Recensione

Prey

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a cura di umbojami

Nel lontano 1997 ci fu l’ annuncio di un nuovo e promettente sparatutto in prima persona, Prey. Doveva sconvolgere il genere e fin da subito la comunità videoludica si dimostrò molto interessata ed impaziente. Purtroppo però, ci sono voluti quasi dieci anni per concludere l’ opera con successo ed oggi siamo di fronte ad uno dei giochi più attesi, rinviati e chiacchierati della storia. Molto spesso capita che questi titoli a lunghissima gestazione, si accompagnino ad un hype esagerato ed il rischio di fallire, non convincendo a sufficienza, è alto. Sarete quindi felici di sapere fin da subito che i ragazzi della Human Head Studios hanno centrato il bersaglio, lasciandoci la possibilità di provare uno dei titoli più freschi e divertenti dell’ anno.

Una giornata fuori dagli schemiSolitamente sono marine, agenti segreti, gente che uccide per mestiere, pronta a tutto. Questa volta invece l’ eroe è un meccanico, Tommy. Ma non solo. Un personaggio fragile, incapace di accettare fino in fondo le sue origini Cherokee, incapace di rassegnarsi a vivere nella riserva indiana in cui è confinato dalle sue radici e dall’ amore per Jen. Quel giorno poi sarà peggiore di tutti gli altri. Nella stazione di servizio dove Jen lavora, quei due brutti ceffi si capisce subito che sono in cerca di guai, la rissa è inevitabile, Tommy non si trattiene e le sue mani trasformano una brava persona in un omicida. Peggio di così non potrebbe andare. E invece sì. All’ improvviso un rumore, il tetto si scoperchia, le luci sono abbaglianti ed una forza attrae tutto verso di se. Il tempo di svegliarci, di capire che siamo stati trasportati su una navicella spaziale. Ci sono altri umani, vengono trucidati in continuazioni da macchinari infernali. Ci liberiamo per miracolo, il nonno, Enisi, muore sotto i nostri occhi mentre la nostra ragazza viene trasportata chissà dove. Per noi che siamo solo dei meccanici è troppo, impugniamo la prima arma che troviamo, il tempo di uccidere un paio di creature abominevoli e al primo ostacolo siamo già stremati, dalla fatica e da quello che non capiamo, ci accasciamo, chiudiamo gli occhi, sarebbe la fine se non fosse che…Questo è quanto accade nei primi dieci, agitatissimi, minuti di gioco. Quello che spero di essere riuscito a trasmettere è uno dei temi di fondo dell’ intera esperienza: l’ insicurezza e la necessaria crescita del personaggio. In Prey si lotta per sopravvivere, si vaga senza una precisa meta alla ricerca della salvezza e sfruttando come arma non solamente la tecnologia aliena che andremo a mano a mano a scoprire, ma anche quelle abilità della tradizione Cherokee che il nonno ci insegnerà un po’ alla volta dall’ aldilà.

Antigravità e mondo spirituale, fucile al plasma ed arcoGli FPS non sono un genere facile da innovare. Prey ci riesce introducendo da una parte la possibilità di invertire la gravità e ruotare le stanze e dall’ altra quella di separare l’ anima dal resto del corpo, per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. La prima caratteristica, quella di poter camminare su determinati muri, è fondamentale nella creazione di un gameplay molto frenetico, in cui i nemici, che spesso compaiono all’ improvviso da varchi spaziotemporali, si trovano nelle posizioni più disparate rispetto alla nostra, dovremo quindi tener sotto controllo tutte le direzioni. A volte l’ inversione dei piani è affidata a delle console che potremo attivare a piacimento, cercando di capire quale sia la prospettiva utile per proseguire il nostro viaggio.La modalità Anima, invece, è attivabile tramite il tasto posto sotto la rotella del mouse e bloccherà Tommy permettendo solo all’ anima di camminare attraverso campi di energia o altri luoghi particolari, al fine di mettere in moto meccanismi che facilitino il passaggio di tutto il corpo. Gli enigmi che sono stati creati per sfruttare questa capacità non sono nulla di davvero complesso o strabiliante, ma regalano momenti più riflessivi ed in generale sono abbastanza innovativi. In caso di morte è stato creato un piccolo mini-game in cui dovremo usare l’ arco per uccidere delle creature volanti in grado di caricare sia la vita che l’ anima. Questo, sostanzialmente, ci impedirà di morire e di dover ricominciare dal precedente salvataggio, a vantaggio dei giocatori meno esperti.A spezzare le sessioni a piedi ci pensano quelle a bordo di navicelle spaziali, dotate di potenti missili per distruggere i nemici e di un raggio che attrae gli oggetti, utile per risolvere alcune situazioni difficili. Per il resto molta azione e qualche brivido sono gli ingredienti dei venti, non moltissimi, livelli della campagna single player.L’ arsenale a nostra disposizione conta diverse armi iper tecnologiche, una molto bella è caricabile sfruttando l’ energia del fuoco, del ghiaccio o del fulmine, ad eccezione della modalità Anima dove sarà un arco il nostro unico mezzo d’ attacco.Non si può quindi che essere soddisfatti da quanto godibile da soli: una buona trama e un’ azione capace di alternare momenti frenetici ad altri più riflessivi, regaleranno ore di divertimento. L’ unico problema che verso la fine si manifesta è quello di una certa ripetitività delle ambientazioni, sempre le solita nave o quanto si trova al suo esterno, e dell’ azione. La cura generale per il prodotto è subito anche visibile da alcune chicche come le citazioni ad altri grandi giochi, Doom ma non solo, e dalla possibilità di giocare alle rivisitazioni di vecchi grandi giochi, su tutti una versione “alla Prey” di pacman.

