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Spazio Mod - Insurgency

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Avatar di Ctekcop

a cura di Ctekcop

Pubblicato il 06/07/2011 alle 00:00

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle mod che dopo l’atipica esperienza single player dello scorso numero, torna a parlare di uno sparatutto multi-player.
Insurgency
nasce da un idea di Andrew “Argill” Spearin, un ex-soldato canadese che dopo aver realizzato la sterilità e mancanza di realismo dei giochi di guerra, decide di porvi rimedio in prima persona. Inizia quindi nel 2002 lo sviluppo cercando di proporre un gameplay coinvolgente e realistico basato su scontri di fanteria all’interno di un setting verosimile. Al solito team di intrepidi sparsi per il mondo si aggiunge in questo caso anche qualche membro dello staff che lavorò su Red Orchestra. Nel Luglio del 2007 esce la prima beta giocabile poi rifinita, ottimizzata e smussata solo col passare del tempo; riesce comunque a farsi apprezzare al punto da riceve importanti riconoscimenti quali il Mod of the year 2007 Player’s Choice di Moddb ed il Best Source Mod 2007 – Gold award da parte di SteamFriends. 
Successivamente riesce a guadagnare il supporto ufficiale di Steam ed essere disponibile direttamente nello store di quest’ultimo, con un’installazione a portata di click. Insurgency è completamente gratuita con l’unico requisito con unico requisito il Soruce Sdk, del quale si entra automaticamente in possesso tramite giochi basati sul Source: ora è sufficiente scaricare Team Fortress 2 disponibile gratuitamente per tutti.
Ad oggi è una mod giocatissima con uno zoccolo duro di utenti non indifferente tanto da essere sempre attivi diversi server, anche e sopratutto europei finalmente, con spesso almeno un centinaio di giocatori on-line complessivamente, anche ad orari improponibili.
Guerra preventiva
Come si ha già avuto modo di intuire, non stiamo parlando del tipico FPS multiplayer: Insurgency ha caratteristiche peculiari, rare nei giochi odierni, volte a dare una netta impronta realistica ed hardcore.
Innanzitutto prima di ogni match dobbiamo scegliere tra due fazioni: US Marines ed Insorgenti. Ciascuna di esse è a loro volta divisa in due team ulteriormente raggruppati in due squadre da quattro giocatori per un totale massimo di sedici per fazione. Si è inoltre costretti a scegliere tra diverse classi, con precise limitazioni dovute alla suddivisione appena accennata, quali Leader, Rifleman, Support, Grenadier o RPG, Sniper, Engineer e Sapper, ciascuna di esse con uno specifico equipaggiamento ed armamento. Inoltre il comandante di ogni piccola squadra può impartire ordini o suggerimenti rapidi tramite un comodo menu a schermo, come l’ordine di attaccare, l’impostazione di waypoint, o l’impiego immediato di rinforzi azzerando il contatore del caratteristico respawn a ondate.
Sono disponibili quattro modalità tutte basate sulla cattura o il controllo di punti specifici delle mappe. In Battle gli obiettivi vanno conquistati in un certo ordine e si deve sia difendere che attaccare; la modalità Push invece è asimmetrica con un team che esclusivamente difende mentre l’altro deve attaccare, sempre in maniera lineare e con l’impossibilità per i difensori di riconquistare i punti perduti con anche dei limiti sui respawn. Firefight chiede la conquista di tutti i  checkpoint ma in qualsiasi ordine da parte di entrambi i team lasciando ampia libertà decisionale ed allo stesso tempo costringendo sia a difendere che ad attaccare su più fronti; Strike è invece più simile a Push ma senza l’obbligo dell’ordine da seguire. In ogni caso durante le schermate di caricamento è presente una breve spiegazione, assieme ad una piantina della mappa, in grado di far capire al volo quali sono gli obiettivi da raggiungere.
