Recensione

Shovel Knight: Treasure Trove

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Shovel Knight: Treasure Trove altro non è che il titolo che sta ad indicare il pacchetto contenente l’originale Shovel Knight: Shovel of Hope, rilasciato a Giugno 2014, e le sue espansioni gratuite (promesse durante la campagna Kickstarter) Plague of Shadows e Specter of Torment, l’ultima arrivata tra le tre, uscita anticipatamente su Nintendo Switch. Vogliamo dunque cogliere quest’occasione per dare un’occhiata alla conversione operata dai ragazzi di Yacht Club Games, prima di procedere all’analisi dei nuovi contenuti. Il badile del nostro cavaliere risplenderà ancora come quasi tre anni fa? Scopriamolo insieme.
Shovel Knight si fa ibrido
La campagna originale Shovel of Hope e la campagna aggiuntiva Plague of Shadows fanno la loro comparsa su Switch senza alcuna modifica rispetto a quanto già visto sulle altre console. Le uniche differenze significative riguardano il sistema di controlli. Shovel Knight: Treasure Trove può essere giocato sia con un solo Joycon che con due, e supporta inoltre il Controller Pro. Visto che il gioco richiede l’utilizzo di pochi tasti, ciascuna modalità risulta confortevole, adattandosi quindi alle esigenze del giocatore senza problemi.
Questo assume ancora più importanza quando si considera che la prima campagna (ma non le espansioni successive) è adesso interamente giocabile in cooperativa locale (feature in passato esclusiva della versione Wii U che con questo aggiornamento arriverà anche sulle altre versioni, escluse quelle Vita e 3DS). Potrete dunque affrontare l’avventura insieme a un amico utilizzando un Joycon a testa, espediente che consente di evitare una spesa aggiuntiva per un secondo controller, pur senza inficiare sull’esperienza di gioco.
Per il resto, c’è ben poco da aggiungere a quanto già è stato detto a suo tempo: sia Shovel of Hope che Plague of Shadows sono divertenti adesso come quando sono stati rilasciati, proponendo un riuscitissimo salto nel passato, con un platforming a scorrimento a 8-bit che richiama l’epoca d’oro di questo genere. L’effetto nostalgia è assicurato per chiunque abbia vissuto quell’epoca come la propria infanzia videoludica, mentre i più giovani potranno scoprire questo fantastico mondo Se dunque non c’è da dubitare sulla qualità delle due prime campagne, già analizzate su queste pagine a loro tempo, rimane da vedere se il nuovo contenuto aggiuntivo sarà all’altezza di quanto già fatto di buono dai ragazzi di Yacht Club Games.
Storia di uno spettro
Specter of Torment rappresenta un prequel della storia raccontata in Shovel of Hope. In questo capitolo, infatti, andremo a impersonare Specter Knight, il cavaliere incaricato dalla perfida Incantatrice di reclutare potenti sgherri da mettere al suo servizio. Questi altri non sono che i boss già affrontati nella campagna originale, e che andremo adesso a incontrare sotto un’altra veste, cercando la loro alleanza piuttosto che la loro caduta. Ovviamente, nessuno di loro si farà convincere facilmente a unirsi all’Incantatrice, e sarà compito del prode Specter convincerli a suon di falciate. Specter of Torment, dunque, va ad ampliare quanto già raccontato dai suoi predecessori, offrendoci interessanti retroscena pur senza mai diventare eccessivamente prolisso. Questa attenzione per la trama stupisce in positivo, dimostrando quanto gli sviluppatori abbiano a cuore la loro creatura, ed è inevitabile essere coinvolti dal fiabesco e rocambolesco intreccio narrativo.
Dal punto di vista visivo e sonoro, Specter of Torment rimane in linea con quanto già visto, avvalendosi dello stesso squisito stile ad 8-bit, ormai familiare a chiunque abbia provato almeno una volta il titolo. Niente da eccepire, dunque: l’intento di ricreare le atmosfere di una volta in un contesto moderno riesce ancora come la prima, senza aver perso nulla in freschezza.
Dal badile alla falce
Come Plague of Shadows prima di lui, Specter of Torment non va a proporre nuove ambientazioni o nuovi livelli, ad esclusione di alcune piccole porzioni di essi. La campagna consiste infatti negli stessi scenari già visti in Shovel of Hope, il cui design è però stato rivisto e riadattato in funzione del nuovo protagonista. Se sulla carta questo può sembrare poco per rendere nuovamente appetibile un’avventura già affrontata, basta provare un livello con il pad alla mano per rendersi conto di quanto l’esperienza risulti rinnovata grazie al cambio di personaggio. Se alcune stanze vengono riproposte in modo simile a quanto visto in passato, dando un senso di familiarità ai giocatori, altre sono state interamente modificate. Questo non impedisce di sentire la mancanza di livelli davvero nuovi, che è comunque resa più digeribile, complice il level design davvero impeccabile, che dimostra, ancora una volta, quanto i ragazzi di Yacht Club Games siano profondi cultori del genere.
