alle influenze parziali di Poe e Lovecraft? O avete inserito dei momenti horror deliberatamente?
ID: penso che l’esplorazione dell’ignoto sia intrinsecamente spaventosa per molte persone. Nella vita reale è così. Se ricevi un messaggio dal tuo dottore che ti dice di dover parlare con te urgentemente del risultato di alcuni test, ti spaventi.
Non ci sono zombie e vampiri in Poe e Lovecraft, e nemmeno nel nostro gioco. Stiamo cercando di evitare gli elementi horror familiari, perché crediamo siano in contrasto col tono che stiamo cercando di ottenere. Non appena i giocatori comprendono il pericolo il loro cervello si attiva per capire come affrontarlo. Noi siamo più interessati nell’orrore esistenziale del non conoscere.
SG: cosa ne pensi della scena indie del momento? Sta ancora sbocciando o è si è già ammuffita?
ID: come giocatore devo ammettere che la maggior parte dei giochi la fuori non mi interessa molto. In particolare i titoli indie, vorrei solo che fossero più “strani”.  Ci sono così tanti territori inesplorati, e molti di questi probabilmente non sarebbero divertenti o interessanti, ma mi piacerebbe comunque che gli indie sperimentassero di più. Più fallimenti gloriosi. Giochi che sembrano venuti da un altro pianeta come Katamari Damacy o Deadly Premonition. 
Credo che vedremo molte nuove e strambe esperienze con la realtà virtuale e sono molto eccitato per questo. Il mio titolo indie recente preferito è Metamorphabet, un un gioco dell’alfabeto interattivo dell’animatore Patrick Smith.
SG: art direction. Cosa vi ha influenzato e che strada avete scelto stavolta
ID: abbiamo cercato di riprodurre il senso di venir sopraffatti dalla natura nelle storie, ma lo abbiamo accompagnato con spazi familiari nella casa. Ci hanno influenzato anche i dipinti di Capar David Friedrich e il surrealismo.

– Grande atmosfera

– Unico e piuttosto originale

What Remains of Edith Finch è indubbiamente un progetto che potrebbe riservare moltissime sorprese agli amanti delle avventure e dell’atmosfera. Difficile dire ora fino a che punto il titolo di Giant Sparrow sarà unico e innovativo, ma le premesse per una piccola perla ci sono. Lo aspettiamo estremamente incuriositi.

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