Viene comunque data al server la possibilità di intervenire su svariati parametri, come le munizioni sparpagliate in giro per la mappa o i tempi di attesa del respawn o ancora il bilanciamento delle classi, in maniera tale da rendere un po’ più vario e meno rigido il tutto. Peccato solo che ormai l’offerta si limiti per lo più alle solite mappe ed alle modalità Push e Firefight.
Modern Infantry Combat
L’interfaccia a schermo è ridotta ai minimi termini: non è presente nemmeno il reticolo del mirino che unito all’ondeggiare continuo della nostra arma una volta in movimento ci costringe, ad eccezione degli scontri realmente ravvicinati, a mirare con precisione avvicinando a noi l’arma. Ciascuna di esse si comporta in maniera differente dalle altre; ad alcune è persino possibile cambiare il rateo di fuoco per cercare di ridurre un elevato rinculo, sopratutto quando si ha che fare con fucili e mitra automatici. Anche la posizione che stiamo tenendo, se saremo accucciati o sdraiati o in piedi, influisce notevolmente sulla precisione ed il relativo contraccolpo. 
Apprezzabile anche la realizzazione dei mirini che realisticamente oltre a zoomare all’interno di essi non oscurano la parte al di fuori. Nonostante la possibilità di sprintare, i movimenti sono generalmente lenti costringendo a spostamenti ragionati: dopo poco viene naturale correre radente ai muri o spostarsi abilmente di copertura in copertura per avvicinarsi alle postazioni nemiche. E’ inoltre possibile sporgersi leggermente oltre gli angoli così da non compromettere eccessivamente la propria copertura diventando un bersaglio eccessivamente facile. 
Il tutto si fonde in un gameplay particolare, basato dove possibile su scontri dalla lunga distanza ed appostamenti in zone strategiche, ed effettivamente realistico dove la collaborazione, l’organizzazione, l’esperienza fanno la differenza. Traumatizzante all’inizio ma una volta entrati nell’ottica di quelle che sono le meccaniche e le mappe il tutto diventa godibile ed apprezzabile. Per arrivare preparati si consiglia quantomeno di dare un occhiata alle asciutte ma utili istruzioni disponibili sul sito ufficiale del progetto, in maniera tale da avere già una certa confidenza.
Deserto ad alta gamma
La grafica di Insurgency rappresenta tutto quello che ci si può aspettare dal motore Source. Nel complesso è buona ma nulla di eccezionale.
Le dodici mappe, per lo più con un ambientazione urbana che vuole stringere l’occhio a città del medio-oriente, sono ben realizzate, sebbene con qualche texture che sente palesemente il peso degli anni; solo alcune mappe più ampie risultano essere veramente spoglie oltre a vantare una non eccessiva draw distance. Viene sfruttato, in maniera spesso eccessiva e sovrabbondante, l’ HDR, High Dynamic Range, in grado a tratti di stupire in positivo o al contrario dare fastidio e stancare dopo poco. Piacevoli e d’impatto, forse proprio per questo motivo, le ambientazioni notturne. Le armi a disposizione sono realizzate veramente bene e si lasciano ammirare con piacere.
Le animazioni dei personaggi non sono eccezionali, in particolare quelle dei movimenti dei personaggi, troppo legnose e mal legate tra loro, ma considerando che si tratta di una mod amatoriale si fanno notare alcune chicche come il già citato movimento delle armi o l’effettivo avvicinamento della testa alla bocca da fuoco nel momento in cui si spara.
L’audio è quasi inesistente e vive semplicemente dei colpi d’arma oltre che di voci senza infamia e senza lode. Da segnalare la completa assenza della lingua Italiana.

Insurgency è una mod matura e giocatissima nonostante non sia più particolarmente nuova. Punta tutto su un gameplay dal sapore ricercato in grado di ammaliare chiunque sia stanco dei soliti Call of Duty e sia alla ricerca di qualcosa di realistico e difficile da dominare, chiudendo comunque un occhio sul livello tecnico, ormai piuttosto datato.

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