The Elder Scrolls V: Skyrim, abbiamo provato la modalità Sopravvivenza

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a cura di Pasquale Fusco

C’era un tempo in cui l’unico modo per lamentarsi di The Elder Scrolls V: Skyrim era criticare il suo livello di difficoltà. Effettivamente l’ultimo capitolo della storica serie RPG risultava fin troppo semplice, al punto da costringere gli sviluppatori a introdurre – due anni dopo la release – un nuovo livello di difficoltà (Leggendario). L’accoglienza dei giocatori hardcore è stata senz’altro positiva, ma, si sa, parliamo di una fascia di utenti semplicemente incontentabile, ecco dunque che i ragazzi di Bethesda ci riprovano.

Quello di Skyrim è un vasto mondo che racchiude in sé centinaia di racconti da cui lasciarsi catturare e altrettanti segreti da scoprire, in primis quello del Sangue di Drago – o Dovahkiin, per gli amici – ovvero l’eroe che ci accompagnerà in questo viaggio. Insomma, parliamo del classico gioco di ruolo in cui tuffarsi per perdere la concezione del tempo e dove poter trascorrere notti insonni nell’agognato tentativo di ripulire l’ennesimo dungeon. Le espansioni e le mod hanno ulteriormente arricchito quest’offerta straripante di contenuti, ma negli anni è perdurata quella sottile sensazione che mancasse qualcosa. Un po’ di realismo, probabilmente. 
È in questo contesto che debutta la modalità Sopravvivenza di Skyrim, un add-on che influisce sensibilmente sull’intera esperienza introducendo alcune meccaniche del tutto inedite che rendono decisamente più credibile il nostro approccio con il mondo di gioco. Noi abbiamo colto la palla al balzo per lanciarci in una nuova, indimenticabile avventura nella fredda provincia del continente di Tamriel. Fidatevi, questa volta si fa sul serio.
Improvvisa. Adattati. Vinci.
Partiamo dalla rassegna delle principali novità introdotte dalla Survival Mode. In primis troviamo un paio di limitazioni significative, quali l’assenza del sistema di viaggio rapido e la riduzione del peso trasportabile. Gli spostamenti rapidi consentivano ai giocatori di poter visitare le svariate location della mappa in qualsiasi momento della partita, fatta eccezione per i luoghi che non erano stati ancora visitati. Eh già, bei tempi, “peccato” che nella nuova modalità saremo invece costretti ad esplorare le lande di Skyrim muovendoci con le nostre gambe o, nel migliore dei casi, a cavallo – non dimentichiamoci delle fidate carrozze e delle barche. Ci toccherà inoltre prestare molta attenzione agli oggetti che porteremo con noi, poiché l’inventario ci permette di immagazzinarne una limitatissima quantità: il peso trasportabile scende alla soglia delle 150 unità, nelle quali rientrano persino frecce e grimaldelli, item che nella modalità standard non pesano e che potevano essere accumulati in un numero pressochè infinito. Come se ciò non bastasse, le armature che includevano un bonus sul peso trasportabile sono state ora nerfate.
Ancora più diabolicamente interessante è il nuovo sistema che regola Salute, Vigore e Magicka. Ai tre parametri principali sono ora associate tre nuove meccaniche, rispettivamente Freddo, Fame e Fatica, le tre F della modalità Sopravvivenza, in pratica.
Skyrim è la regione dei Nord, i migliori guerrieri di Tamriel, una razza temprata dal freddo ostile di queste gelide terre. Detto ciò, vi lasciamo immaginare quanto si siano divertiti gli sviluppatori a rendere quest’ambientazione un vero inferno per i giocatori della Survival Mode. Il Freddo ridurrà gradualmente la barra della Salute e l’unico modo per contrastare questo spiacevole effetto è, ovviamente, riscaldarsi. Le armature conferiscono un bonus di calore, bonus che sarà contrassegnato da un valore specifico che determina la resistenza al gelo – intuirete che le armature pesanti avranno i valori più alti, ma occhio al loro peso. In assenza dell’equipaggiamento adatto potrete sempre scaldarvi nei pressi di un fuoco, accendere una torcia o ingerire una zuppa calda. Ciascuna zona della mappa avrà le proprie condizioni termiche e, per nostra fortuna, l’interfaccia grafica ci suggerirà la temperatura dell’area in cui siamo situati attraverso appositi indicatori. Sviluppatori troppo buoni? No problem. Al fine di rendere ancora più ostiche le nostre scampagnate la rigenerazione della salute è stata disabilitata, ma esistono due opzioni per innescarla e recuperare gli HP persi: utilizzare un incantesimo di Recupero o, naturalmente, mangiare.

