Recensione

Pac-Man e le avventure mostruose 2

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a cura di Gegarg

Pac-Man e le avventure mostruose. Mai titolo fu più azzeccato per spiegare il contenuto di un gioco, anche se forse Pac-Man e le orripilanti avventure sarebbe stato più preciso. Per giunta c’è il suffisso 2, che indica che non è la prima volta che Pac-Man e i suoi fan subiscono questo tipo di trattamento. Il titolo si ispira alla seconda serie animata USA che ha rilanciato la mascotte di Namco (in onda in Italia dall’otto di settembre sul canale Disney XD). Questo indica che il gioco è mirato a un pubblico di giovani e giovanissimi, ma spesso dietro questo tipo di prodotti si nascondo giochi interessanti per tutte le fasce d’età, talvolta invece nasconde semplicemente prodotti molto scarni. Dove si posiziona questo Pac-Man?
C’era una volta
Non sono un fan degli ultimi Pac-Man, i giochi più recenti dedicati alla palla gialla che ho gradito sono stati il primo Pac-Mac World e gli spin-off per Nintendo DS Pac Pix e Pac’n’roll. Quando ho sentito la mascotte Namco iniziare a parlare con una voce infantile e querula, ho capto che qualcosa non faceva più per me. Il gioco è un platform e non vede più il Pac-Man originale come protagonista, ma suo figlio – uguale a lui, se non fosse per quegli occhioni azzurri – che vive nella città di Pacopoli, ha tanti nuovi amici rompiscatole che gli danno dei suggerimenti inutili e straparlano (almeno nel gioco) e i fantasmi storici della serie: Blinky, Inky, Pinky e Clyde sono ora preziosi alleati contro il cattivo di turno, Betrayus, che, come fa presagire il numero 2 in coda al titolo, sta provando nuovamente a mettere le mani sul loro mondo per conquistarlo. La storia non brilla per fantasia e ricorda a più riprese la lunga saga di Sonic contro il Dottor Eggman, o Robotnik se vi piace di più. Anche le meccaniche di gioco sono scopiazzature da titoli di Sonic e Mario. I comandi proposti sono semplici: un tasto per il salto (e il doppio salto), uno per un attacco speciale che spaventa i fantasmi e ci fa guadagnare il doppio dei punti e un ultimo per fare spalancare le insaziabili fauci di Pac-Man e permettergli di mangiare fantasmi, colpire cestini della spazzatura o distributori automatici e ingurgitare le famose pillole che in questo gioco permettono di modificare le abilità dello sferico protagonista. 
È il mio corpo che cambia
Pac-Man può diventare quindi di fuoco, di ghiaccio, di metallo o persino una grande roccia rotolante e molto altro ancora. Una delle nuove qualità di Pac-Man, oltre alla classica insaziabilità, è la lingua, che in modalità camaleonte permette di aggrapparsi a delle sporgenze specifiche, in modalità metallo può essere usata per attirare e mangiare fantasmi e così via. Vi ricorda qualche altro personaggio? Chi ha detto Yoshi ha vinto, le somiglianze sono parecchie, mentre le varie trasformazioni prendono ispirazione da quelle di Mario. L’attacco standard per mangiare i fantasmi invece ha un utilizzo molto simile all’attacco a ricerca  (homing attack) di Sonic: un indicatore spunta sul bersaglio, si preme il tasto e Sonic, pardon, Pac-Man si fionda con un balzo istantaneo sulla preda facendone un sol boccone e sputandone gli occhi, marchio di fabbrica della serie. Il gioco sembra prendere ispirazione anche in altri espetti: il design dei livelli è non lineare e permette più di una esplorazione per trovare tutti i bonus nascosti, la grafica, benché il motore di gioco costruito internamente da Namco mostri spesso i suoi limiti in termini di frame rate e profondità di campo e non sia al pari di altre produzioni odierne, è molto colorata e ricorda da vicino le produzioni Sega (in particolare, per chi lo ricorda, sembra simile alla palette di colori usata per Billy Hatcher, sfortunata esclusiva di Sega per GameCube). Il comparto sonoro invece strizza l’occhio ai vecchi e iconici storici suoni – come il “waka-waka” per intenderci – unendo poi una colonna sonora scanzonata e l’immancabile doppiaggio, anche se, come ho detto prima, sentire Pac-Man parlare è un tuffo al cuore. Il cast è ripreso interamente dalla serie animata americana.
È un Pac-co?
Gli elementi per un buon gioco sembrano esserci tutti, anche se scopiazzati, i designer hanno saputo miscelare bene il tutto. Quello che manca a questo Pac-Man e le avventure mostruose 2 è il guizzo di qualità. Come detto in apertura il titolo si nasconde dietro l’incontrovertibile fatto che sia un prodotto destinato ai giovani e giovanissimi cultori delle serie TV, ma questo non dovrebbe limitare il gioco, che invece, probabilmente per scelta, è incredibilmente lento e facile. I livelli si superano subito senza alcun problema, io sono arrivato al terzo mondo, su sei totali, in mezza giornata perdendo un paio di vite per problemi tecnici, cioè spesso l’attacco a ricerca non funziona come dovrebbe. Solo alcuni livelli sono più difficili, ma l’abbondanza di vite (sono arrivato a collezionarne quasi 100 senza sforzo) non ne fa un problema insormontabile. I boss di metà e fine livello sono una barzelletta, solo chi lo vuole giocare a fondo scovando tutti i segreti potrebbe avere un po’ di pane per i suoi denti, anzi più che pane briciole. L’altro grosso problema è che i livelli, nonostante sia da lodare la varietà di situazioni presentate, dal classico platform, ai livelli sparatutto, copiati da Starfox 64, a quelli in cui bisogna utilizzare Pac-Man come una biglia similmente al già citato Pac’n’roll per Nintendo DS, e altri ancora, e i vari poteri utilizzabili crea ancora più contesti ludici, ma il titolo Namco Bandai risulta noioso e privo di mordente: non c’è sfida, la storia è prevedibile e piena di buchi, i personaggi che spingono Pac-Man a continuare sono fastidiosi e non danno alcuna reale motivazione al protagonista e, quindi,  al giocatore. E’ vero, è un prodotto teen, ma molti teen di ieri sono cresciuti con Super Mario e Sonic che sono tutt’ora dei Giochi con la “G” rigorosamente maiuscola, degli esempi intramontabili per i platform e non così facili per un bambino o un ragazzo. In questo prodotto non c’è nulla di tutto quello che serve per essere una pietra miliare, ma neanche godibili ai più. Pac-Man e le avventure mostruose 2 rimane quindi un prodotto di nicchia, destinato esclusivamente a chi è appassionato della serie TV, non a chi ricorda, con nostalgia, lo storico omino giallo che ha fatto la storia dei videogiochi, che non troveranno nulla di interessante.

– Grafica e stile molto colrati

– Ricco di situazioni differenti

– Motore grafico non all’altezza

– Noioso e non spinge il giocatore a continuare

– Troppo facile

5.5

Namco sforna un platform esclusivamente dedicato agli appassionati della serie TV e non ai fan storici di Pac-Man, un platform dedicato ai più giovani che però possono trovare molto più interessanti e ricchi di sfide i prodotti della concorrenza. Pac-Man e le avventure mostruose 2 è a tutti gli effetti un tie-in e come la maggior parte di questi noioso e non all’altezza di altri giochi della stessa categoria

Voto Recensione di Pac-Man e le avventure mostruose 2 - Recensione


5.5