PlayStation 4 e PlayStation NEO

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando il rumor venne lanciato, qualche settimana fa, dopo la GDC, si faceva davvero fatica a crederci: una nuova versione di PlayStation 4, una fantomatica PlayStation 4.5, o PlayStation 4K, dalle voci che la volevano capace di riprodurre i giochi in upscaling proprio in 4K. Con il passare dei giorni, però, le indiscrezioni non solo sono diventate sempre più numerose, ma anche sempre più autorevoli, con perfino The Wall Street Journal che ha anticipato alcune informazioni sulla nuova piattaforma. Al silenzio di Sony, completamente privo non solo di conferme, ma anche e sopratutto di smentite, hanno fatto seguito sempre più dettagli, così insistenti e confermati da fonti eterogenee da aver capovolto completamente la situazione: ad oggi, sebbene non ci sia nessun annuncio, si fatica a credere che la nuova PS4 sia frutto della sola immaginazione.
Facciamo quindi il punto sulle numerose informazioni che sono emerse sul web fino ad oggi, riflettendo sul futuro che potrebbe presentarsi per la console ammiraglia della compagnia giapponese.
In principio fu la VR, poi tutto il resto
Ricorderete che, almeno nei primi rumor anticipati da Kotaku, le informazioni puntavano dritte in una direzione: il nuovo modello di PlayStation 4 avrebbe avuto un hardware potenziato volto ad affiancare al meglio PlayStation VR. Anche Michael Pachter, noto analista del mercato videoludico, seppur definendo poco plausibile l’arrivo della nuova console, aveva dichiarato di ritenerlo possibile solo in vista dell’avvento della realtà virtuale targata Sony. Il prodotto, insomma, sembrava destinato a chi voleva godersi pienamente il suo ambiente VR. Stando a quanto sappiamo oggi, però, le cose andranno in modo parecchio diverso: PlayStation NEO, questo il nome in codice del progetto, vuole infatti essere una nuova PS4 in tutto e per tutto, che non deve però soppiantare il modello originale, quanto affiancarlo per offrire una scelta più ampia ed un hardware più potente a chi voglia optare per le console Sony come sua piattaforma di gioco. A supporto di quest’idea, i dati trapelati e riportati da Giant Bomb ci parlano di una macchina che monterà una CPU 8-core Jaguar a 2.1 Ghz, mentre il modello attuale si ferma a 1,6Ghz. E ancora, si parla di una GPU con architettura AMD GCN migliorata, che impiega 36CU a 911 MhZ, mentre la PS4 in nostro possesso monta AMD GCN con 18CU e 800 Mhz. Cambia anche la memoria, che passa a 8GB DDR5 a 218 GB/s, a fronte degli 8GB DDR5 a 176 GB/s del modello ora in commercio.
Le differenze tecniche, insomma, ci sarebbero, e avrebbero portato la casa giapponese ad avanzare delle condizioni da imporre agli sviluppatori: i giochi per PlayStation NEO, infatti, dovrebbero girare almeno a 1080p.
Due corpi, una sola anima
In mezzo alla valanga di numeri, ci sono però anche informazioni utili per chi ha appena acquistato una PS4, e teme di dover già passare al modello successivo: come anticipavamo, infatti, NEO non vuole soppiantare la console originale, che conta ormai su una base installata notevole (gli ultimi numeri ufficiali, di gennaio, ci parlano di 36 milioni di unità, mentre i dati di VGChartz aggiornati a marzo fanno riferimento a poco meno di 40 milioni), ma affiancarla. Per questo motivo, anche la libreria software sarà condivisa, e non saranno sviluppati videogiochi in esclusiva per la nuova console. Niente esperimenti simili a Xenoblade Chronicles 3D su New Nintendo 3DS, per capirci. Ogni singolo titolo dovrà girare sia sull’una che sull’altra, con i compromessi tecnici del caso imposti dall’hardware. Compromessi che, però, non dovranno essere presenti nelle modalità online, che consentiranno ai possessori delle due console di giocare insieme. In caso, insomma, su NEO un gioco giri a 60fps e su PS4 a 30fps, sarà necessario che gli sviluppatori impongano dei paletti. Secondo quanto riferito da Giant Bomb, Sony è fortemente convinta di voler supportare entrambe le macchine, ed ha imposto agli sviluppatori che collaborano con lei che tutti i videogiochi in arrivo da ottobre in poi siano in grado di girare su tutte e due le console. Per quelli arrivati in precedenza, invece, ci sarà un’apposita patch, che consentirà di giocare l’esperienza anche su NEO. In aggiunta, per assicurarsi che i giocatori abbiano sempre sott’occhio quali siano i vantaggi del gioco su NEO, la casa nipponica indicherà sulla scatola dei prodotti (e nella loro pagina su PlayStation Store) le caratteristiche possibili solo sulla console con hardware potenziato, come una risoluzione maggiore o un frame rate migliorato. Lo scopo, infatti, è quello: avere performance migliori, ma mai feature che non siano accessibili da chi ha speso i suoi soldi su PS4. La cosa, però, con qualche eccezione: se, per esempio, lo split-screen è possibile su NEO, deve esserlo anche su PS4; ma, se su quest’ultima può girare al massimo a due giocatori, niente vieta che su NEO giri fino a quattro.
