Anteprima

Rhythm Paradise Megamix

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a cura di Matteo Bussani

I rhythm games vanno a ricoprire uno dei generi più particolari del mondo videoludico, perché oltre a mettere in moto meccanismi di pensiero e di azione sul pad, si basano su una sequenza di azioni fisiche che si coordina con un pattern predefinito da scoprire attraverso immagini e suoni. Al contrario degli altri giochi dove vince una superiorità del ragionamento (per esempio con gli strategici a turni) o una superiorità dei riflessi (ad esempio negli sparatutto), qui domina il tempismo. Rhythm Paradise Megamix scarta tutto ciò che non segue questo schema, e impone una precisione assurda per riuscire a ottenere buoni risultati. La serie dopo l’approdo sulla casalinga wii ha deciso con questo capitolo di ritornare su console portatile, per l’occasione il 3DS, perché, a detta di Nintendo, questa rimane la migliore piattaforma per fruire di questo titolo. Siamo dunque riusciti a mettere le mani su Rhythm Paradise Megamix ed ecco qui riportate le considerazioni sulla prova di uno dei giochi più strambamente difficili dell’ultimo periodo, non per caso condita da imprecazioni, sorrisetti nevrotici e rage quit finale. 

Indoriamo la pillola

A prima vista il gioco sembra davvero un titolo sopra le righe, tanti personaggi che viaggiano tra il puccioso e il fuori di testa, una veste grafica piena zeppa di colori e musichette catchy a base di sintetizzatori tanto allegre da far inorridire i peggiori tempi del mondo 8-bit. Non fatevi ingannare: tutto questo non è altro che una grande illusione perché troverete sì sullo schermo orsi taglialegna e gatti senza spina dorsale, ma anche un gameplay dannatamente simile alla rincorsa di un metronomo. Per chi non conoscesse la serie, durante ogni livello ci troveremo a schiacciare uno o al massimo due tasti secondo un pattern predefinito a ritmo di musica. Pensate che sia una passeggiata? Bene, provateci e fatemi sapere.  Se non dovessimo schiacciare il tasto, durante l’attimo del frame giusto, non otterremmo il punteggio migliore e se non fossimo nemmeno sufficientemente vicini (nell’ordine del decimo di secondo) perderemmo completamente il punto. Niente di più semplice, ma al contempo niente di più dannatamente difficile una volta superata la prima serie di livelli posta ad antipasto della portata principale. Per fortuna ad aiutarci ci saranno delle stelle nella parte inferiore del touchpad che indicheranno se siamo in anticipo o in ritardo rispetto al momento corretto di esecuzione e nel tutorial, qualora non dovessimo capire il pattern, ne comparirà lo schema rappresentativo. 
Una campagna di tutorial
La modalità principale del gioco è quella storia, per la prima volta all’interno della serie, e consiste in una specie di percorso durante il quale affronteremo diversi minigiochi, per riportare il nostro amico Tibby sul cielo da dove è caduto. Ogni piano da affrontare avrà una serie di 4 giochi, presi rispettivamente dalla versione advanced, ds e wii più quello inedito. Man mano che avanzeremo troveremo delle sfide proposte dai tre guardiani delle porte, a seconda del livello di abilità raggiunto decideremo se optare per quella più semplice, quella intermedia o quella più difficile. Ogni sfida comparirà in questa scalata al cielo dapprima nella sua forma più corta e semplificata e poi in quella completa, decisamente più difficile. Una volta finita questa prima parte introduttiva scaleremo le torri, in totale cinque che rispettivamente portano ai leggendari Megamix in tema con l’ambientazione della torre stessa. Ci è stata mostrata per esempio quella del barbiere, dove si alternavano in continuazione i minigiochi visti finora rivisitati sia musicalmente sia graficamente per aderire al contesto: i gatti avevano strani parrucconi e la sala di sfondo era arredata proprio come il più classico dei parrucchieri. 
Andiam, andiam, andiamo tutti al bar!
Durante le pause tra una partita e l’altra potremo andare al bar, dov’è possibile acquistare, con le monete guadagnate in-game, le musichette dei minigiochi superati e tanto altro. Da lì basta un salto per spostarsi al museo, che tiene nota di tutte le imprese effettuate e di tutto ciò che abbiamo sbloccato nel frattempo. Potremmo poi citare una capretta da nutrire a furia di rape, ma nessuno ci crederebbe. 
Rhythm Paradise Megamix si prospetta il capitolo più completo della serie. Di minigiochi disponibili ce ne saranno in totale 100 di cui 30 nuovi e 20 completamente inediti per i giocatori occidentali. Tutti questi saranno affrontabili sia con i controlli standard tramite i pulsanti fisici della console sia tramite touchscreen, come sulla versione DS. Citiamo per dovere di cronaca la possibilità di selezionare la lingua italiana delle canzoni ove disponibile, ma in questo genere di giochi è di sicuro meglio affidarsi a quella giapponese, dove tutte le parole sono perfettamente timerate per entrare nel ritmo senza creare problemi di sorta.

– Bel connubio di follia e difficoltà

– Il più completo capitolo della serie

– Orsi taglialegna

Rhythm Paradise Megamix, secondo Nintendo, è il Rhythm Game definitivo; noi non azzardiamo tanto, ma riconosciamo nel gioco una volontà di semplificare le meccaniche all’inverosimile per esasperare la precisione nell’esecuzione. Un risultato che non lascia scampo e porta sulla portatile Nintendo il nuovo capitolo di della serie sempre più folle e sempre più difficile. L’aggiunta della modalità storia è in grado di strutturare il progresso del giocatore da neofita totale a Master of Rhythm, speriamo. Per altre e più approfondite considerazioni rimandiamo alla recensione futura del titolo atteso per il 21 ottobre 2016.