Recensione

The Legend of Zelda: The Wind Waker HD

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a cura di LoreSka

The Legend of Zelda: The Wind Waker è una storia di amore e odio. Non ci riferiamo alla trama del gioco, bensì alla percezione che il pubblico ha avuto di questo titolo. Prima di tutto, dunque, è bene fare una piccola premessa storica. Quando The Wind Waker venne annunciato nel lontano 2000, le reazioni del pubblico furono di enorme disappunto. Nintendo aveva presentato una tech demo appena un anno prima, con protagonista un Link realistico e un Ganondorf più terrificante che mai. Il pubblico aveva salutato Link con Ocarina e Majora’s Mask, considerati due fra i migliori titoli della saga. La gente, in breve, si aspettava che Nintendo avrebbe insistito su questa strada anche con la neonata console GameCube.
Di conseguenza, quando The Wind Waker venne mostrato al mondo, tutti vennero presi alla sprovvista. Sviluppatori compresi. Persino lo stesso Miyamoto, che ebbe l’infelice idea di spiegare la nuova scelta stilistica con delle parole ambigue. Disse di voler “creare uno Zelda per tutte le età”, trasmettendo erroneamente il messaggio che The Wind Waker sarebbe stato un gioco casual. Le critiche piovvero da ogni angolo, persino dai più irriducibili fan di Nintendo.
Poi The Wind Waker uscì, e ci rendemmo conto che le critiche erano infondate. Certo, era un gioco con uno stile grafico più infantile, con personaggi più accoglienti e con una quantità esagerata di mocciosi, ma era comunque uno Zelda a tutti gli effetti. Splendido, difficile, denso di segreti e con tante innovazioni nel gameplay. The Wind Waker, in sintesi, è uno Zelda canonico. Né più, né meno.
Ciononostante, questo gioco si porta dietro ancora oggi la nomea di essere lo Zelda meno riuscito di sempre. Un appellativo, a nostro avviso, totalmente inappropriato. Perché The Wind Waker è uno dei capitoli più magici e originali che la mente di Miyamoto abbia mai partorito.
Riscoperte
L’occasione per riscoprire questo classico ci viene offerta da The Legend of Zelda: The Wind Waker HD. Anche in questo caso, l’annuncio del remake è stato accompagnato da una certa dose di delusione: quando ci aspettavamo il reveal di un nuovo Zelda, Nintendo ci ha sorpresi tirando fuori dalla manica un remake di un gioco di dieci anni fa, sancendo l’ingresso della grande N nel profittevole – ma non sempre qualitativamente soddisfacente – mercato dei remake in alta definizione, e dopo il tentativo ben riuscito della versione 3D di Ocarina of Time.
Per nostra fortuna, Nintendo ha saputo mantenere alto il “seal of quality” dei propri giochi anche in questo rifacimento in alta definizione del proprio classico. Si nota ben presto, infatti, che la conversione è realmente più vicina a una ri-creazione del gioco. Non si tratta, in breve, della consueta operazione di upscaling e polishing di un vero gioco, ma di qualcosa di infinitamente più curato.
Ma procediamo per gradi. Anzitutto, questo articolo non vuole essere una recensione del gioco originale, in quanto è ancora validissima la recensione di Spaziogames datata 2 maggio 2003 (che trovate qui). Vi basti sapere che il gioco mantiene inalterati i pregi e i difetti dell’originale. Diamo dunque per scontati tutti gli elementi di gameplay e di narrativa già noti e concentriamoci sull’invecchiamento del gioco e sulle novità. Che, per la verità, non sono moltissime. Dal lato del gameplay, infatti, il gioco mantiene sostanzialmente inalterati gli elementi del passato. Fortunatamente, bastano pochi minuti per rendersi conto di quanto bene sia invecchiato il gioco in questo campo: non vi è nulla che mostri i segni del tempo, complice anche il gameplay di Zelda che – ci passino l’iperbole – si è mantenuto pressoché inalterato dai tempi di Ocarina. Di conseguenza, è davvero difficile trovare dei difetti in un gameplay tanto buono. Gli unici segni di invecchiamento, dunque, si notano nella gestione della telecamera, ancora fortemente legata all’intervento del giocatore tramite lo stick destro. Ci eravamo abituati troppo bene con Twilight Princess e Skyward Sword, e il ritorno alla telecamera quasi totalmente manuale si sente. In effetti, quello della telecamera sembra essere il problema più grave di ogni conversione in alta definizione: occorre tempo per abituarsi, e quando si sbaglia un salto a causa di un’inquadratura bizzarra si finisce presto per perdere la pazienza.
Nuovi controlli
Nintendo ha cercato di fare uso delle caratteristiche di Wii U per introdurre qualche piccola miglioria nei controlli. Il risultato è caratterizzato da alti e bassi. In primo luogo, è ora possibile accedere al menù direttamente dal gamepad, e assegnare l’enorme quantità di oggetti disponibili in The Wind Waker ai tasti rapidi con un semplice tocco. Dopo qualche secondo la cosa diviene così intuitiva e così rapida che vi domanderete come avete fatto a farne a meno in passato: non metterete il gioco in pausa praticamente mai, se non per andare al gabinetto. Anzi, non c’è ragione di mettere in pausa nemmeno per andare in bagno, dato che è possibile giocare l’intera avventura sullo schermo del gamepad con la semplice pressione di un pulsante.
