Anteprima

S.T.A.L.K.E.R. - Call of Pripyat

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a cura di Xravy

In questi ultimi anni gli studi di GSC Game World sono riusciti a sfornare diversi titoli degni di particolare attenzione, forti di ambientazioni affascinanti, idee interessanti ed un comparto tecnico di ottima fattura. La software house ucraina, con sede a Kiev, nacque nell’oramai lontano 1995, e da allora di strada ne ha fatta, arrivando sotto le luci della ribalta dapprima con la serie Cossacks, che riscosse un discreto successo presso pubblico e critica, ed in seguito raggiungendo la piena maturità con una delle produzioni di maggiore successo su PC degli ultimi anni: S.T.A.L.K.E.R..Nata con il primo ed ottimo Shadow of Chernobyl, questa serie ha proposto sin da subito apprezzabili elementi a livello di trama e gameplay, offrendo un atipico FPS con fortissime influenze provenienti dagli RPG e, sebbene afflitto saltuariamente da alcuni bug malvisti dalla maggior parte dei fan, rappresenta pur tuttavia un curioso ed appagante mix assolutamente meritevole di essere provato, specialmente in vista dell’arrivo nei prossimi mesi del nuovissimo Call of Pripyat, ultima incarnazione di un franchise che in questi anni ha fortemente influenzato il gaming su PC e che presto dovrebbe far la sua comparsa anche sulle console domestiche.

Il ricordo del drammaS.T.A.L.K.E.R. – Call of Pripyat è ambientato in una realtà alternativa, la stessa vista nel primo episodio della serie, dove la famosa centrale nucleare di Chernobyl è esplosa per una seconda volta, dando vita a degli inusuali cambiamenti nell’ambiente circostante e nella popolazione locale, formata essenzialmente da scienziati e militari inviati sul posto dal governo per ripristinare l’ordine e le varie strutture, per permettere un graduale ripopolamento dell’area. Questo nuovo capitolo si inserisce poco tempo dopo le vicende narrate nel precedente Shadow of Chernobyl, dove vestiremo i panni di Alexander Degtyaryov, soldato scelto del servizio segreto Ucraino, inviato sul posto in seguito al fallimento della missione militare intrapresa dallo stesso governo per prendere il controllo della città e della Zona contaminata, con l’ovvio compito di scoprire le cause dietro alla distruzione degli elicotteri inviati in avanscoperta, precipitati nella cittadina di Prypat.I misteri dietro all’incidente si faranno sempre più fitti nel corso dell’avventura, accompagnandoci nelle indagini sulle reali cause della tragedia, sino a raggiungere il veroi e proprio apice narrativo con l’arrivo nella cittadina di Pripyat, città realmente esistente, costantemente pervase da una atmosfera tesa, ricca di fascino ed estremamente evocativa, dove non mancheranno, purtroppo per noi, delle spiacevoli e terrificanti sorprese.

La solitudine fa brutti scherzi!Questo nuovo capitolo della saga ideata da GSC Game World si presenta come un tipico FPS, “contaminato” da diversi elementi tipici di altri generi di videogames, come gli RPG ed i sandbox free-roaming. Vuoi per l’ambientazione post atomica o per alcune caratteristiche scelte in ambito gameplay, S.T.A.L.K.E.R. – Call of Pripyat, pur con le ovvie diversità del caso, sembra aver subito in pieno il fascino della saga di Fallout, riproponendo una magnifica ambientazione post atomica e prendendo “in prestito” alcune idee appena accennate nel terzo capitolo della serie targata Bethesda. Diversi gli spunti interessanti in questa nuova installazione della serie, in particolare sul versante della gestione del personaggio e degli armamenti, che ora richiedono una certa attenzione a causa dell’usura, fattore che complica non poco anche l’oramai onnipresente e consolidato sistema di scambi, che consente di acquistare informazioni, oggetti ed armi in cambio di denaro o item raccolti nel corso dell’avventura.Altro aspetto ulteriormente migliorato riguarda l’area di gioco, arricchita da tre nuove location piuttosto vaste, ricchissime di dettagli e, soprattutto, di vita (amichevole ed ostile). Proprio l’aspetto dei personaggi controllati dalla CPU è uno dei più interessanti, che vede il ritorno in scena del sistema di IA denominato ALife che, manovrato con grande efficienza dall’X-Ray Engine, permette di incontrare nel corso dell’avventura di Call of Pripyat oltre cento personaggi estremamente realistici e che, a prescindere dalle nostre azioni, avranno “vita propria” con il trascorrere del tempo.Come al solito il punto forte della serie, riproposto anche in questo nuovo capitolo, è l’atmosfera, pregna di tensione, di un costante senso di isolamento, solitudine ed impotenza, in un mondo vastissimo e completamente esplorabile dove il giocatore sarà portato a provare paura ai livelli dei migliori survival horror.Proprio questo aspetto sarà esaltato al massimo dai cosiddetti “blowout”, esplosioni che precedono la fuoriuscita, e la conseguente dispersione nell’area di gioco di scorie radioattive, in grado di rendere il nostro personaggio equiparabile ad una confezione di inermi omogeneizzati. Più morti di così…Altro aspetto da considerare sono i combattimenti, di certo agli antipodi rispetto ai tradizionati FPS, che basa tutto su una difficoltà di fondo apprezzabile e coinvolgente, che richiederà più volte nel corso del gioco approcci prudenti e ragionati, oltre ad una ottimale gestione delle risorse a disposizione del giocatore.