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Il cibo è stato sempre presente in The Elder Scrolls, visitando Skyrim possiamo addirittura imbatterci in libri di ricette e prelibatezze che qualche giocatore ha osato ricreare nella vita reale consultando quegli stessi tomi virtuali. Solo con la Survival Mode, però, questi semplici item possono ora svolgere la loro autentica funzione. Mangiare sarà indispensabile per affrontare i pericoli che si annidano nella regione dei Nord: mentre saremo affamati la barra del Vigore sarà ridotta e il malus aumenterà di pari passo con l’appetito. Ciò influenzerà in modo percettibile i nostri movimenti, limitando ad esempio la rapidità dei nostri fendenti e l’efficacia delle parate, così come la velocità del personaggio durante gli scatti. Tuttavia non basterà cibarsi di qualsiasi tipo di alimento, anzi, sarà imperativo evitare la carne cruda; questa non ci sfamerà quanto quella cotta e, per giunta, rischierà di procurarci un’intossicazione alimentare, altro debuff che limiterà le cure procurate dal consumo di cibo. Qualche lezione di cucina non guasterebbe, in effetti.
Gli amici maghi (e non solo) faranno bene a farsi qualche dormita in più prima di inoltrarsi in un altro dungeon. In modo molto simile alle due suddette meccaniche, la Fatica limiterà la quantità totale di Magicka utilizzabile dal nostro stremato Dovahkiin. Questo malus non colpisce soltanto le magie, ma anche l’efficacia delle pozioni e la capacità di rigenerare sia la Magicka che il Vigore. Tutto questo si risolverà con una notte di riposo, preferibilmente in un letto al riparo, essendo l’unico modo in cui otterrete il bonus Ben riposato. Ah, quasi dimenticavo: solo dormendo potrete salire di livello. Una bellissima notizia per i veterani di Oblivion.
Ti sventrerò come un Horker!
Ora che conoscete i principali cambiamenti apportati dalla modalità Sopravvivenza potreste correre dal fabbro, armarvi fino ai denti… E andare incontro a morte certa. Sebbene sia decisamente più appagante per molti giocatori, questa nuova modalità è anche estremamente punitiva nei confronti degli avventurieri meno attenti – quelli che si improvvisano nuotatori estremi nei laghi gelati, ad esempio – ai quali rivolgiamo qualche piccolo consiglio prima di catapultarsi nell’azione. Coglieremo tale occasione per approfondire e analizzare nel dettaglio le meccaniche survival di The Elder Scrolls V.
Ora più che mai la scelta della razza gioca un ruolo fondamentale durante le prime fasi dell’avventura. È risaputo che alcune razze possono contare su caratteristiche esclusive, come resistenze elementali, bonus e skill speciali. Gli Elfi alti, ad esempio, sono i più abili nell’impiego delle arti magiche, mentre i Nord godono di un’alta resistenza al gelo ed eccellono nell’uso delle armi a due mani. In parole povere, la razza non sarà altro che una solida base su cui plasmare la vostra “classe”: che lo vogliate o meno, il vostro personaggio dovrà necessariamente prediligere la magia (Mago) o la forza bruta (Guerriero), almeno durante le prime ore di gioco, le più pericolose nella modalità in questione – un buon compromesso è rappresentato dal classico Ladro, privilegiato nell’azione furtiva e nell’utilizzo di arco e pugnali. 