L’altra novità – già vista nel remake di Ocarina of Time per 3DS – è data dalla possibilità di utilizzare i giroscopi del proprio gamepad per mirare con le varie armi che necessitano di un dispositivo di puntamento – arco, boomerang, rampino, eccetera. In questo caso, il sistema funziona incredibilmente bene e in maniera infinitamente più rapida che con lo stick destro, ma al contempo richiede ampi movimenti corporei che creano qualche grattacapo quando ci si trova sotto pressione. I controlli di movimento, in ogni caso, possono essere disattivati in qualsiasi momento dal menù delle opzioni. Se lo si fa, il controllo passa allo stick destro, come nella versione per GameCube, che tuttavia beneficiava della presenza dei pulsanti attorno allo stick. Sul paddone di Wii U la distanza tra pulsanti e stick è tale che, in alcuni casi, vi ritroverete a fare yoga con le dita per controllare la mira nelle battaglie più accese.
Un’altra novità, non direttamente legata ai controlli, è data dalla presenza delle bottiglie Tingle, che sostituiscono la Radio Tingle (che era attivabile collegando un Game Boy Advance al Cubo). Le bottiglie Tingle non sono altro che l’integrazione del Miiverse all’interno del gioco: è possibile scrivere un messaggio, allegare un’immagine, dichiarare se contiene uno spoiler e… gettarla in mare. Un altro giocatore nel mondo può trovare la nostra bottiglia e leggervi il messaggio all’interno. Sfortunatamente in questa fase di recensione il servizio non è ancora attivo, ma in tutta sincerità non ci troviamo nulla di particolarmente rivoluzionario, per quanto molto ma molto carino a livello concettuale. Ci riserviamo di scoprire se e in che modo verrà sfruttato dai giocatori quando sarà disponibile.
Certamente più incisiva, infine, la possibilità di acquistare una nuova vela che consente una navigazione più veloce e senza la noia di doversi fermare per cambiare il vento con la bacchetta. Per qualche oscura ragione, Nintendo non ne specifica l’esistenza e sarà onere del giocatore trovarla (non vi diciamo dove, e confessiamo di averlo dovuto cercare su di una guida online per il bene della recensione).
Poesia per gli occhi
Qualcuno potrebbe sostenere che la grafica in cel shading invecchia meglio. Ed è vero. Si potrebbe dunque affermare che Nintendo è stata avvantaggiata nell’ottenere un buon risultato grafico con The Legend of Zelda: The Wind Waker HD. Ed è vero. Ma, al contempo, tutte le migliorie apportate al motore grafico del gioco hanno fatto in modo di infondere una nuova vita a questo gioco.
Partiamo dai colori: la palette è stata resa più brillante. Il mare è più azzurro, la tunica di Link è più verde, il sole è più giallo. Il tutto, inoltre, è stato avvolto da un filtro pastello che offre un’atmosfera quasi onirica, con una nebbiolina che ci ricorda l’alba al mare.
Il motore grafico non è stato semplicemente scalato, ma ci si è presa cura dei vari elementi scenici – oltre che dei personaggi – per evitare i fastidiosi segni di un upscaling selvaggio. Pertanto, anche se non si è eliminato del tutto l’aliasing, questo è stato ridotto in maniera sensibile.
L’illuminazione, probabilmente, è il vero punto di forza di questa conversione. Le ombre proiettate dal e sul paesaggio sono verosimili. Persino le ombre che segnano i volti dei personaggi sembrano curvare sulla superficie del viso, con un effetto che – se paragonato al titolo del 2003 – è incredibilmente attuale. I cicli alba-giorno-tramonto-notte durante le fasi esplorative rendono il paesaggio marittimo davvero emozionante. Le nubi – un tempo texture stilizzate appiccicate nel cielo – sono ora dei soffici batuffoli di cotone che proiettano la propria ombra sul mare. Il sapore di Caraibi di The Wind Waker è diventato più dolce di una piña colada con lo splendore dell’alta definizione.
Infine, è un vero piacere che Nintendo abbia migliorato l’effetto surround del gioco: quando sentiamo giungere un gabbiano in volo alle nostre spalle, un brivido ci scorre lungo la schiena. La vera ciliegina sulla torta sarebbe stata l’orchestrazione delle musiche. Dobbiamo accontentarci della vecchia – ma sempre fantastica – colonna sonora campionata.

– Conversione in HD splendida

– Il gioco è invecchiato molto bene

– Il Game Pad migliora alcuni aspetti

– Buona l’idea della nuova vela

– La telecamera non è precisissima

– I giroscopi creano confusione in battaglia

9.0

Nonostante il cel shading possa ingannare il nostro giudizio, ci sentiamo di affermare quanto segue: da un punto di vista tecnico The Legend of Zelda: The Wind Waker HD è la migliore conversione in HD mai realizzata. Ciononostante, possiamo ancora intravedere ampi margini di miglioramento, ma per la prima volta abbiamo la sensazione che Nintendo sia andata ben al di là della consueta operazione commerciale solitamente sottesa a questa tipologia di remake. The Wind Waker HD è un’occasione imperdibile per riscorprire un grande classico. Se non lo avete ancora giocato, non c’è alcuna ragione per non acquistarlo. A distanza di dieci anni il gioco non può certo avere lo stesso impatto di tanti anni fa – anche e soprattutto a livello di critica – ma resta comunque un capolavoro che tutti meriterebbero di giocare almeno una volta nella vita.

Voto Recensione di The Legend of Zelda: The Wind Waker HD - Recensione


9