Anteprima

Tales of Berseria

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a cura di Matteo Bussani

La serie dei Tales Of è una delle più longeve tra quelle dei JRPG, conosciuta senza dubbio dagli appassionati del genere, che ha trovato nel suo successo la via della serializzazione e della diffusione anche sul territorio occidentale. Oltre alla diffusione fisica e digitale su console, i bassi costi di distribuzione che caratterizzano il mondo PC hanno inoltre reso d’uopo la trasposizione anche su questa piattaforma, ampliandone ancora di più il bacino d’utenza. Se dunque è diventato sempre più semplice conoscere questa serie di videogiochi per il mondo occidentale, la formula ancorata a meccaniche vicine ai grandi classici, abbinate a un art design molto piacevole tratteggiato da cel-shading e a un  combat-system action votato a un ragionato button-smashing, sono riuscite ad affiliare sia il giocatore di vecchia data alla ricerca di finezze e tecnicismi, sia il giocatore più fresco attratto dai combattimenti frenetici e da una veste grafica immediata. 
A fine gennaio, anche se con un po’ di ritardo rispetto alla release nipponica, l’ultimo arrivato Tales of Berseria sarà pubblicato dalle nostre parti; durante le feste l’abbiamo provato su PC e possiamo fin da subito confermare che le buone impressioni espresse dalla stampa giapponese siano confermabili, anche se attenderemo la sede della recensione per fornirvi un parere più completo.
Una trama che ingrana fin da subito
Molti JRPG, secondo una regola non scritta del genere, tendono a peccare di un’eccessiva leziosità iniziale, con il rischio per il giocatore di trovarsi ore e ore di gioco a tessere le fila di una storia che sembra non voler mai decollare e una noia che potrebbe già all’inizio distoglierlo dall’avanzare. In Tales of Berseria, nonostante il lungo tutorial spalmato sulle prime 3 ore di gioco, succede l’esatto contrario: da una parte la storia si fa fin da subito coinvolgente e dall’altra ci ritroviamo una marea di meccaniche con cui aver a che fare fin da subito. E’ doveroso dunque partire con un accenno di storia. Un malanno all’apparenza inguaribile, chiamato Daemonblight ha iniziato da tempo a trasformare le persone in demoni. Gli unici in grado di fermare la diffusione della piaga sono gli esorcisti. Questi sono uomini accompagnati da Malakin (spiriti a loro asserviti) che forniscono loro il potere necessario per combattere questi demoni. I panni che andremo a rivestire saranno quelli di Velvet, una giovane ragazza che dopo essere divenuta demone ed essere finita per ben tre anni in una prigione di massima sicurezza, riesce a evadere con l’unico obiettivo di scatenare la sua ira vendicativa contro l’esorcista che detiene il potere sull’Abbey e di riflesso sull’Impero, sottoposto a un regime teocratico fatto più di ombre che di luci. Questa non sarà dunque la storia di un gruppo di ragazzini in partenza per salvare un paese, o di uomini in cerca di una redenzione personale ma di una ragazza in cerca di vendetta e di personaggi complessi, non facilmente inquadrabili, con stereotipi che spesso e volentieri lasciano spazio a caratterizzazioni più approfondite. 
Meccaniche sempre più affinate
Passando invece all’altro pilastro del gioco, ovvero il sistema di combattimento, esso rimane fedele ai cardini imposti dalla serie, riassumibili in movimento libero e Arti (nome con cui sono definiti i vari attacchi), e li riadatta attorno ai meccanismi della Barra Anima. Essa è formata da cinque segmenti di tot punti ciascuno, all’inizio del combattimento ne sono disponibili solo tre, il minimo è uno e il massimo è cinque. Ogni azione, divisibile in arte marziale, occulta e Malak (tra quelle base) anime di sfondamento e arti mistiche (tra quelle avanzate), consuma una quantità differente di punti e alcune di esse si sbloccano solo avendo un numero definito di segmenti attivi. Eseguendo delle variazioni di status sul nemico guadagneremo un segmento e sarà possibile eseguire combo più lunghe, al contrario dovessimo subirne li perderemmo. A ciò possiamo aggiungere il sistema classico di abilità, per cui una volta padroneggiata un’abilità utilizzando un oggetto potremo utilizzarla indipendentemente dalla sua presenza nell’equipaggiamento. Torna infine ancora una volta la cucina, che ci fornirà bonus temporanei alle statistiche per prepararci al meglio prima di una battaglia.
La complessità tipica della serie sarà letta subito dai veterani, mentre gli altri dovranno perdere un po’ di tempo sui menù di gioco per riuscire a inquadrare tutti i vari elementi. Per fortuna il grinding contro i mostri di inizio gioco, per quanto possa alla lunga risultare noioso, riesce a fornire un ambiente non troppo ostico dove prendere la mano con le meccaniche. Nel corso dell’avventura poi il gioco ci darà il tempo per approfondire la complessità del combattimento, utile per sfoderare tecniche avanzate contro i nemici più coriacei, ma non fondamentale da padroneggiare per progredire naturalmente nel gioco.
L’eredità del passato
Artisticamente il gioco non nasconde lo stesso team di designer dei precedenti capitoli, andando a definire uno stile che, sempre di più, può dirsi distintivo per la serie. Per fortuna il risultato dato da questo tipo di illustrazione non risente particolarmente del peso degli anni e la resa a schermo anche stavolta risulta piacevole e lascia spazio a piccole, seppur rinvigorenti, variazioni sul tema. Anche sul versante tecnico la situazione rimane invariata rispetto al passato, ma al contrario del discorso fatto sulla componente artistica non possiamo essere ugualmente soddisfatti. La natura Cross-gen del prodotto originale, anche se in Europa arriverà solo in versione PS4 e PC, emerge con forza dalle linee nette dei modelli scarsamente popolati da poligoni degli elementi dell’ambientazione e dalla limitatezza delle mappe, piccole e poco dettagliate. Su un PC di fascia alta il gioco è girato molto fluido, non presentando in alcun modo ostacoli attribuibili soltanto a una cattiva ottimizzazione.

– Storia intrigante fin da subito

– Personaggi atipici

– Sistema di combattimento frenetico ma ragionato

Tales of Berseria è il sedicesimo capitolo di una delle serie di JRPG più famose in assoluto. Dopo un’abbondante prova della prima parte del gioco, possiamo dire come la struttura della serie si riproponga in maniera forte anche stavolta, dove sembrano emergere un affinamento delle meccaniche grazie a una nuova gestione delle combo degli attacchi e una storia coinvolgente fin da subito e ben scritta. Le tonalità scure dei personaggi e delle ambientazione sono indubbiamente un altro elemento di forza della produzione, supportate da una direzione artistica legata al passato, ma comunque molto funzionale. Non si può dire lo stesso del comparto tecnico che mostra i segni di uno sviluppo cross-gen e un’età oramai non trascurabile. Il gioco è in arrivo a fine mese su PS4 e PC (Steam).