Abbiamo già accennato all’alta resistenza delle corazze pesanti al freddo e ai danni fisici, ma meglio non sottovalutare l’importanza delle armature leggere: con i giusti incantamenti, queste possono diventare di gran lunga più efficaci e conferirvi bonus davvero preziosi – oltre ad un maggiore spazio nell’inventario, sia chiaro. In ogni caso, la vostra formidabile armatura non potrà proteggervi dalle Malattie e dalle Afflizioni. Le prime possono essere trasmesse in qualsiasi momento dalle mostruose creature con cui entriamo in contatto durante gli scontri, ma potranno essere debellate in svariati modi – gli Argoniani saranno particolarmente avvantaggiati, grazie all’immunità alle malattie e ai veleni. Analogo è il caso delle Afflizioni, debuff che permangono fino alla cura e che sono fortemente legati alle tre F di cui sopra: se l’indebolimento ci rende meno abili nella mischia (Guerriero) e la confusione intralcia il lancio degli incantesimi (Mago), il congelamento ostacolerà il borseggio, lo scasso e l’uso dell’arco (Ladro). Insomma, in modo o in un altro, la Survival Mode riesce a schiaffeggiare anche il giocatore più astuto.
Per la creazione di questa atipico add-on gli sviluppatori sembrano aver pensato davvero a tutto, al punto da riprogrammare alcune meccaniche già esistenti per renderle più adatte al nuovo contesto survival di Skyrim. A tal proposito è interessante notare i cambiamenti apportati ai Vampiri e ai Licantropi, le due “sottoclassi” che sbloccheremo nel corso dell’avventura e che renderanno invincibile il nostro Dovahkiin. Purtroppo, o per fortuna, anche questa virtuale invulnerabilità inciampa nei fastidiosi malus della modalità Sopravvivenza, ma esistono dei vantaggi: i Vampiri e i Licantropi possono nutrirsi delle proprie vittime per placare la fame ed entrambi si infreddoliscono più lentamente dei comuni mortali. Altra modifica riguarda i Santuari, presso i quali un tempo avremmo ottenuto il ripristino della salute e ulteriori bonus, gratuitamente. Ahinoi, ora è necessario offrire dell’oro per ricevere le benedizioni dei Santuari, a meno che non abbiate la possibilità di costruirne uno nella vostra casa – l’unico luogo dove avrete più chance di sopravvivere, forse.
Sono passati circa sei anni dal lancio di The Elder Scrolls V: Skyrim, eppure solo oggi, nell’ottobre 2017, ho finalmente trovato la motivazione giusta per cominciare una nuova avventura in questo sconfinato mondo. Seguendo il consiglio spassionato degli stessi sviluppatori, ho impostato la nuova partita alla difficoltà Leggendaria – per un’esperienza ottimale è consigliabile anche la difficoltà Ardua – e, tra un’imprecazione e l’altra, ho affrontato e superato ostacoli apparentemente insormontabili. Tanta soddisfazione, più di quanta ne abbia mai avuta durante le primissime run di qualche anno fa
Vi segnaliamo che la modalità Sopravvivenza di The Elder Scrolls V: Skyrim è scaricabile su PC e su PlayStation 4 e Xbox One. L’add-on è stato reso gratuito durante la sua prima settimana all’interno del Creation Club, ma al momento è necessario spendere 800 crediti (poco più di 7 euro) per effettuare il download – una scelta piuttosto discutibile per un gioco rilasciato nel 2011.

Con la modalità Sopravvivenza di The Elder Scrolls V: Skyrim ci troviamo di fronte alla migliore occasione per tornare a vestire i panni del Sangue di Drago. Le nuove meccaniche in chiave survival richiedono finalmente un approccio più tattico e ragionato con il mondo di gioco, un mondo estremamente ostile che punisce senza pietà il giocatore che non presta attenzione alle proprie risorse e all’ambiente circostante, premiando piuttosto colui che fa tesoro dei propri errori. Lodevole il lavoro degli sviluppatori di Bethesda, i quali hanno riposto grande cura nella creazione delle nuove meccaniche di gioco e nel riadattamento di quelle vecchie. Ora, con permesso, ho un altro dungeon da ripulire.