Multiprey“L’ esperienza potrebbe variare durante il gioco online”. Questo messaggio, che oramai accompagna moltissimi titoli, è spesso presagio della perdita di alcuni fondamentali elementi del single player. In Prey, miracolosamente, sono riusciti a non togliere né la possibilità di camminare sulle superfici anti-gravitazionali, né quella di separare l’ anima dal resto del corpo.Avremo così partite incredibili, dove il pericolo proviene da ogni direzione, con mappe piene di sali e scendi e varchi in grado di trasportarci dall’ altra parte del livello. Fraggare ed essere fraggati non è mai stato così imprevedibile e divertente. L’ uso dell’ anima è invece un’ arma a doppio taglio: poter essere invisibili finché non si attacca e raggiungere luoghi inaccessibili è certamente utile, ma il rischio di lasciare il corpo scoperto agli attacchi è spesso troppo elevato. Anche le sessioni in navicella sono inserite in alcune mappe.Sfortunatamente le modalità multiplayer sono solamente due, deathmatch e team deathmatch, ma la speranza può essere tranquillamente riposta in futuri e ancora più ricchi mod.

Grafica alla Doom e sonoro alla OblivionDal punto di vista tecnico Prey convince a pieno, proponendosi come uno dei punti di riferimento anche nei prossimi mesi.Il motore grafico è quello di Doom 3, e quindi anche di Quake 4, portato all’ ennesima potenza. I modelli 3D dei personaggi e delle ambientazioni sono fantastici, ricchi di poligoni e con texture dettagliatissime. Una immensa nota di merito va fatta agli effetti che propongono luci ed esplosioni stupefacenti, riflessi e distorsioni mai viste prima. Il design delle armi è ottimo mentre i mostri vi rimarranno in mente come alcuni tra i più paurosi che abbiate mai combattuto. Buono il level design che crea ambienti articolati e folli, anche se alla lunga forse un po’ troppo uguali. Va fatta una piccola nota alla versione x360 che soffrendo di un frame rate minore, comunque accettabilissimo, e della mancanza di alcuni effetti consiglia se possibile di giocare su un Pc di alta fascia.Le musiche sono ad opera di Jeremy Soule, già artefice del OST di Elder Scroll IV, capace di comporre temi orchestrali molto belli, adatti alle più disparate situazioni e capaci amplificare le emozioni regalate dall’ atmosfera. Gli effetti sonori convincono per varietà e credibilità mentre le voci narranti sono ben fatte, in particolar modo lo speaker della radio che spesso sentirete narrare gli eventi di quella terribile invasione aliena.

Requisiti PCMinimi: Pentiim IV 2,0 Gh – 512 Mb di Ram – Scheda video a 64 MbConsigliati: Pentiim IV 2,5 Gh – 1Gb di Ram – Scheda video a 128 Mb – Connessione a banda larga

-La lunghissima attesa è stata ripagata

-Innovativo

-Tecnicamente ottimo

-Multiplayer ben fatto….

-… ma ancora migliorabile

-Single player non molto longevo

8.0

Prey è senza dubbio uno dei titoli da non farsi mancare in questa estate 2006. Dopo uno sviluppo quasi decennale il risultato è un gioco capace di introdurre un paio di elementi innovativi, sfruttandoli fino in fondo, uniti ad uno stile di gioco consolidato. La non eccessiva longevità del single player è ben compensata dalla qualità generale e da una modalità online divertentissima e certamente ancora più ricca nei prossimi mesi. Anche tecnicamente non ci si è risparmiati, con grafica e sonoro di alto livello.

Un gioco non perfetto ma ben realizzato nel suo insieme che sarà amato dagli appassionati di Doom e Quake ma saprà comunque divertire tutti.

La versione PC è leggermente più ricca graficamente ma sostanzialmente identica a quella Xbox 360, mentre per entrambe le piattaforme è prevista una versione da collezione contenente figurine, booklet ed una miniatura in metallo.

Voto Recensione di Prey - Recensione


8