Sherlock, la fine di un'era

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a cura di YP

Gli indizi ci sono tutti, anche se potrebbero non bastare: la quarta stagione di Sherlock è finita e porta via con sé sgomento, sofferenza e dubbi sul futuro della saga. La creatura di Moffat è riuscita nel corso degli anni a tratteggiare con cura e maestria tutte le sfaccettature di un personaggio che non è certo facile da raccontare, ma non solo: appassionare un pubblico eterogeneo, trasformando un individuo apparentemente esasperato nei comportamenti e negli atteggiamenti in un vero fenomeno di culto è forse il suo pregio più grande. Il mondo di Sherlock è straordinariamente funzionale a dipingere la vita del protagonista, permettendo agli autori di sperimentare, azzardare, senza mai perdere di vista il focus della serie. Per questo motivo la quarta stagione rappresenta l’apice di una narrazione che nel corso degli anni ha costruito, demolito e ancora costruito, con lo scopo di plasmare un racconto che potrebbe benissimo continuare all’infinito, oppure finire definitivamente. In fin dei conti possiamo considerare queste stagioni di Sherlock come un’enorme origin story, che oggi ha finalmente la possibilità di scegliere se proseguire oppure no. Proviamo quindi a capire quali potrebbero essere i percorsi che porterebbero le avventure del detective in questa o quell’altra direzione.

Everyone stops looking after three.
Sarò sincero: la quarta stagione mi è piaciuta, molto. Chi la definisce poco incisiva non penso abbia ben capito quale sia l’obiettivo di queste tre puntate: Sherlock, lui e soltanto lui. Ogni singolo “caso” si concentra sulla psicologia di Holmes, prima lo confonde, poi lo ossessiona, per poi distruggere ogni sua certezza. Ma non è finita qui, perché lo Sherlock che abbiamo imparato a conoscere in questi anni è una creatura infallibile, quasi divina. Ed ecco quindi che tutto torna al suo posto, anche se questa volta l’eccentrico Detective non dimenticherà mai ciò che ha imparato. Quando poco fa parlavo di un’enorme origin story mi riferivo proprio a questo: il processo è compiuto, Sherlock ha detto tutto ciò che aveva da dire, cosi come i personaggi che gli orbitano attorno come satelliti, imprescindibili e fondamentali per la vita del protagonista. In questi giorni però sta rimbalzando online una notizia che ipotizza un ultimo e segretissimo quarto episodio. Cosa ne penso? Improbabile, ma non impossibile. Anche perché ora più che mai la libertà e potenzialità creativa della serie non ha confini, visto e considerato che ogni filone è stato chiuso e se ne possono aprire altri mille. I dubbi più grossi però sono non tanto sul senso di tale operazione, ovvero nascondere un episodio per poi farlo spuntare nel momento più opportuno, ma piuttosto sulla coerenza e il vero true meaning dietro una scelta di questo tipo. Sherlock ci ha fatto più volte capire che niente è come sembra, anche se in realtà tutto, alla fine, ha sempre un significato preciso e spesso fa parte di un disegno ben più grande. Però è sempre stato tutto li, pronto a essere scoperto, non -letteralmente- nascosto. Gli occhi più attenti avranno sicuramente colto i vari indizi all’interno degli episodi che permettono di accompagnare e seguire Holmes nello svolgimento del caso, e quelli stessi occhi attenti avranno notato che non c’è quasi mai inganno o mistificazione utile a stupire lo spettatore con trucchetti al limite della correttezza. Allora se questo dev’essere il vero epilogo della serie, oppure una semplice anticipazione di una prossima stagione, io preferisco il finale aperto del terzo episodio: è più poetico e, soprattutto, apre le porte ad una strada che io personalmente gradirei di più.
The Abominable Sherlock
Ne avevamo già parlato nella recensione dell’ultimo episodio, ma è doveroso riproporre il ragionamento anche in questa sede. Ammesso e non concesso che quello che abbiamo visto pochi giorni fa sia, a tutti gli effetti, il finale di stagione e che non ci siano piani per una quinta season, cosa ne sarà di Sherlock? Difficile ipotizzare un completo addio al personaggio, anzi, ai personaggi, per diversi motivi. Il principale è forse anche quello più semplice: lo show è apprezzatissimo e il pubblico non sembra esserne ancora sazio. Allora cosa aspettarsi dal futuro? Sarebbe ottimo proporre dei veri e propri film a cadenza irregolare, non per forza su base annua, in stile l’Abominevole Sposa. Pensateci bene: Sherlock è maturo, le dinamiche sono chiare e il mondo è ormai pronto ad accogliere qualsiasi tipologia di avventura decidano di propinarci. I racconti da cui attingere sono svariati, e la perfetta chiusura del cerchio del finale di stagione permette di scrivere vere e proprie pellicole stand-alone, che non obbligherebbero in alcun modo (se non moralmente) gli autori e i produttori a dover necessariamente creare dei seguiti o, comunque, una “serialità” annua, o semestrale, o mensile e cosi via. Cumberbatch e Freeman non hanno, ad oggi, sicuramente la necessità di tornare nei personaggi il prima possibile, ma sono pronto a scommettere che non gli dispiacerebbe affatto l’idea di farlo una tantum, anche perché -l’abbiamo detto più volte- fra tutte le loro sempre ottime interpretazioni, Sherlock e Watson sono forse quelle che gli si cuciono perfettamente addosso. Tutto questo per dire che Sherlock di Moffat e Gatiss ha segnato un’era. Il risultato finale è uno show unico e insostituibile, e che vorremmo non finisse mai. Quindi, ascoltateci: i modi ci sono. Non fate morire Sherlock, trovate il modo di darcene ancora, perché altrimenti cadremo in astinenza molto presto.

Sherlock è finito, o forse no: le possibilità di continuare a raccontarci le avventure di quel pazzo sociopatico di Holmes ci sono, a patto che siano coerenti e non forzate. Per questo la soluzione più logica potrebbero essere degli speciali a cadenza totalmente irregolare. Se invece cosi non fosse, e quindi il terzo episodio della quarta stagione è effettivamente l’ultimo atto di questa meravigliosa storia possiamo comunque ritenerci soddisfatti, ma non sazi e appagati. D’altronde la vita stessa di Sherlock è caratterizzata, tra le tante cose, anche dall’astinenza: che sia questo il suo lascito definitivo? Purtroppo lo scopriremo solo tra un bel po’ di tempo.