Anche The Wall Street Journal ha confermato che la libreria dei giochi sarà unica per tutte e due le piattaforme, e alla testata statunitense ha fatto seguito anche l’autorevole voce di Digital Foundry, con il suo team di esperti hardware: questi ultimi hanno anche anticipato che i salvataggi potranno essere condivisi tra PS4 e PSNEO, anche se lo stesso account PlayStation Network non potrà accedere su entrambe le piattaforme simultaneamente. Inoltre, potrete indicarne solamente una come console principale. Significa, in caso non foste pratichi con la terminologia di Sony, che solo una delle vostre eventuali due PS4 consentirà di accedere ai vostri contenuti non solo a voi, diretto acquirente, ma anche agli altri account che sono presenti sulla stessa console. Nell’altro caso, un vostro amico/parente/convivente sarà costretto a lanciare i giochi eseguendo il login sul vostro account, andando magari a scardinare la vostra raccolta personale di Trofei. Segnaliamo che viene anche precisato che il controller DualShock 4 rimarrà invariato nella nuova versione della console, che a sua volta sarà compatibile con tutti gli accessori precedentemente rilasciati per l’originale PlayStation 4.
Steso questo quadro, appare abbastanza chiaro che i rumor iniziali legati all’utilizzo con la VR fossero solo la minuscola punta dell’iceberg. Sony sembra avere le idee chiarissime, e secondo le fonti potrebbe lanciare la sua nuova console prestissimo: se le prime voci parlavano addirittura di un lancio entro l’anno, Digital Foundry indica come finestra plausibile marzo 2017. Il prezzo dovrebbe essere lo stesso di PS4 al lancio: $399, o 399€ dalle nostre parti, a meno di sorprese.
Presente nel passato e nel futuro
PlayStation 4 è una console ancora giovane. Arrivata sul mercato nel novembre 2013 (nemmeno tre anni fa, sottolineiamo), la piattaforma firmata da Sony ha praticamente sbaragliato la concorrenza, complici sia le incertezze di Microsoft alla presentazione di Xbox One, diretta rivale, sia il prezzo aggressivo della console, inizialmente inferiore di 100€ rispetto alla macchina della casa di Redmond. A prescindere da esclusive non sempre eccellenti, tra le quali spicca in particolare Bloodborne, PS4 si è guadagnata la fetta di mercato più ampia della generazione, e pensare ad un suo pre-prensionamento sembra pura follia. Lo è, in effetti, anche per Sony, come dimostra il fatto che NEO voglia essere più una giovane sorella, che non la figlia della console: prendere l’enorme base installata di PS4 e fingere semplicemente che non esista, insomma, non è plausibile, nemmeno per una compagnia gigantesca come quella nipponica, e tanto meno per i numerosi sviluppatori che sperano di raggiungere l’ampio pubblico di questa console. Non è pronta Sony, non sono pronti gli sviluppatori e non sono maturi i tempi: PlayStation 3 ebbe il suo debutto assoluto nel 2006, PlayStation 2 nel 2000 e PlayStation nel 1994. Date che non lasciano spazio a dubbi sulla sorte di PS4, davvero troppo giovane (e troppo sulla cresta dell’onda) per salutare.