Specter è molto diverso da Shovel: può arrampicarsi per un breve tempo sui muri, può saltare dalle pareti, ma soprattutto è dotato di una falce. Questa, quando il cavaliere si trova in prossimità di un nemico o di oggetti particolari, gli permette di sferrare un attacco diagonale che gli consente di oltrepassare burroni o raggiungere posti altrimenti irraggiungibili. I livelli sono adesso disegnati attorno a queste abilità, e per quanto lo scenario sia lo stesso, la sfida da essi costituita è cambiata. Persino i boss sono stati modificati, offrendo una battaglia diversa rispetto a quella che ricordavamo.
Differente è anche la gestione dell’hub. Qui infatti torneremo al castello dell’Incantatrice alla fine di ogni livello, luogo dove incontreremo svariati personaggi che ci potranno aiutare potenziando le nostre abilità o dandoci preziose informazioni. Ad esempio, potremo acquistare potenti oggetti secondari, chiamati Curios, dagli effetti più disparati: potremo creare un nostro clone che si muoverà di fronte a noi e ripeterà ogni nostra azione, potremo lanciare una sfera che distruggerà tutto quello che trova sulla sua strada e altre ancora. Ogni Curio che acquisteremo andrà conquistato tramite un breve tutorial che ci insegnerà a prendere confidenza con esso. Ciascuno di questi oggetti, inoltre, può essere potenziato, ovviamente dietro una cospicua somma di monete d’oro, rendendo il nostro personaggio ancora più personalizzabile.
Ovviamente, è possibile anche migliorare la propria barra della vita e della magia (qui denominate rispettivamente Volontà ed Oscurità), ma ancora più interessante è la possibilità di cambiare il mantello del nostro protagonista. Acquistabili presso uno dei tanti personaggi presenti nel palazzo, ciascuno di essi doterà Specter di abilità particolari, cambiando inoltre l’aspetto del personaggio. Per quanto costosi, i mantelli si riveleranno particolarmente utili nel corso dell’avventura per affrontare certi passaggi.  
Un tormento breve
Specter of Torment si attesta sulla stessa durata dei predecessori, offrendo circa cinque ore di gioco a coloro che vogliono semplicemente completare la storia senza addentrarsi troppo a fondo nell’esplorazione dei livelli, che in questo capitolo non sono disposti in ordine, lasciando al giocatore totale libertà di movimento. La longevità è dunque tarata verso il basso, complice anche una difficoltà mai eccessiva. Certamente la presenza di tre campagne aumenta le ore di gioco necessarie a portare a termine il tutto, ma il fatto che si tratti degli stessi livelli, per quanto abbondantemente rivisti, potrebbe alla lunga inficiare sul godimento del titolo, sempre considerando che le ore di gioco possono essere accresciute volendo scoprire ogni segreto e collezionabile, come da tradizione per il genere.
Trattandosi di un aggiornamento gratuito per chi già possiede il gioco, Specter of Torment non rappresenta altro che un valore aggiunto al pacchetto completo di Shovel Knight: Treasure Trove, con un’offerta in linea con quanto già presente. Per chi non avesse ancora acquistato il gioco, ci sono due possibilità: acquistare il pacchetto completo Shovel Knight: Treaure Trove (che godrà di altri aggiornamenti gratuiti in futuro), il cui prezzo verrà rialzato a seguito dell’uscita di questa espansione; oppure comprare il solo Specter of Torment, che verrà venduto singolarmente sugli store virtuali di ogni console. Il nostro consiglio, ovviamente, è quello di dirigersi sulla versione completa, visto che, da solo, Specter of Torment costituirebbe una sfida di breve durata.

– Dannatamente divertente

– Tre campagne al prezzo di una, con altre in arrivo

– Shovel, Plague e Specter sono estremamente differenziati nel gameplay

– Il design dei livelli ruota intorno al personaggio in uso…

– … ma sarebbero state graditi livelli completamente nuovi

9.0

Shovel Knight: Treasure Trove è lo stesso gioco che abbiamo imparato ad amare in passato con l’aggiunta della nuova campagna Specter of Torment, che si attesta sugli ottimi livelli raggiunti dalle precedenti avventure. Nonostante questo nuovo add-on ripercorra livelli già visti in passato, il parziale re-design di essi e il fatto che si tratti di un update gratuito per chi ha già il titolo non fanno che dare valore aggiunto ad un titolo che, già di per sé, valeva l’attenzione di tutti i giocatori. Chi ancora non avesse dato una chance al cavaliere armato di badile, adesso non ha davvero più scuse.

Voto Recensione di Shovel Knight: Treasure Trove - Recensione


9