La tecnicaImportanti anche gli interventi a livello grafico, dove si notano textures migliorate rispetto ai due precedenti capitoli, con personaggi e costruzioni caratterizzate da un numero di poligoni lievemente maggiore rispetto a Clear Sky, secondo esponente della serie, ed una vasta gamma di effetti visivi, particellari, blur ed illuminazione di eccellente livello, a cui si somma una eccelsa realizzazione dei fondali di gioco, che presentano un quasi del tutto inesistente effetto di pop-in, mettendo alla frusta l’oramai prossimo alla pensione X-Ray Engine, motore grafico che ha accompagnato tutte e tre le incarnazioni della serie S.T.A.L.K.E.R. sino al giorno d’oggi.La software house ucraina, nonostante gli ottimi risultati ottenuti in ambito visivo dai due precedenti capitoli, sembra aver speso diverso tempo sul lifting grafico della sua ultima creazione, andando a correggere, come accennato in precedenza, moltissimi dei fastidiosi bug a livello di codice presenti nell’engine grafico, che in Call of Pripyat sembra aver trovato piena maturità, offrendo una esperienza di gioco fluida e pressocchè priva di particolari problemi, a dimostrazione dell’intenso lavoro svolto dai programmatori di GSC, la cui riprova, in definitiva, si ottiene citando un elemento emblematico: DirectX 11. S.T.A.L.K.E.R. – Call of Pripyat è infatti uno dei primissimi videogames ad avvalersi delle nuove librerie grafiche DirectX 11 di Microsoft, introdotte con il nuovo Windows 7, che sfruttano in particolare uno degli aspetti più interessanti ed attesi di questa nuova tecnologia, la “tessellation”, che va ad aumentare notevolmente il numero di poligoni di un determinato modello tridimensionale, andando a smussare gli spigoli tipici della grafica 3D. Il risultato, veramente molto interessante, è promettente, specialmente in ottica futura, e vede in Call of Pripyat uno dei videogames pionieri in questo settore, con risultati apprezzabili.

– Atmosfera coinvolgente

– Storia intrigante

– Un interessante mix di generi

– Supporto alle DirectX 11

Le aspettative per questo nuovissimo S.T.A.L.K.E.R. – Call of Pripyat sono notevoli, grazie ad un comparto tecnico apparentemente sfoltito da tutti quegli antipatici bug che caratterizzavano le precedenti incarnazioni della serie, con dei doverosi ed apprezzabili miglioramenti nel comparto tecnico, sul versante della IA e, nel complesso, una direzione artistica interessante e ricca di fascino. Senza dubbio GSC Game World ha portato a compimento un lavoro interessante, potenzialmente ricchissimo di qualità, potendo contare peraltro sul pieno supporto alle recentissime DirectX 11, che offrono prestazioni e funzioni di assoluto rilievo, in grado di soddisfare le esigenze degli hardcore gamers PC: non resta attendere Call of Pripyat al suo arrivo in Europa.