Con il sempre più magnetico fascino che il mercato mobile esercita su un’enorme mole di consumatori, qualcuno aveva pensato che le console potessero seguire la filosofia di Apple, Samsung e compagni, aggiornandosi a intervalli molto più brevi rispetto a quelli a cui siamo abituati. Non sembra questo il caso, ma rimane il fatto che, al medesimo prezzo di listino, generalmente di 70€ per i titoli maggiori, coloro che decideranno di cestinare in anticipo la loro PS4 in favore di NEO godranno di una versione tecnicamente superiore del gioco, con buona pace di chi, investiti i suoi 399€ (o 349€, fate voi), pensava di essere a posto per almeno sei anni. E se, da un lato, è comprensibile la volontà di Sony di voler trovare un buon compromesso tra il supporto ai 40 milioni di console piazzate e i nuovi hardware che è già possibile assemblare, dall’altro è pienamente condivisibile anche lo sdegno di una buona parte dei videogiocatori, che stanno accogliendo queste notizie tutt’altro che entusiasti. Se fosse stato reso noto fin da subito che PS4 sarebbe stata il top di casa Sony per soli tre anni, ossia la metà di una gen normale, non sappiamo quanti effettivamente avrebbero comunque investito i soldi su di lei. Inseguire l’hardware all’ultimo grido non è mai stato, in passato, nel DNA dei giocatori console, che preferiscono fare il loro investimento una-tantum e poter giocare serenamente per gli anni a venire. Una filosofia molto diversa da quella di alcuni esponenti del gaming su PC, che in certi casi vivono anche la passione dell’assemblaggio e della scoperta del compromesso per le migliori prestazioni possibili dei videogiochi sulla loro macchina. 
Non bisogna però dimenticare che in passato ci sono stati alcuni esempi di miglioramento dell’hardware di una console durante la stessa generazione, che prevedevano più che altro l’acquisto di kit aggiuntivi, che non quello di un esemplare completamente nuovo. Un caso è sicuramente quello di Nintendo 64, con il suo Expansion Pak che consentiva agli sviluppatori di sfruttare 4MB di RAM aggiuntiva. La risposta del pubblico fu positiva, e favorì la nascita di giochi come The Legend of Zelda: Majora’s Mask e Donkey Kong 64. Non sempre, però, le cose furono rose e fiori, come nel caso di TurboGrafx-16 in Occidente, il cui supporto per le numerose espansioni hardware, seppur apprezzato in Giappone, non riuscì a conquistare il pubblico statunitense di fine anni Ottanta. Perché? Perché i giocatori preferirono puntare su Sega Mega Drive (Sega Genesis in Nord America) e su SNES, che non richiedevano particolare attenzione per specifiche, componenti ed espansioni. La semplicità, insomma, ebbe la meglio sull’avanguardia tecnologica. Ai giorni nostri, diremmo che, viste le reazioni degli appassionati, la serenità di aver fatto un investimento a lungo termine fa storcere il naso di fronte ad una obsolescenza programmata che non è mai sembrata così prematura. Ed è sicuramente vero che i tempi sono cambiati, che tutti i software arriveranno su entrambe le console e che Sony non medita di abbandonare niente e nessuno, ma è altrettanto vero che, con PlayStation NEO, PS4, prima amata e spesso esibita da possessori e casa madre, si sentirebbe già un pochino più vecchia.

Possiamo solo aspettare. Ricostruito il quadro delle indiscrezioni, citati alcuni illustri precedenti e spiegate le strategie di Sony, PlayStation NEO è per ora ancora in attesa del suo annuncio, sul quale permangono però davvero pochi dubbi, viste le molteplici fonti che si sono espresse in merito. PS4 si aprirebbe così ad un nuovo hardware che, a tre anni dal suo debutto assoluto, ne relegherebbe l’esemplare originale al ruolo di semplice comprimario – una condizione sicuramente non prevista da chi aveva versato i suoi soldi anche con un certo entusiasmo, consentendo alla compagnia giapponese di vendere, in tutto il mondo, circa 40 milioni di esemplari.

Se, insomma, la prima metà del ciclo vitale di PlayStation 4 è stata molto più che serena e dominante, la seconda metà sembra pronta a riservare delle sorprese, con Sony disposta ad azzardare. Forse, per segnare un nuovo corso, per dire “non c’è più spazio per le console slim, questa è l’epoca in cui i 60fps granitici devono essere il minimo sindacale (o così pare)”. Forse, per dirci che i tempi sono davvero cambiati, e con loro lo sono i videogiochi e le console sui quali girano. Un’idea che, a noi videogiocatori romantici, forse fa perfino più male dei soldi spesi per un’ammiraglia invecchiata in tre anni.